Da Palladio a Cleto Munari, passando per gli interventi di Canova e Carlo Scarpa: benvenuti nel Veneto dell'arte e della cultura, con un itinerario a cura di Monica Facchini, storica dell’arte e guida turistica

In un percorso quasi circolare nelle provincie di Treviso e Vicenza, con un’incursione creativa a Venezia, lo speciale estate 2023 di Interni raggiunge il Veneto e le sue molteplici espressioni d’arte. Facciamocele raccontare da Monica Facchini.

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Chi è Monica Facchini, la nostra guida al Veneto?

Si definisce “un’inguaribile narratrice di bellezza”, in realtà Monica Facchini, laureata in Storia dell’Arte Contemporanea, dopo una serie interminabile di master, seminari e corsi di specializzazione, ha trovato il suo posto nel mondo facendo della condivisione delle sue conoscenza una professione. Ovvero la guida turistica.

Oggi Monica, dopo diversi anni di esperienza e sperimentazione, ha messo a punto una formula di viaggio innovativa da scoprire in tutte le sue varianti sul sito: Sentieri d’Arte e Architettura.

La liricità della Tomba Brion

L’itinerario in Veneto potremmo dire che comincia da una fine: Brion, infatti, è il nome del complesso funebre monumentale, a San Vito di Altivole (TV), che fu commissionato all’architetto Carlo Scarpa da Onorina Brion Tomasin in memoria dell'amato coniuge Giuseppe Brion, prematuramente scomparso.

L'industriale era nato nel piccolo paese trevigiano ed è notissimo per il marchio Brionvega, faro del design Made in Italy per l'industria degli apparecchi radiofonici e televisivi degli anni '60 e '70.

La tomba Brion è anche uno dei luoghi del cuore di Monica Facchini che lo definisce "un luogo di una liricità unica che, al di là dell’inevitabile funzione, canta la Vita in tutte le sue sfaccettature e infonde un gran senso di pace.

Più che una tomba è un giardino funebre in cui gli influssi della cultura giapponese sono apparentemente più forti che mai.

Dico apparentemente perché, osservandola bene, quest’opera parla tutte le lingue del mondo, svelando l’immensa cultura artistica e la memoria visiva del suo creatore.”

Marmo, arte e potere a Possagno (TV)

Il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno presenta al pubblico (fino al 3 settembre) la mostra Canova e il potere. La collezione Giovanni Battista Sommariva, ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Moira Mascotto e Elena Catra, con la direzione artistica di Contemplazioni, che omaggia il sommo maestro ricostruendo le prestigiose relazioni che l’artista ebbe con i massimi esponenti del panorama politico e culturale dell’epoca, mettendo in luce il legame indissolubile esistente tra l’arte e il potere.

L’esposizione indaga per la prima volta la figura complessa di Giovanni Battista Sommariva e la sua preziosa collezione che annoverava nove opere, di cui cinque marmi importanti, dello stesso Canova oltre a quelle di Francesco Hayez, Bertel Thorvaldsen e Pierre Paul Prud'hon, alcune delle quali eccezionalmente riunite per l’occasione al museo.

Straordinaria è, inoltre, la presenza dell’opera in marmo raffigurante l’Apollino, proveniente dalle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, esposta per la prima volta al pubblico in tutta la sua rinnovata bellezza dopo il restauro sostenuto dal Museo Canova e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

I mille volti della ceramica di Robi Renzi

Robi Renzi, oggi, vive in provincia di Vicenza, dove nel suo laboratorio (visitabile su appuntamento) produce ceramiche di ricerca, inconsuete e comunicative in un laboratorio luminoso e suggestivo.

La sua storia, però, attraversa diverse regioni italiane: nasce vicino a Urbino, studia a Firenze per raggiungere Milano alla fine degli anni 90.

“Milano è stato per me il tempo del design. Con Roberto Reale facevamo la Renzi & Reale”. Avevamo un grande studio, molto suggestivo e lavoravamo per case di moda, aziende del design e arredamento d’interni.

Abbiamo sperimentato doversi materiali, tessuto, legno, resina, metallo e fusioni per produrre mobili, oggetti e stanze; essenzialmente prototipi e pezzi unici.” Oggi Robi Renzi lavora prevalentemente con argilla, legno e carte e dice di amare e odiare, insieme, la ceramica per l’enorme quantità di variabili che presenta.

A Vicenza per scoprire l’arte orafa

Situato nel cuore di Vicenza, all’interno della Basilica Palladiana patrimonio dell’Unesco, il Museo del Gioiello è un luogo unico nel suo genere. Inaugurato a fine 2014, è un progetto culturale che vuole celebrare non solo la tradizione orafa di un territorio, ma anche l’eccellenza italiana in questo settore.

Le nove sale tematiche, curate negli allestimenti dallo studio Urquiola (Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Futuro) permettono di scoprire le meraviglie della gioielleria Made in Italy grazie alla mostra permanente Gioielli Italiani”, che celebra le migliori storie orafe nazionali con pezzi iconici firmati da artisti, artigiani, designer e grandi maison.

Tra le meraviglie custodite al suo interno c’è anche la celebre Corona della Madonna di Monte Berico realizzata nel 1900, assieme al pettorale votivo, una creazione unica composta di gioielli preesistenti ed ex-voto che le nobili famiglie vicentine hanno donato idealmente alla Santa patrona della città.

Cleto Munari, l’artista amico degli artisti

Quella di Cleto Munari è, infatti, una doppia vita. Quella di un designer conosciuto in tutto il mondo per i suoi lavori e quello di una matita geniale che si muove con eleganza tra gli schizzi e i disegni dei suoi amici architetti, artisti, designers e letterati e li addomestica in un linguaggio che migra magicamente dalla carta alla materia, da quella povera come la creta alle più preziose come oro e argento.

