“Mi piace raccontare l’abitare ogni volta in un modo differente, alla ricerca di un’emozionalità che ottimizzi il programma funzionale, tra rigore e meraviglia”, continua. “Nella fattispecie, sono stato fortunato. Costruita sulla traccia di un anonimo fabbricato demolito, per un committente appassionato di bonsai che si era già affidato a me in passato per altri lavori, questa casa di design contemporaneo abbraccia una filosofia tao nell’approccio che ci ha trovato in sintonia. Ci siamo cioè calati entrambi nel ruolo di privilegiati ‘spettatori’ dell’eterno divenire della natura e delle sue inesauribili trasformazioni di forme e colori durante le stagioni e gli anni”.
La struttura razionalista della villa, che compone in un unicum un corpo principale e una dépendance per gli ospiti, è condizionata proprio dalla volontà di aprire con grandi bucature gli spazi alla massima esposizione del sole e della collina e di chiuderli in una dimensione più introversa laddove ci sono altre case confinanti. La realizzazione di circa un chilometro lineare di terrazzamenti ha consentito l’armoniosa complanarità delle superfici fruibili sia dentro che fuori, mentre l’interrato è diventato lo spazio delle auto. L’ingresso, sul lato nord, si raggiunge mediante una scalinata in pietra grezza grigia immersa nel verde che, insieme a una passerella a sbalzo in acciaio Corten, crea in planimetria un gioco di dinamismi tra gli episodi narrativi. Così, sulla pedana, la poltrona-nido in fili d’acciaio ideata dai fratelli Campana per Edra diventa l’oggetto iconico prescelto per la contemplazione del paesaggio vicino e lontano.