Under, il primo ristorante semisommerso d'Europa progettato dallo studio Snøhetta nel Mare del Nord, in Norvegia. Appena inaugurato è già diventato un'icona, perché la sua architettura spettacolare propone un nuovo modo di comprendere la relazione con l'ambiente che ci circonda

“Going down, nella posizione più remota e più a contatto con la natura, Under è una evoluzione della nostra sperimentazione sul concetto di confine e di limite, non tanto in una prospettiva hi tech quanto umana”, ha dichiarato Kjetil Trædal Thorsen, il fondatore di Snøhetta.

Lo studio che dopo aver progettato opere quali la Bibliotheca Alexandrina ad Alessandria d’Egitto (World Architecture Award) e la Norwegian National Opera and Ballet, ora regala alla sua Norvegia (e ai committenti, i fratelli Stig e Gaute Ubostad) una suggestiva 'follia' architettonica: il primo ristorante semisommerso d'Europa, a metà tra un periscopio e una sorta di relitto parzialmente 'inghiottito' e coperto dalle acque.

Kjetil Trædal Thorsen
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Snøhetta ha iniziato come laboratorio di architettura e paesaggio, ed è rimasto fedele al suo modo di pensare interdisciplinare sin dal suo inizio. Il lavoro dello studio si sforza di migliorare il senso di ambiente, identità e relazione con gli altri e gli spazi fisici che abitiamo, sia selvaggi che creati dall'uomo. Musei, oggetti, prodotti di design, grafica, paesaggi e case delle bambole ricevono la medesima cura e attenzione.

Una finestra sul fondale nel punto più estremo della costa meridionale norvegese, a Lindesnes, in un contesto di natura aspra e scoscesa, dove il silenzio viene spezzato solo dai tuoni e dai fenomeni atmosferici di un clima che può cambiare repentinamente più volte durante la giornata.

Under, una parola che in norvegese significa 'sotto' ma anche 'meraviglia' (denominazione davvero azzeccata) è incapsulato in un monolito di cemento armato lungo 34 metri e inclinato di 20 gradi, che 'poggia' sul litorale roccioso, rompe la superficie dell’acqua e si inabissa fino a cinque metri di profondità ancorandosi sul fondale marino.

Un guscio tubolare spesso mezzo metro, strutturato per resistere sia alla pressione dell’acqua che alle particolari condizioni ambientali e pensato per integrarsi con il paesaggio nel modo più naturale possibile. Alle sue superfici esterne ruvide e grezze, infatti, col passare del tempo attecchiranno e prolifereranno alghe e mitili, gli abitanti del luogo.

L'ingresso per gli umani è invece posizionato sulla terraferma all'altra estremità, dove il monolito si presenta con un rivestimento più soft in quercia norvegese, che con gli anni assumerà una tonalità grigiastra simile al cemento. Percorrendo una passerella in cemento costruita ad hoc, si accede allo spazio interno, 600 metri quadrati orchestrati su tre livelli discendenti.

Si parte da un piano 'zero' con reception e guardaroba rivestito in legno grezzo, per poi giungere a un mezzanino con bar e sala cocktail, che si apre parzialmente sul piano inferiore, l’ultimo, destinato alla ristorazione e a uno spettacolo immersivo che ogni sera è una novità: una vetrata panoramica larga undici metri e alta quattro, realizzata con un doppio strato di vetro acrilico, consente infatti a 40 ospiti di cenare al cospetto dell'ambiente marino, osservandone la vita e i mutamenti durante le stagioni.

Questo tableau vivant si accompagna alla cucina gourmet a chilometro zero dello chef Nicolai Ellitsgaard Pedersen, che propone aragoste appena nate, meduse rare, merluzzi neri, merluzzi gialli, sgombri e altri pesci colorati del Mare del Nord.

Il plus di questa esperienza si riconduce a una dimensione di estraniamento spaziale e temporale che invita a riflettere su “nuove prospettive e modi di vedere il mondo, sia sopra che sotto il livello dell'acqua” (Kjetil Trædal Thorsen).

Un guardare lontano, dunque, che nella visione del grande studio internazionale Snøhetta significa da sempre ricercare una nuova relazione con l'ambiente, la natura e ciò che ci circonda. In ultima istanza, con la nostra vita e il nostro futuro.

A Lindesnes questo ha voluto dire proporre un modello sostenibile di consumo responsabile, tema cruciale del XXI secolo. Come? Innanzitutto, illuminando il paesaggio esterno dell'Under con un sistema di lampade installate sul fondale, studiate con iGuzzini, in grado di assicurare la fioritura e lo sviluppo della flora marina che, a sua volta, attrarrà sul tappeto di sabbia varie specie di pesci e molluschi.

Poi, installando, con l’aiuto di studiosi del Norwegian Institute of Bioeconomy Research, una serie di telecamere e strumenti di misurazione realizzati ad hoc che consentono di trasformare questo ristorante in un osservatorio da cui monitorare e studiare l’ecosistema locale, per tutelarne le risorse.

Il manufatto architettonico ha preservato il contesto in cui si è inserito anche in fase realizzativa. La costruzione è iniziata su una chiatta, dove elementi prefabbricati sono stati trasportati sulla terraferma e assemblati in loco. Una volta completata, la struttura (con relativi infissi) è stata immersa in acqua e quindi sommersa con un affondamento controllato.

Dopo che è stata ancorata al fondale (con una lastra di cemento), si è provveduto a drenare l'acqua per poter completare i lavori negli interni. Questi, ispirati dalla bellezza naturale del paesaggio circostante, sono improntati a una raffinata ruvidezza di sapore artigianale.

La tavolozza materico-cromatica ha privilegiato cemento grezzo accostato a legno di quercia e pannelli acustici fonoassorbenti rivestiti con tessuti in tonalità intense, che vanno da un rosa corallo (nel piano d'ingresso) a un verde smeraldo (nel mezzanino) fino a un blu zaffiro nella sala ristorante, dove la punteggiatura di 380 lampade a led interviene a modularne l'intensità.

Il sofisticato sistema illuminotecnico è stato pensato anche per ridurre al minimo gli effetti di riflessione sulla finestra panoramica, che viene pulita due volte a settimana per rimuovere l’insediamento di alghe e patelle (molluschi dotati di conchiglia che si attaccano a ventosa sulle superfici) e così ottimizzare la vista del paesaggio marino.

Il plus di questa esperienza si riconduce a una dimensione di estraniamento spaziale e temporale che invita a riflettere su nuove prospettive e modi di vedere il mondo, sia sopra che sotto il livello dell'acqua."

In collaborazione con un laboratorio di falegnameria locale, gli architetti hanno poi disegnato tutti gli arredi e foderato parti dell'involucro, pareti e pavimenti, in quercia norvegese. Le sedie, in particolare, hanno forme asciutte e continue, dagli angoli stondati, che mimano la crescita dei rami di un albero.

Anch'esse riflettono la filosofia del progetto, che in fondo esprime una metafora dei contrasti della vita: morbido o rigido, sulla terraferma o in mare, sopra o sotto, solido o liquido… è sempre una questione di delicati equilibri.

Progetto Snøhetta - Foto courtesy Ivar Kvaal