Dieci parchi d'arte lungo la penisola per un viaggio all'insegna della bellezza e del rapporto tra uomo e natura

Se i parchi d'arte sono luoghi speciali, il motivo è semplice. Uomo e natura hanno bisogno di parlarsi a causa, prima di tutto, di un inevitabile confronto che dura da sempre tra l'animale ormai meno 'naturale' del creato e il pianeta su cui vive.

E così lo spazio naturale progettato - il parco - di unisce a quanto di meglio l'umano sa produrre: quella ricerca di senso che è l'arte.

Dai percorsi di sculture all'area aperta ai boschi disseminati di installazioni, il parco d'arte è diventato negli ultimi anni un luogo in cui, anche nei casi in cui si chiede all'arte di rappresentare l'alterità dell'uomo rispetto alla natura, o quando il parco, a dispetto di tutti gli altri, è in città (e si raggiunge in metropolitana), il dialogo è garantito.

E dove non manca nemmeno l'aspetto scientifico: quel considerare la biologia (nelle versioni aggiornate di biotech e transgenico) come strumento dell'arte che diventa ricerca.

Quali parchi d'arte visitare allora quest'estate? Ne abbiamo selezionati 10 per voi, dal Trentino alla Calabria

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Prato d’arte di Marzona - Udine

Quello di Villa Verzegnis, in provincia di Udine, più che un parco è un prato. Ma solo se se immagina il prato come qualcosa di aperto, senza confini precisi. Così lo ha pensato Egidio Marzona, tra i maggiori collezionisti europei: un luogo dialogico per differenza e dunque senza confini, come un prato.

Da 40 anni a questa parte la collezione e l’archivio Marzona si ampliano costantemente, con una particolare attenzione verso le tre grandi correnti degli anni ‘60 e ‘70, ossia Minimalismo, Arte Concettuale e Land Art, e verso le avanguardie del 20° secolo.

Nel 1989 Egidio Marzona invita alcuni tra i più interessanti artisti contemporanei a creare delle opere progettate espressamente per il suo Parco, scegliendo liberamente il tipo di rapporto da instaurare con il territorio circostante.

Accanto a queste ce ne sono altre acquistate successivamente e integrate nel parco. Ma la caratteristica comune è la volontà di non confondersi con l’ambiente circostante, d’essere altro. Ecco, la diversità che crea dialogo. Anzi, dialoghi nel prato.

Fattoria di Celle - Santomato di Pistoia 

C’è un’opera in questo parco che cattura l’attenzione. Si tratta di Cabane éclatée aux 4 Galles di Daniel Buren: una casa senza tetto completamente rivestita di specchi che si mimetizza con la natura circostante.

All’interno ci sono quattro stanze di colore diverso, ognuna con un’apertura e il materiale tolto per realizzarla è esposto all’esterno, in corrispondenza dell’apertura.

Come in un esploso, ma qui realizzato in 3D con un continuo rimando al territorio. Scoperchiata (come la vicina chiesa di San Galgano?), nel parco (tra prato e piante), in una simbiosi interessante che fa trapelare le diverse entità interiori che abitano la casa nel bosco….Si potrebbe andare avanti a lungo, ma il parco è pieno di meraviglie e quella di Buren è solo un possibile punto di partenza.

La Fattoria di Celle raccoglie la Collezione Gori, una raccolta privata di 80 opere di arte ambientale, aperta alle visite su prenotazione.

Parco sculture del Chianti 

L’opera dell’uomo in questo parco non tende a prevaricare la natura, ma si confonde con essa ed esalta la sua bellezza. Così si legge sul sito del Parco sculture del Chianti e in effetti a passeggiare in questo bosco di querce e lecci considerato tra i dieci più belli del mondo dal National Geographic si respira proprio questa armonia.

E in effetti le opere ospitate in questo luogo a pochi chilometri da Siena sono nate proprio in sintonia con la natura. Gli artisti sono stati invitati a immergersi nelle sue luci, nei profumi, nei colori, nei suoni del parco, a scegliere un’area e a creare un’opera site specific.

Negli anni poi il parco sculture si è ampliato, prendendo anche le aree esterne di Pievasciata B.A.C. Borgo d’Arte Contemporanea, oltre alla creazione di un anfiteatro che ospita in estate eventi di vario genere.

Musaba, Fondazione Spatari/Maas - Reggio Calabria 

Quella di Musaba è un’esperienza immersiva. A cominciare dalla sua definizione: ente indipendente e no profit di pubblico interesse, che si occupa della creazione, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico, ambientale, archeologico, paesaggistico del museo- parco-laboratorio fondato da Nik Spatari e Hiske Maas e in progress dal 1969.

Siamo nella Vallata del Torbido, a sud est del centro abitato di Mammola (RC) in Calabria.

Il parco è un territorio protetto attivo, con orti e coltivazioni specifiche del Mediterraneo e l’arte dialoga e racconta questo posto, insieme a un complesso del XII secolo trasformato in museo d’arte contemporanea. E poi c’è la storia dei fondatori e del loro lavoro per la creazione di questo posto magico, idi cui si sono innamorati. Il risultato è abbastanza unico, tra arte monumentali, giardini e architetture.

Il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano (GR) 

Alle pendici del Monte Amiata, in Toscana, c’è una tenuta chiamata Paradiso. Le ragioni di questo nome sembra dipendano dal clima mite che lo caratterizza e che favorisce la crescita rigogliosa di una biodiversità importante.

