Sulle colline attorno a Cuneo, in Piemonte, una villa distesa nel verde con grandi vetrate rivolte al paesaggio diventa protagonista di una narrazione disrupting che strizza l’occhio al Giappone e alla manualità artistica dell’oggetto made in Italy

Stiamo guardando fili e trame che si intrecciano tra la natura, gli oggetti di design italiano di matrice artistico-artigianale e l’architettura: le sue grandi passioni? “In un certo senso. Se dovessi trovare una similitudine, direi che questa casa è un confortevole vestito in canapa con un taglio giapponese dalle linee sfuggenti che ti riportano in sintonia con una dimensione più intimista e con la riscoperta di dettagli manuali”. Racconta così Duilio Damilano, architetto di base a Cuneo, che, una quindicina d’anni fa, ha scelto di vivere ai margini di un bosco, la ‘stoffa’ di questo recente intervento su un terreno collinare di circa ventimila metri quadrati della zona: il disegno di una villa in metallo e legno, su un solo piano fuori terra, con 500 metri quadrati abitabili, che è un generoso belvedere sulla pianura sottostante e sull’arco alpino piemontese, il paesaggio con cui l’edificio ricerca un dialogo e un rapporto empatico non banali.

“Mi piace raccontare l’abitare ogni volta in un modo differente, alla ricerca di un’emozionalità che ottimizzi il programma funzionale, tra rigore e meraviglia”, continua. “Nella fattispecie, sono stato fortunato. Costruita sulla traccia di un anonimo fabbricato demolito, per un committente appassionato di bonsai che si era già affidato a me in passato per altri lavori, questa casa di design contemporaneo abbraccia una filosofia tao nell’approccio che ci ha trovato in sintonia. Ci siamo cioè calati entrambi nel ruolo di privilegiati ‘spettatori’ dell’eterno divenire della natura e delle sue inesauribili trasformazioni di forme e colori durante le stagioni e gli anni”. 

La struttura razionalista della villa, che compone in un unicum un corpo principale e una dépendance per gli ospiti, è condizionata proprio dalla volontà di aprire con grandi bucature gli spazi alla massima esposizione del sole e della collina e di chiuderli in una dimensione più introversa laddove ci sono altre case confinanti. La realizzazione di circa un chilometro lineare di terrazzamenti ha consentito l’armoniosa complanarità delle superfici fruibili sia dentro che fuori, mentre l’interrato è diventato lo spazio delle auto. L’ingresso, sul lato nord, si raggiunge mediante una scalinata in pietra grezza grigia immersa nel verde che, insieme a una passerella a sbalzo in acciaio Corten, crea in planimetria un gioco di dinamismi tra gli episodi narrativi. Così, sulla pedana, la poltrona-nido in fili d’acciaio ideata dai fratelli Campana per Edra diventa l’oggetto iconico prescelto per la contemplazione del paesaggio vicino e lontano.

I frangisole posizionati sulle finestre del lato a nord, per esempio, hanno un apparato decorativo che sembra quasi un pizzo, ispirato da una controsoffittatura che mi aveva emozionato in una stazione metropolitana di Fukuoka per la sensazione di grande tranquillità che infondeva."

Mentre rocce locali di varie dimensioni, piante di aceri giapponesi e ampi tappeti erbosi che assecondano il declivio naturale del terreno preparano all’incontro con la piscina a sfioro semi-olimpionica e con altre due suggestive vasche d’acqua – la più corta è un ninfeo, l’altra un giardino alla giapponese – che ritmano e nobilitano lo sviluppo longitudinale del volume principale e il suo innesto in due corpi perpendicolari sfalsati tra loro. “Devo riconoscere che nel disegno complessivo del luogo mi sono lasciato influenzare da certe immagini sedimentate nella memoria, dall’eredità di lunghi viaggi in Oriente, alla scoperta dell’architettura tradizionale giapponese”, spiega Duilio Damilano.

“I frangisole posizionati sulle finestre del lato a nord, per esempio, hanno un apparato decorativo che sembra quasi un pizzo, ispirato da una controsoffittatura che mi aveva emozionato in una stazione metropolitana di Fukuoka per la sensazione di grande tranquillità che infondeva al cospetto della vita frenetica della città”. Anche la scelta di ‘confezionare’ la copertura della casa in scandole di larice posate interamente a mano rientra in questo quadro creativo, libero da schemi precostituiti. Con il calore dei raggi solari, le scandole modificheranno nel tempo il colore, passando dalle nuances calde proprie del legno a un grigio brunito più simile alle cortecce del bosco circostante.

Così come si trasformeranno le canne di bambù posizionate in esterno a mo’ di schermo davanti alla cucina di pertinenza degli ospiti nella dépandance (corredata di spazio living e notte). La zona relax rappresentata dalla terrazza in teak, un vero e proprio salotto open air che corona tutta la promenade architettonica ombreggiata dagli sporti del tetto, orchestra poi il passaggio graduale verso l’ampio soggiorno, esposto a sud, che svolge il ruolo di connessione tra la parte più privata della casa (la zona notte) e quella riservata agli ospiti.

Questa casa di design contemporaneo abbraccia una filosofia tao nell’approccio che ci ha trovato in sintonia. Ci siamo cioè calati entrambi nel ruolo di privilegiati ‘spettatori’ dell’eterno divenire della natura e delle sue inesauribili trasformazioni di forme e colori durante le stagioni e gli anni."

‘Idealizzato’ con due accoglienti divani di  Edra – un’altra compagna di viaggio di lungo corso di Duilio Damilano – un tavolo in legno lungo cinque metri dalle gambe-totem a pietre sovrapposte e una cucina totalmente a vista chiusa da pareti vetrate, l’ambiente gode di una costante permeabilità tra interno ed esterno, sottolineata dalle grandi trasparenze delle aperture terra-cielo, e si anima con altri motivi disrupting. Elementi di contrappunto, come il soffitto a geometrie e altezze variabili che dinamizza, riproporziona e rende scultorea la percezione del volume unitario.

Lo stesso viene poi enfatizzato nelle sue sfaccettature dalla luce dislocata da terra e sospesa che veicola lo sguardo verso il pavimento in microcemento. Queste percezioni definiscono relazioni di un paesaggio domestico che non si sottrae al confronto con una natura protagonista. Tutta la sua magia si rivela soprattutto durante le ore serali, quando lo spazio interno richiama l’attenzione su di sé come una calamita.

 

Progetto di Damilanostudio Architects - Progetto di Duilio Damilano - Collaboratori Emanuele Meinero - foto di Andrea Martiradonna