Suggerimenti per una vacanza distante dalle spiagge affollate, non solo in senso geografico: l’Umbria - alternativa - in cui ci guida il videomaker Alberto Brizioli è abitata da realtà fantastiche e locande dal sapore rock

Lo speciale estate 2023 di Interni raggiunge il cuore d’Italia, l’Umbria: “un rifugio, un dono, una delle regioni più inafferrabili, dai confini incerti” secondo il parere di Alberto Brizioli, videomaker, che ha selezionato le 7 tappe del nostro itinerario.

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Chi è Alberto Brizioli, la nostra guida all’Umbria?

Alberto Brizioli è un videomaker perugino che oggi lavora a cavallo tra Roma e Perugia.

Da diversi anni gestisce, insieme al fratello Antonio, Edicola 518: spazio dedicato al culto della bella carta nel cuore di Perugia. Edicola 518 nasce nel 2016 dal recupero di un vecchio chiosco che oggi è interamente adibito alla vendita di libri di poesia.

A pochi metri di distanza, uno spazio che si chiama Paradiso 518 ospita i migliori magazine internazionali, libri d’artista, saggi anarchici e le edizioni Emergenze Publishing (la casa editrice del progetto). Tra queste ultime figura anche una collana di guide sul territorio: Perugia Nascosta, Fuori dalle Righe e Hidden Umbria Nascosta.

Il parco e la città immaginaria di Frigolandia

Frigolandia e il suo “museo dell’arte malvista”, a Giano dell’Umbria, è un luogo che si potrebbe definire utopico, ma in realtà esiste e si può visitare: è a Frigolandia, per esempio, che prosegue la storia della leggendaria rivista Frigidaire, ospitata nell’edificio principale dal 1977.

Cosa si può fare a Frigolandia? Visitare il parco, prima di tutto, lungo il quale si incontrano realtà come il Teatro Naturale di Oklahoma, ispirato all'omonimo teatro fantastico di cui parla l'ultimo capitolo del romanzo America di Franz Kafka, la Casa degli Oblò, un edificio destinato ai cittadini ospiti, o il M.A.M., il Museo e Laboratorio dell’Arte Maivista: “L’Arte Maivista”, si legge nel progetto originale, “è quell’arte imprevista, multipla, alta, bassa, media, pop e anti-pop, inventata, e pubblicata - dal 1977 in poi - dalle riviste come Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer, al principio originali esperimenti autonomi e diventate, poi, modelli di comunicazione “altra” per l’originalità dei loro autori e collaboratori.

Lo spazio espositivo più piccolo del mondo

A Spoleto, nei pressi di Porta Monterone, o Porta San Pietro, si incontra il prospetto seicentesco della minuscola chiesa di S. Maria del Pozzo, così detta perché costruita su un pozzo alimentato da una vena d'acqua tradizionalmente considerata curativa della rogna, secondo la testimonianza del fabbro attivo, ancora fino a qualche anno fa, nella sua bottega antistante alla chiesetta.

La Madonna del Pozzo di Spoleto - ci racconta Alberto Brizioli - è lo spazio espositivo più piccolo del mondo, dove l’artista Franco Troiani espone a rotazione ogni mese o due l’opera di un artista diverso, nel rispetto di un’idea, forse anche questa piuttosto utopica, di arte condivisa.

Opus & Light è il progetto in corso fino al 1° agosto che prevede interventi di singoli artisti e operatori culturali invitati a confrontarsi con la specificità del più piccolo museo dell'Umbria impreziosito da un ciclo di affreschi che racchiude in sé un intero secolo della storia della pittura italiana (1493-1600).

Storie di donne e di un atelier

Tornando a Perugia, in un angolo senza tempo del centro storico, si apre la sede del museo-laboratorio di tessitura a mano Giuditta Brozzetti. In Umbria la tradizione della tessitura ha radici antichissime, i cosidetti "pannili alla peroscina" furono apprezzati e commercializzati in tutta Europa dal Medioevo al Rinascimento.