Cleto Munari ha avuto intuizioni straordinarie e tra le più importanti c’è sicuramente quella di essersi alleato a grandi designer, architetti e artisti per dare vita a collezioni che hanno segnato il gusto, il piacere del vivere quotidiano senza alcun vincolo di tipo culturale o commerciale.

E grazie al suo percorso scopriamo gli intrecci, sempre più numerosi, del nostro viaggio in Veneto: Cleto Munari inizia la sua storia artistica nel 1973, all’età di 43 anni, quando incontra per la prima volta l’architetto Carlo Scarpa, forse il più importante architetto italiano di tutti i tempi.

Vicino di casa, Cleto Munari frequentò assiduamente lo studio dell’architetto, affascinato dai progetti del maestro” che diventavano sulla carta forme eleganti e perfette. Questa frequentazione portò Cleto Munari a scoprire la sua grande passione per il design, perno su cui poggerà, in futuro, tutto il suo lavoro creativo e produttivo.

La cantina realizzata in bioarchitettura

Vignaioli Contrà Soarda nasce nel 1999 dal sogno di Mirco e Gloria, i genitori di Eleonora Gottardi, con l’acquisto di un terreno abbandonato per oltre 12 anni sulle colline di Bassano del Grappa, alle pendici dell’Altipiano di Asiago.

Dopo aver riportato alla luce una terra estremamente vocata alla viticoltura e aver impiantato le prime vigne, è stata costruita la cantina progettata secondo i principi della bioarchitettura. Il risultato è una struttura a ridotto impatto ambientale, perfettamente integrata nel paesaggio circostante, che facilita e migliora molti degli aspetti produttivi tecnici, quali il controllo geotermico delle temperature nelle sale, o il trasporto delle uve per gravità.

La barricaia (la sala dedicata all’affinamento dei vini in legno) è una stanza ideata ispirandosi a progetti di Gaudì e Dieste, caratterizzata dalla maestosa doppia volta realizzata con marmo rosa dell’Altipiano.

Infine, la parete di roccia vulcanica che caratterizza i vigneti di Contrà Soarda, lasciata volontariamente scoperta, funge da connessione diretta con la montagna che regola naturalmente l’umidità nelle sale. L’azienda ospita e gestisce anche il ristorante storico Pulierin Enotavola.

Relax in un complesso palladiano

A Bagnolo di Lonigo, nel verde della campagna tra Verona e Vicenza, si trova La Barchessa di Villa Pisani, ospitata nel suggestivo complesso di Villa Pisani Bonetti, realizzata nel 1541 da Palladio e dal 1996 Patrimonio Unesco.

Si tratta di un elegante relais modernamente ristrutturato, dove trascorrere piacevoli soggiorni di quiete e relax grazie alle camere decorate con opere d’arte ed elementi di design, alla palestra attrezzata, alla sauna finlandese e alla piscina all’aperto.

Fa parte del complesso l’Osteria del Guà che propone una cucina di gusto dai sapori familiari, basata su grandi materie prime stagionali: in menù piatti di Terra e di Mare legati al territorio e ispirati alla tradizione italiana. La villa, infine, ospita un’importante collezione di arte contemporanea sia all’interno che diffusa nel parco.

Ieri una scuola, oggi un piccolo hotel a tema

A Lusiana Conco, sull’Altopiano di Asiago, c’è un piccolo luogo di ospitalità dove il tempo sembra essersi fermato: la Locanda La Scuola è una Guesthouse con formula 'camere e colazione' ricavata in una vecchia scuola di montagna degli anni Venti.

Ogni camera è dedicata ad una materia: Geografia, Storia e Lettere, Scienze, Aritmetica e la Camera della Maestra, romantica, con la vasca da bagno Belle Époque.

Ognuna ha il suo stile ed è ricca di dettagli da scoprire: i vecchi banchi di scuola, le tavole didattiche, le cartelle, le lavagne.

Il restauro conservativo, realizzato con le imprese e gli artigiani locali, ne ha protetto tutto il fascino: il pavimento in cementine, la scala in marmo rosso locale, il tetto con le travi in castagno e le vecchie 'tavelle'. I nuovi elementi aggiunti garantiscono il massimo comfort e si fondono con creatività agli arredi di recupero.

Un passaggio a Venezia nel rispetto delle competenze italiane

Anche se Venezia è una realtà a sé, non si poteva non citarla in un itinerario veneto, anche solo per due suggerimenti.

Uno, più noto ma coerente con l’itinerario suggerito, è il negozio Olivetti, sotto i portici delle Procuratie Vecchie, capolavoro dell’architettura italiana novecentesca di Carlo Scarpa.

Un negozio anche il secondo tutto da scoprire, a San Samuele, nato dalla passione di Chiarastella Cattana, designer di tessuti.

La sua esperienza nel tessile si è formata tra gli anni 80 e 90 in un Italia a cavallo tra gusto moderno e sapere artigiano. Il suo immaginario coltivato nel tempo ha creato le linee guida su cui si muove il suo lavoro.

La collezione tessile presentata esplora le possibilità produttive del territorio e porta avanti una ricerca di innovazione sulle tecniche di tessitura tradizionale come lo jacquard, le tele di lino e il ricamo, in una continua elaborazione di materiali, colori e disegni.

La collaborazione con piccole aziende tessili da nord a sud, inoltre, assicura la qualità realizzata da mani esperte rappresentanti delle migliori competenze del nostro paese.