Di Patrizia Catalano

Tutti sanno che il mondo dell’imbottito quando parla di ricerca, punta principalmente su ergonomia, nuove tipologie, ricerca dei materiali di rivestimento. Altra cosa quando un settore, storicamente poco innovativo dal punto di vista tecnologico, va a esplorare nuove opportunità concentrandosi su un’innovazione che parte dall’interno del prodotto, verificando la possibilità di proporre al pubblico un imbottito completamente rinnovato nelle sue funzioni d’uso.

Da Natuzzi a Santeramo in Colle è andata proprio così. Circa tre anni fa uno studio neozelandese Formway Design, esperto principalmente in sedute ergonomiche per ufficio, sapendo che da anni Natuzzi lavora sul tema delle sedute orientabili e reclinabili con movimento incorporato – e che destina oltre il sette per cento del suo fatturato annuo alla ricerca – decide di proporre all’azienda pugliese un progetto di poltrona altamente performativa, con dei sistemi meccanici brevettati in grado di far assumere alla seduta tante diverse posizioni.

In buona sostanza Re-vive, questa la creatura venuta alla luce dopo trenta mesi di gestazione tra lo staff Natuzzi e lo studio neozelandese (e presentata con grande orgoglio lo scorso dicembre nello showroom di Milano) grazie ai suoi meccanismi brevettati e rigorosamente top secret ha uno schienale estremamente orientabile, al punto che basta un semplice movimento di chi è seduto, e lo schienale si abbassa visibilmente fino a trasformarsi in una seduta da relax.

In breve, la poltrona, grazie a un meccanismo reattivo che gioca sulla compensazione del peso, assume diversi assetti in modo fluido e naturale. Il segreto di questo meccanismo sta nella spina dorsale della poltrona, costituita da polimero a iniezione composito, e nella scocca, i cui principali componenti sono realizzati con uno stampaggio a iniezione, con polimeri flessibili.

L’idea di assecondare il movimento del corpo è inoltre aiutato dai “braccioli dinamici” dotati di una mobilità reattiva in grado di seguire i movimenti delle braccia, da un poggiatesta scorrevole, quindi sempre posizionabile a un’altezza idonea a chi è seduto, di una base girevole che agevola il movimento per sedersi e per alzarsi, un pouf inclinabile, che si flette in base alla posizione delle gambe e dei piedi.

A questo si aggiunge una grande attenzione nelle finiture, con pelle italiana di altissima qualità, proposta in diversi colori e l’attenzione al tema della ecosostenibilità: Re-vive, dove è possibile, proviene da materiali riciclati, ma è stata progettata per essere altamente riciclabile anche a fine vita.

Visibilmente soddisfatto Pasquale Natuzzi, che crede moltissimo in questo progetto rivoluzionario e nella necessità del brand di alzare sempre più il tiro puntando molto sull’investimento in tecnologia e comunicazione: “Attualmente destiniamo alla ricerca e sviluppo il 7% del nostro fatturato ma nei prossimi cinque anni prevediamo di investire cifre ancor più considerevoli a questo scopo. Innovare significa non solo sperimentare nuovi materiali, tecniche o forme, ma anche ripensare il modo stesso di progettare, semplificando i processi produttivi e contenendo i costi di trasporto e distribuzione”.

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Lo staff Natuzzi nell’atelier di Santeramo al lavoro sul progetto della poltrona Re-Vive. Da notare il complesso disegno del meccanismo che movimenta le posizioni della seduta.
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Due versioni in pelle di Re-Vive, nei due principali colori dedicati al mercato italiano, bianco ghiaccio e azzurro carta da zucchero.
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Un’immagine che mostra le varie posizioni che Re-Vive assume naturalmente alla pressione del corpo.
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La versione in pelle nera con il poggiapiedi.