Questa forma d'arte sopravvisse grazie alle donne come consuetudine casalinga nei piccoli borghi e nelle campagne perugine fino alla fine dell'ottocento, quando alcune personalità femminili illuminate la recuperarono aprendo i primi laboratori-scuola dove molte donne riacquistarono la loro dignità, insieme a una nuova autonomia economica.

Una delle personalità di spicco del revival perugino fu Giuditta Brozzetti che nel 1921 si iscrisse alla Camera di Commercio iniziando quest'avventura, e ancora oggi, dopo quattro generazioni di donne, il laboratorio continua la sua storia fra conservazione e sperimentazione.

Nel 1997 Marta, pronipote di Giuditta, ha trasferito l'attività nei suggestivi locali della ex-chiesa di San Francesco delle Donne (XIII sec) e nel 2004 il laboratorio è stato inserito nel Sistema Museale della Regione Umbria come 'struttura d'interesse per la fruizione pubblica’ diventando così Museo-Laboratorio.

La creatività continua nel presente

ITM - International Trademarks, studio creativo che smentisce l’idea per cui le agenzie di comunicazione debbano stare a Milano, ha il suo quartier generale in un inaspettato angolo della campagna di San Giustino (PG)… e produce anche un’ottima birra (birra Altotevere).

Nato nel 2018, ITM oggi è anche uno spazio di co-working con 9 postazioni suddivise in 300 mq di set per immagini still life, dirette web, limbo fotografico. Il portfolio dell’agenzia è vario e composto da clienti che operano nelle industrie beauty, fashion, hotellerie, food&beverage ed eventi.

Oggi ITM ha 7 dipendenti tra fotografi, videomaker, graphic & web designers, oltre a vari collaboratori, free-lance, amici.

Un’osteria nel quartiere multietnico

Nel 2017 Raffaella e Maurizio, entrambi con esperienze in diverse città italiane nel mondo dei beni culturali, decidono di imboccare una nuova strada professionale con l’apertura del bistrot Sud Osteria Popolare.

“Dopo aver tanto pensato e tanto girato - racconta Raffaella - abbiamo scelto un locale in abbandono, in un caseggiato popolare, nel nucleo storico di un quartiere popoloso e multietnico, all'epoca in grave degrado sociale e assolutamente periferico rispetto ai consumi culturali della città e oggi, dopo tanti sforzi, in forte rilancio.

Marco Fagioli, con lo studio Zup Design, ha saputo interpretare alla perfezione le nostre esigenze e ha dato vita a un ambiente piccolo, piccolissimo, moltiplicandone lo spazio per accogliere i mille oggetti e le mille storie che volevamo raccontare.

Con pochi segni essenziali e materiali basici - il legno il ferro e il cemento - ha creato un luogo accogliente e intimo, lontano dalle mode, che pone al centro l'artigianalità, il concetto su cui si basa tutto il nostro progetto.”

Ospitalità e ricerca etnoculinaria

È un progetto di vita e di famiglia che prosegue con amore quello della Locanda Stella, a Perugia. Dal ristorante gestito da Luisa Stella e dall’attività alberghiera inaugurata negli anni 80, oggi le redini della locanda sono in mano a Silvia, figlia di Luisa, e al marito Arek di origine polacca.

Entrambi germanisti, dal 1998 hanno deciso di stabilirsi in Umbria per dedicarsi con dedizione e meticolosità al ristorante di famiglia. Dal 2004, a completare la brigata è il cuoco Nicola Passarelli, che apporta il suo fondamentale contributo in termini di ricerca e innovazione della tradizione.

È nel 2016 che il progetto si completa nell’offerta di ospitalità: il piccolo albergo a gestione familiare ha lasciato, infatti, il posto a sette camere, una diversa dall’altra, frutto di un ‘sentire’ comune: i colori sono quelli della terra umbra, dei suoi boschi e delle sue colline, i materiali semplici e resistenti, spesso ricavati da antichi oggetti d’uso, come tubi, cappelli, vecchie botti, tessuti, frutto del lavoro di artigiani, rigattieri e artisti.