Una casa su pilotis a Miami Beach in Florida, dall’interior design sofisticato e di qualità, si propone come un’architettura creativa in grado di competere con le sfide dell’ambiente naturale che la circonda

 

Progetto di Rene Gonzalez Architects
Foto di Michael Stavaridis / courtsey RGA – Testo di Antonella Boisi

 

Nei primi anni dell’Ottocento gli indiani della tribù Seminole in Florida elevavano su palafitte le loro capanne Chickee per proteggersi da terra bagnata e parassiti, permettendo a venti e correnti di fluire in modo salubre sotto le costruzioni. Più tardi, negli anni Trenta del secolo scorso, un grappolo di case su ‘trampoli’ difensivi, Stiltsville, fu costruito sull’acqua nella Biscayne Bay di Miami.

Ci racconta Rene Gonzalez, progettista di base a Miami, che proprio reinterpretando l’essenza di queste fonti di ispirazione (i paradigmi delle Prairie Houses di Frank Lloyd Wright o i cinque punti dell’architettura moderna di Le Corbusier non si discutono of course) ha concepito il progetto della Prairie Avenue Residence, la prima completata di una serie di abitazioni erette su pilotis a Miami Beach in Florida, che affronta in modo specifico la minaccia dell’aumento del livello dell’acqua del mare, cresciuto in modo esponenziale e preoccupante negli ultimi tempi, a causa del riscaldamento globale del pianeta.

“La città sta rispondendo attivamente a questa situazione”, spiega, “elevando le strade e investendo risorse, stimate sui 500 milioni di dollari, per costruire stazioni di pompaggio dell’acqua e dighe adeguate ad affrontare lo stato idrogeologico d’allerta. Quanto alle proprietà private, i nuovi requisiti impongono che gli edifici siano progettati più in alto rispetto alla quota di insediamento topografica”.

È così che questa proposta abitativa, pur inserendosi a pieno titolo nel filone tipologico della casa di design di lusso, dimostra come il progetto possa essere creativamente competitivo e al servizio di un miglioramento necessario delle condizioni della vita contemporanea rispetto all’ambiente che cambia.

“Come le foreste di mangrovie indigene che si trovano nelle zone di marea tropicali e subtropicali e che proteggono le aree costiere dall’erosione, dalle mareggiate e dagli uragani”, continua Gonzalez, “la casa tocca (scava ndr) il terreno con molta leggerezza. Sopraelevata su pilotis di cemento, organizza giardini, aree per il parcheggio e lo stoccaggio a livello della quota zero e fornisce un rifugio sicuro agli abitanti durante gli uragani e le inondazioni”.

Tutti gli spazi abitativi sono sospesi su un giardino scultoreo di vegetazione tropicale, che fornisce drenaggio e diventa vitale materia organica, ed è percepibile in modo mutevole a seconda dei livelli fluttuanti dell’acqua sottostante. Vi si accede tramite una scala in ottone bronzato retrattile, quando necessario, che si solleva meccanicamente e si dispone in un vano al centro della casa.

In cima a questa scala motorizzata di stile navale, realizzata su disegno, con grande maestria, dall’azienda italiana Marzorati Ronchetti – come quella interna fissa, sempre in ottone bronzato – il primo volume che appare alla vista è quello centrale della lunga piscina. Grazie a una studiata assialità e simmetria compositiva, essa enfatizza ulteriormente la delicata connessione tra il terreno e gli spazi abitativi.

Intorno alla vasca d’acqua si aprono le isole living, la zona notte e quella per gli ospiti, distribuite nella sequenzialità ininterrotta di una pianta libera che, definita da ampie porzioni vetrate e porte scorrevoli a tutta altezza, sottolinea l’armonia con l’ambiente naturale e i suoi elementi fondativi, l’acqua, il verde e la luce. Pensata come una casa di vacanza per un committente che vive la maggior parte dell’anno in un clima più freddo, l’architettura declina in ogni dettaglio un rapporto dinamico a più livelli con il landscape.

“Anche le pareti inclinate perimetrali in cemento, ritagliate ad hoc dalle superfici vetrate”, riconosce il progettista, “sembrano fluttuare per lasciare alla luce la possibilità di riversarsi negli ambienti in modo sfumato, come penombra. Allo stesso modo i piani del pavimento e del soffitto, trattati come elementi indipendenti, danno la sensazione di trovarsi all’interno di una successione sospesa di linee orizzontali di galleggiamento ampie e prolungate, parallele tra loro e orientate verso il cielo, fino al tetto-terrazza, concepito come estremo punto belvedere sul paesaggio naturale e costruito”.

E gli arredi di design? Sofisticatissimi e d’avanguardia, pezzi unici selezionati dai palcoscenici di tutto il mondo, come le opere d’arte con cui vanno a braccetto, scelti insieme al committente che ne è appassionato estimatore, diventano in questo quadro degni interpreti della pièce teatrale. In altre parole: l’architettura crea bellezza e risolve problemi.

 

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L’ambiente unico che accoglie le zone living-pranzo-cucina al primo livello si apre con vetrate scorrevoli a tutta altezza verso la piscina centrale (rivestita in travertino), nella ricerca della massima fusionecon l’esterno. Muri perimetrali inclinati in calcestruzzo a vista, pavimento in cemento con finitura lucida, partizioni in legno di ipe disegnano il palcoscenico per gli imbottiti di Vincenzo De Cotiis (2007) e i tavolini Quark in plexiglas (2009) e in rame (2014) di Emmanuel Babled. Sul fondo, la zona pranzo. Tavolo con piano in vetro di Germans Ermics, sedie Z in fibra di carbonio di Giovanni Pagnotta (2002) e lampadario tubolare in ottone argentato di Vincenzo De Cotiis (2012).
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L’edificio è sollevato dal terreno mediante pilastri in calcestruzzo armato.
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La leggerezza della struttura architettonica è valorizzata dall’area sottostante concepita come giardino, garage e passaggio per i pedoni, su progetto-landscape di Mauricio Del Valle Design.
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Gli spazi abitativi si sviluppano dal primo livello, dove si trova la piscina sospesa, e sono raggiungibili con una scala in ottone bronzato, retrattile, realizzata da Marzorati Ronchetti.
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Uno scorcio della costruzione interna. Il progetto tende a smaterializzare la scatola muraria e privilegia schermature parziali, per favorire una fluidità ininterrotta tra i vari livelli e un senso di unitarietà anche formale e materica.
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La cucina con isola e armadiature Boffi e sistema illuminotecnico Nuit di Kreon.
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Una sala da bagno che mixa rivestimenti in marmo di Carrara e accessori di Agape (distribuiti da Luminaire). Sul fondo, la scala in ottone bronzato fissa a doppia rampa, realizzata sempre su disegno da Marzorati Ronchetti, che conduce fino al tetto-terrazza.
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Una camera della zona notte che preserva il medesimo registro linguistico e formale: texture lignee a finitura grigia armonizzano con le pareti in cemento a vista e con gli arredi fissi su disegno di RGA. (per due)
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Un'altra camera della zona notte.