L’idilliaco paesaggio che Giacomo Leopardi descrive ne L’infinito – che “sedendo e mirando” il poeta coglie nei suoi “interminati spazi e sovraumani silenzi e profondissima quiete” – è quello che ancora in parte si conserva in questa parte d’Italia. Al quale questo progetto di restauro e ricostruzione si rivolge per sottili e calibrate soluzioni progettuali capaci di ricomporre la figura complessiva del piccolo insediamento agricolo composto da un casale principale affiancato da due volumi minori adibiti a stalla, forno, e da una tettoia aperta su tutti i lati.
Lo stato ammalorato delle costruzioni, dovuto al naturale scorrere del tempo era aggravato dalla semidistruzione del casale principale, un corpo compatto a pianta quadrata sviluppato su tre livelli segnato da un ritmo di aperture regolari, per la sua metà fortemente danneggiato da un incendio avvenuto nel 1995. Tale condizione ha dettato le linee dell’intervento, caratterizzato da un rapporto dialettico tra vecchio e nuovo, il cui programma prevedeva la realizzazione di una casa per vacanze con piscina, affiancata da una dépendance per gli ospiti.
Nel casale, le murature esistenti, compresa quella di pietra che divide in due parti distinte lo spazio interno, fungendo da spina centrale, sono state in gran parte risanate e conservate, mentre la copertura è stata ricostruita seguendo tecniche e sapori tradizionali: travature primaria e secondaria lignee, sottovista composto da tavelle di cotto, copertura esterna in coppi. All’involucro architettonico ricostruito e così ottenuto, segnato dal mattone a vista e dall’impiego per la copertura di materiali di tradizione, si affiancano i nuovi interventi e le scelte di segno contemporaneo.
Oltre al necessario risanamento statico, integrato e celato nella struttura esistente, nell’interno, di cui si è conservato il vuoto a tre livelli creato dall’incendio, si è operato evidenziando in modo astratto, con colore bianco continuo, le nuove solette e le nuove pareti divisorie. Scelta che insieme al pavimento chiaro continuo e senza giunti, crea un riuscito ritmo di distacco e contrappunto dalla ‘pelle storica’ della costruzione, dando alle nuove superfici anche la funzione di ‘schermi luminosi’ che catturano e amplificano la luce proveniente dall’esterno.
Dal punto di vista distributivo nello spazio a tutt’altezza, che dal pavimento raggiunge le travi del soffitto, è stata collocata la cucina a isola di acciaio inox e la zona pranzo prospiciente cui si sovrappone uno spazio aperto al terzo livello. La zona pranzo è affiancata dalla scala di salita e dal mezzanino aperto dello studio che, sopra l’isola cottura, si affaccia sulla grande tavola di quercia. Nella parte simmetrica della casa, conservata secondo l’originale impianto a tre livelli, è organizzata al piano terreno l’ampia zona living che unisce due ambienti affiancati conservando parte del setto divisorio.
Il luminoso soggiorno è rivolto verso la tettoia esterna e si affaccia verso la nuova vasca-piscina che ricorda nella sua lineare figura geometrica un’antica fontana di paese. In questa parte della casa i due livelli superiori accolgono la zona notte composta da quattro camere sovrapposte a due a due, con bagni indipendenti. Per la dépendance degli ospiti, ricavata nell’originaria stalla, si è operato per demolizione e ricostruzione, impiegando le vecchie mattonelle di cotto recuperate per ricomporre la piccola accogliente costruzione, nello stesso luogo e secondo le medesime dimensioni di quella precedente, ubicata a fianco del grande albero esistente.
Il forno a nord, di fianco all’ingresso, è stato trasformato in locale tecnico per la centrale termica. La costruzione accoglie nella nuova muratura verso strada il cancello elettrico scorrevole a scomparsa. Nella parte a sud, verso la scena aperta dei dolci movimenti delle colline coltivate, sopra la vasta pavimentazione esterna in cotto, a fianco della nuova vasca-piscina, la tettoia esistente è stata ricostruita come una stanza en plein-air poggiante su forti pilastri quadrangolari in mattone, corredata di cucina e tavolo fisso ligneo di raccordo tra due volumi di muratura che estendono in chiave d’arredo il cotto della pavimentazione.
Ulteriore e non ultimo legame con la storia del luogo giunge la piantumazione di un filare di pini a ovest della casa e di un piccolo uliveto a quincunx regolare a est, omaggio al paesaggio marchigiano e segno di appartenenza.
Foto di Hannes Henz
Testo di Matteo Vercelloni