Le città stanno attraversando un periodo di grande cambiamento e, complice il periodo che stiamo vivendo, lo spazio intorno a noi diventa proprio il punto da cui ripartire. La dimensione del quartiere è tutt’altro che una realtà dimenticata

Ultimamente ha fatto molto parlare di sé la strategia della “città in 15 minuti”, una proposta del sindaco di Parigi Anne Hidalgo per fronteggiare e contenere gli effetti del virus. Il piano prevede che tutto ciò di cui abbiamo bisogno si trovi a misura di quartiere, ovvero quindici minuti da casa, a piedi o in bicicletta. Non si tratta di una novità: tante altre città europee prima di Parigi si erano organizzate per adottare un modello distribuito e meno centralizzato. Con la pandemia, però, questa soluzione ha acquistato una nuova dimensione di interesse. L’obiettivo infatti è diminuire gli spostamenti e incentivare le persone nello sfruttare al massimo quello che la propria zona può offrire. Su questa linea anche Beppe Sala ha varato “Milano 2020”. ll piano si concentrerà sui quartieri e sulla valorizzazione dello spazio pubblico con i primi cambiamenti che prevedono l’allargamento dei marciapiedi e l’aumento delle ciclabili. Uno dei primi effetti concreti dell’adozione delle nuove strategie sarà quindi, nel breve termine, una mobilità alternativa e  sostenibile.

La prossimità nell'era del social distancing

Ma gli spostamenti non sono l’unico fattore da tenere in considerazione per affrontare contemporaneamente pandemia e problematiche ambientali. Si tratta di un progetto a lungo termine non tanto legato alla trasformazione dei quartieri quanto alla necessità di un cambio culturale che può essere attuato soltanto attraverso la contaminazione”. A parlarne è Marta Savoldelli di OpenDot, punto di riferimento per l’innovazione a Milano, nonché Fab Lab e hub di ricerca – fondato da Dotdotdot – impegnato nello sviluppo di una progettazione partecipativa multidisciplinare unita alle strategie di consulenza e alla padronanza delle tecnologie di fabbricazione digitale. La sostenibilità è un concetto più ampio e il quartiere diventa sostenibile nella misura in cui relazioni sociali, commercio di prossimità e tecnologia trovano il loro spazio.

Il ritorno della manifattura in città

Le aree di intervento sono tante: In questo momento stiamo portando avanti, insieme all’assesorato di Cristina Tajani, un progetto ancora allo stato embrionale che riguarda il problema della manifattura a Milano” continua Savoldelli. Molto spesso le attività artigianali non hanno gli strumenti e le conoscenze adatte alla sopravvivenza”. Quindi, per evitare che la ricchezza venga prodotta altrove e poi trasportata con tutte le conseguenze del caso, c’è bisogno di riportare la manifattura in città attraverso il reskilling’ delle persone. L’idea è quella di offrire un supporto tecnologico focalizzato sulla comunicazione e la gestione digitale delle imprese per mantenerle attive. Questo consente di creare produzioni sostenibili e di qualità che hanno un valore aggiunto maggiore, con un impatto non soltanto locale ma sull’area circostante.

L'eco-sistema cittadino

Il tentativo di trasformare le città da unico oggetto centralizzato a tanti elementi polifunzionali ha senso solo se le diverse parti sono in dialogo tra loro e contribuiscono al funzionamento dell’intero sistema. In questo senso la conoscenza delle tecnologie connesse è indispensabile. Avere un accesso in più rispetto a quello che la piccola dimensione è in grado di offrire, cambia radicalmente le possibilità”. A volte, nascere a 5 km di distanza, può fare veramente la differenzaBisogna tener conto che i quartieri non sono tutti uguali. In questo senso, le zone periferiche spesso diventano sacchi di povertà che non sono in grado di offrire i servizi adeguati”.

Per questo è nato QuBì, un progetto di Fondazione Cariplo focalizzato proprio sulla riduzione di queste differenze, dove OpenDot, insieme alla rete per il quartiere Umbria Molise ha affrontato il tema della povertà nell’educazione infantileAbbiamo inserito un pezzo di formazione digitale in supporto all’associazione di quartiere che offre servizi di assistenza educativa ai bambini”. Una risorsa fondamentale, senza cui le periferie si comporterebbero ancora una volta come apparati isolati e dimenticati da tutto il resto.

Rispetto al panorama urbano e alla sua crescita c’è ancora molto da fare, il vero problema è riconoscere le differenze e rispettare la diversitàLa soluzione che funziona per tutti non esiste. Dobbiamo imparare a affrontare ogni settore capendone le regole in modo da pensare a una soluzione ad hoc e ogni volta diversa.

La rigenerazione dei mercati rionali

Ma come si gestisce questa complessità? Coinvolgendo direttamente gli utenti all’interno della progettazione. Il co-design è il nostro metodo per affrontare le necessità. Non facciamo problem solving ma problem finding, ragionando insieme alle persone sulla definizione del problema per trovare la soluzione più efficiente” afferma Savoldelli. Nel caso di Reflow, un progetto sulla rigenerazione dei mercati rionali in chiave circolare, sono partiti proprio dalle persone. Abbiamo intervistato chi frequenta e lavora al mercato per capire come mai, nonostante fossero a conoscenza di alternative migliori, scegliessero comunque soluzioni poco sostenibili. Solo una volta definito il problema è possibile trovare delle risposte. Ci saranno tante piccole soluzioni flessibili da testare, modificare e adattare fino a trovarne una che funzioni per quello di cui hanno bisogno.

Quello del mercato rionale è solo un esempio delle tante pratiche di riqualificazione degli spazi comuni che sono alla base del processo di ripensamento del quartiere e hanno come tratto comune quello di generare valore di tipo sociale. Non è possibile pensare questi spazi separatamente dalle relazioni sociali che instaurano. La riqualificazione in termini esclusivamente economici non può funzionare perché diventa speculazione e allontana le persone che lo hanno reso vivo. Del resto, la capacità di instaurare relazioni è una delle caratteristiche fondamentali dell’essere umano e anche la ragione principale della società senza cui non si potrebbe andare avanti a lungo.

 

Le fotografie in questo articolo fanno parte del progetto Milano, quartieri in progress (marzo 2019) di Matteo Cirenei - Account instagram @photoarchcom.