Proprio quel Paradiso negli anni 90 del secolo scorso venne scelto dall’artista svizzero Daniel Spoerri come dimora d’elezione.

Nel 1997 Il Giardino di Daniel Spoerri, così si chiama ora quel paradiso, è stato riconosciuto come fondazione culturale aperta al pubblico. Attualmente ospita 113 installazioni di 55 artisti su un territorio di circa 16 ettari. Una ulteriore caratteristica che rende il Giardino un luogo paradisiaco è la possibilità di dormire lì.

Nella casa sono stati ricavati degli appartamenti per gli ospiti e un ristorante ... per vedere la notte e svegliarsi nel parco!

Giardino dei Tarocchi Capalbio (GR) http://www.giardinodeitarocchi.it/
Tra i più raccontati e soprattutto tra i più fotografati, questo luogo fiabesco è l’espressione del sentire artistico di Niki De Saint Phalle che ha progettato e realizzato le sculture che si incontrano nel parco. Un sogno, un incubo, un gioco, una filastrocca, una novella…. Quello che volete. Di sicuro ci si muove tra i tarocchi. Il nome infatti del giardino è dovuto alle sculture, tutte ispirate agli arcani, figure maggiori delle carte “magiche” e tradotte nello sguardo dell’artista franco-statunitense. L’idea di realizzare un parco dell’arte era nata durante una sua visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo (si può fare un link interno: parlo di Bomarzo nell’altro pezzo che vi ho mandato sui vari festival perché lì si svolge In Arte Vicino) in Umbria e si è realizzata nel 1979, identificando nel giardino dei Tarocchi il sogno magico e spirituale della sua vita.

Arte Sella Borgo Valsugana - Trento

Luogo storico dell’arte contemporanea in quota, il parco di arte sella è in continua evoluzione e ha visto in 30 anni di storia incontrarsi linguaggi artistici, sensibilità e ispirazioni diversi, ma tutti uniti nel desiderio di creare un dialogo tra la creatività e il mondo naturale. E il risultato in effetti è bellissimo.

Alla Malga Costa, al Borgo Valsugana e nel Giardino di viale Strobele si possono vedere le sculture e le opere di land art che raccontano la bellezza. Quella dell’arte e quella della natura, in uno dei loro incontri migliori.

L’elenco degli artisti è lunghissimo, ma ci sono opere anche di Ettore Sotssass, Angelo Mangiarotti, Michele De Lucchi, Stefano Boeri, Mario Cucinella (nel Borgo); Tobia Scarpa, Arcangelo Sassolino, Michelangelo Pistoletto e molti altri alla Malga. Senza dimenticare la Cattedrale Vegetale…

Parco due mondi Lingueglietta- Imperia 

Carin Grudda è un’artista tedesca che racconta il mondo degli animali, tra favole e zoologia. E in Liguria, nell’entroterra di Imperia, ha stabilito il suo regno, con tanto di fonderia per realizzare le sue sculture in bronzo.

Non solo: il bosco e il terreno circostante è disseminato di suoi lavori, che appaiono a sorpresa, oppure a presidiare le radure.

Maiali (tantissimi, selvatici e non), capre, pecore e mufloni sono i protagonisti dei suoi lavori, insieme a figure letterarie (Papaghena per esempio), quasi mitologiche (come il gatto blu o l’angelo pesante) e ancestrali (la Grande Donna).

C’è anche un omaggio a Beuys dal titolo Quercia 115: un albero che ospita su un ramo un cappello da uomo, proprio come quello che indossava Joseph.

Art Park La Court Castelnuovo Calcea - Asti 

A questo indirizzo non può mancare una degustazione di vino. Per la precisione, dei migliori Crus del Piemonte, come recita il sito, tra Barolo, Barbaresco, Nizza e Gavi.

Venti ettari di vigneti, tre cascinali, due colline ne fanno il più esteso museo a cielo aperto in vigna, monumento in continuo aggiornamento dove arte, paesaggio e vino dialogano ininterrottamente.

A firmare le scenografie paesaggistiche è stato Emanuele Luzzati che ha lasciato in eredità le sue sculture, ora organizzate in un percorso dedicato ai quattro elementi, Terra, Acqua, Aria e Fuoco.

Accanto ai suoi lavori altri artisti hanno punteggiato le colline con le proprie opere, tra cui Ugo Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle. E il gioco è fatto: del rapporto e dell’armonia tra uomo e natura si riflette dentro atmosfere fantastiche, immaginifiche e arcaiche.

Pav - Parco Arte Vivente Torino 

Un luogo altro rispetto ai parchi d’arte di cui abbiamo parlato in questo articolo, solitamente forti di una natura importante, distante da grossi centri urbani e dalle loro (a volte invadenti) architetture, il Parco Arte Vivente di Torino è invece ancorato alla dimensione urbana, cui associa la sua natura sperimentale e Green.

Occupa un’area ex-industriale di circa 23.000 mq che comprende un sito espositivo all’aria aperta e un museo interattivo inteso quale luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti. In questi spazi lavora il PAV, Centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate.

Il campo di indagine è l’Arte del vivente, una declinazione delle tendenze contemporanee tra Bioarte, Biotech art, l’Arte transgenica e l’Arte cosiddetta ecologica, con cui declina mostre temporanee e laboratori.