Un viaggio nel più grande Open Air Museum d'America, il Wynwood District di Miami: tra ispirazioni messicane in salsa yankee e performance rocabolesche

Due sono i distretti di Miami Downtown che concretano il più grande "Open Air Museum delle Americhe": Wynwood e Allapattah che in lingua Seminole significa alligatore o caimano, l'armato rettile che infestava e popola tutt'ora le paludi della Florida meridionale (le Everglades).

E due sono i pionieri immobiliaristi, ristrutturatori di successo e collezionisti, un po' caimani perché la corruzione fa capolino nella Magic City pilotata da un'amministrazione cubana, che negli ultimo ventennio hanno rimodellato i due quartieri con edifici le cui facciate sono dipinte o impacchettate da giganteschi murales vistosi e sonori: John Marquez (che ha aperto la sua fondazione proprio ad Allapattah con una personale della pittrice ispanica figurativa Cristina de Miguel) e Tony Goldman.

In mezzo alle due aree scorrono le sliding doors delle showroom che si snocciolano nel Design District, affollate durante la Week dicembrina di installazioni e perfomances.

È stato però Tony Goldman che, già proprietario di una vasta zona di Wynwood - un quartiere di portoricani nominato Little San Juan o El Barrio che abitavano l’area industriale di magazzini in disuso (soprattutto tessili e di scarpe) - decise all'inizio del terzo millennio di creare Wynwood Walls: una concentrazione, recintata, di murales d'autore che oggi offusca quella europea concentrata nell'ex area industriale di Charleroi in Vallonia.

In vero nello stesso anno 2000 l’associazione Primary Flight aveva iniziato a creare nello stesso francobollo di blocchi un 'open air museum' invitando artisti di strada da tutto il mondo a decorare i muri delle warehouses che ora accolgono, nonostante i prezzi degli affitti siano ormai lievitati, hipster e creativi con famiglie a carico.

Wynwood Walls è una curiosa esperienza. In primis per osservare da vicino decine di opere murali figurative 'spruzzate' da artisti per lo più latini - lavori un po' cartoons come quelli di Greg Mike e un po' materici e sfumati come "The Girl in the rain" di Dan Kitchener che se non sono il porto franco della raffinatezza decorativa con l'accostamento pop di colori flou, saturi, acidi e freddi comunque divertono e richiamano la storica pittura messicana stesa in salsa yankee. E poi per vedere all'opera i giovani performers che alla fine del percorso tracciato sotto i cieli disegnati di Miami illustrano ai più curiosi, bombolette in pugno, l'arte dello spruzzo. Atto performante tutt'altro che semplice e banale.

Infatti negli States, e la visita a Wynwood Walls ne è un chiaro esempio, valorizzano oltre al valore economico delle opere spesso la téchne, ossia la prassi, la perizia nella creazione artistica così come mettono in luce i materiali utilizzati per la realizzazione della medesima.

Wynwood District in se medesimo oltre ai murales enormi (mai gli stessi) allinea diverse gallerie di ogni genere intervallate da negozi, bar, ristoranti e pop up galleries o pop up shop: spazi espositivi e negozi a tempo determinato che propongono artisti meno noti e/o oggettistica di design neo-qualcosa ma comunque divertente.

Immagine di copertina: Wynwood Walls, credits: Whls artist