Il recente restyling di Pierre-Yves Rochon è un'ottima scusa per gli appassionati di design e interior per visitare la perla dell'Engadina: il Grand Hotel Kronenhof a Pontresina

Il paradiso dista solo tre ore di macchina da Milano. Tanto ci vuole per raggiungere l’Engadina, una delle valli più belle e seducenti della Svizzera. Siamo nel Cantone dei Grigioni, il più misterioso fra i 26 che compongono la confederazione elvetica. Qui tutto sembra convivere in perfetta armonia.

Soprattutto gli estremi. La natura maestosa con alberghi simili a castelli; la tempra coriacea degli abitanti con la dolcezza delle loro case (i cui muri sono spesso costellati di versi di poesie); i ghiacciai perenni con i laghi turchesi; l’esistenzialismo di Giacometti col simbolismo di Segantini; il glamour di Sankt Moritz con la raffinata quiete di Pontresina.

E proprio qui, in questo comune di 2200 anime, che in alta stagione si moltiplicano fino a diventare 30mila, si trova uno dei fiori all’occhiello della regione: il Grand Hotel Kronenhof.

Un luogo leggendario, fondato nel 1848 con il nome di Locanda Rössli dalla famiglia Gredig e trasformato in struttura ricettiva nel 1870 grazie all’architetto svizzero Nikolaus Hartmann.

Nel 2016 l’albergo ha subito un’importante opera di restyling firmata dall’interior designer francese Pierre-Yves Rochon (il cui ultimo atto si avrà a fine luglio con l’apertura della nuova suite presidenziale).

Una delle chiavi per comprendere appieno questa grande opera di ammodernamento sono i colori: al Kronenhof, per esempio, dominano i grigi e i blu.

Nuances che, oltre a fare da contraltare agli ampi muri bianchi della struttura originale, sono un omaggio evidente alla natura che avvolge questo 5 stelle Superior, talmente bello da finire nell’esclusivo elenco dei luoghi tutelati dal Ministero dei Beni Culturali come monumento storico e come come gioiello di architettura neo-barocca alpina.

Il lifting di monsieur Pierre-Yves ha coinvolto diverse aree del complesso, che nel 1898 è stato rimodellato in tre ali sviluppate attorno a una corte centrale.

Innanzitutto le stanze: 28, fra camere e suite, tutte pensate come appartamenti dove le zone d’ingresso sono funzionali, i bagni extralarge con docce e WC separati, le cabine armadio iperspaziose, le luci ricercatissime e il panorama esterno valorizzato in ogni suo scorcio.

Poi l’ingresso, dove una coppia di porte scorrevoli in vetro sembrano quasi anticipare quello che si ammirerà di lì a poco; il corridoio centrale in parquet di quercia restaurato e sormontato da affreschi del pittore Otto Haberer sul soffitto riportati allo splendore degli inizi del ‘900; la Play&Smokers Lounge, in cui campeggiano una sala biliardo, pouff e divani verdi, specchi e quadri classici alle pareti; la scenografica lobby, dalle imponenti finestre panoramiche che si affacciano sul ghiacciaio Roseg.

E ancora: la sala camino, chiamata 'Chimney room', in cui brillano di luce propria le iconiche poltrone Eames disegnate da Charles e Ray Eames nel 1956; la sala dei ricevimenti, soprannominata Salon Julier; e quattro piattaforme yoga outdoor, situate nel parco con vista panoramica sulla valle e sulle montagne circostanti.

Il vero fiore all’occhiello del progetto è però lo spettacolare Kronenhof Bar, già punto di riferimento per gli abitanti di Pontresina e i viaggiatori internazionali, perché riassume in pochi metri quadrati tutta la poetica del designer transalpino, conosciuto per quel suo modo personalissimo di mescolare tradizione e contemporaneità come in un drink perfettamente equilibrato.

Lo spazio in questione è immerso nel rosso acceso e nell’immancabile blu notte.

I pannelli in legno dietro il bancone sono impreziositi da decorazioni in rilievo miniato dall’artista Jane Puylagarde. Mentre un raffinato lampadario dorato di Charles Paris chez Rubelli reinterpreta la forma della corona, simbolo dell’albergo.

Insomma, ogni particolare di questo suggestivo cocktail bar rende l’atmosfera perfetta per degustare un Havana Attendant o un Magenta Redemption, due delle signature del ricchissimo menù.

In Engadina Rochon ha portato un lusso evidente, ma sempre raccontato sottovoce. Qui a Pontresina, infatti, dominano i sussurri ma mai le grida.

Per raggiungere questo equilibrio il designer originario di Saint Nazaire, ha usato velluto, seta e pelle e li ha resi protagonisti del restyling. Ha amalgamato materiali, stoffe e arredi in modo da creare un ambiente elegante e al tempo stesso rilassante.

Oggi qualcuno lo chiamerebbe 'cozy', noi ci limitiamo a definirlo semplicemente accogliente.

“La nostra filosofia è sempre stata chiara”, ha affermato Rochon, che si è occupato anche del restyling del mitico Kulm Hotel di Sankt Moritz. “Non vogliamo creare soltanto una decorazione, ma un’intera atmosfera…”. E al Kronenhof l’obbiettivo è stato decisamente centrato.