Tre spazi temporanei per il relax, la condivisione e la creazione sono il contributo di Mini Living, il think tank sul futuro abitativo della città di Mini, e dell’architetto londinese Asif Khan al London Design Festival 2016, con l’obiettivo di rinnovare spazi pubblici urbani di risulta.

“L’uso creativo dello spazio e l’human-centered design fanno parte del dna di Mini”, spiega Oke Hauser, creative lead di Mini Living. “Al Salone del Mobile di Milano 2016 abbiamo inaugurato il programma Mini Living con un’installazione sul vivere collaborativo che dimostra che quando si condivide si ottiene più privacy e più comunità.

Al London Design Festival abbiamo continuato in questa direzione con tre luoghi pubblici di condivisione ma anche personali. Forests sono tre micro-spazi urbani temporanei, in cui si intrecciano pubblico e privato per generare nuove possibilità di socializzazione e di ripensamento dello scenario domestico, perché con l’aumento dei costi per metro quadrato le persone vivono in ambienti sempre più piccoli. E per necessità, oltre che come una scelta di vita, spendono la maggior parte del tempo al di fuori della loro casa.

Con esigenze di un cosiddetto ‘terzo spazio’ che serve come estensione della casa e un’alternativa al luogo di lavoro. Lo spazio pubblico, che è utilizzato da tutti, non può assolvere alle esigenze personali del singolo. E le caffetterie, spesso utilizzate come ‘terzo spazio’, hanno uno scopo commerciale. Per questo motivo abbiamo pensato a un nuovo luogo alternativo”.

In collaborazione con il team di Mini Living, l’architetto londinese Asif Khan, che ha appena vinto il concorso per l’ampliamento del Museum of London, ha approfondito queste tematiche. Forests sono spazi di piccole dimensioni aperti al contesto urbano, che permettono a coloro che entrano di immergersi in un ambiente isolato che può essere condiviso con altri passanti per scopi diversi: rilassarsi, condividere e creare.

Le tre unità sono state installate nel quartiere di Shoreditch, dove si incontrano tre comunità: quella delle start-up tecnologiche – ben 1,5 miliardi di sterline investiti nel 2015 in questo settore – e quelle dei residenti e degli avventori del venerdì sera.

“Reinventare lo spazio pubblico di Londra”, spiega Asif Khan, “significa lavorare su una tela bianca: progettato oltre duecento anni fa, oggi è soggetto a molti cambiamenti che offrono molteplici possibilità progettuali, in cui spazio pubblico e privato si mischiano”.

I materiali dei padiglioni sono quelli economici utilizzati in agricoltura, ma qui impiegati in modo originale. Il policarbonato, per esempio, è stato sovrapposto al laminato per creare una barriera acustica strutturale e un’atmosfera intima; lo scheletro è in alluminio, mentre i pavimenti sono realizzati con la gomma degli pneumatici riciclati.

All’interno, una foresta di piante “ha la funzione dei libri delle biblioteche di quartiere: da prendere in prestito e restituire. Un modello civico che la cultura digitale sta facendo perdere. L’ispirazione viene dalle case giapponesi, con uno spazio di soglia che non è né esterno né interno, e il cosiddetto ‘forest bathing’: la riattivazione dei sensi grazie agli olii emessi dalle piante”, aggiunge Khan. In un momento storico in cui siamo tutti occupati e non abbiamo il tempo per partecipare a una conversazione, le Forests vogliono incentivare le connessioni tra le persone, il co-working – in uno dei tre spazi, le panche sono riconfigurabili e prese elettriche consentono di lavorare – e attività extra-ordinarie, come disegnare.

Oke Hauser aggiunge: “Abbiamo trasferito il nostro principio dell’utilizzo creativo dello spazio e individuato in Londra il giusto contesto per focalizzarlo sulla sfera pubblica, identificando tre situazioni urbane che abbiamo trasformato in estensioni della sfera personale. Le installazioni di Mini Living sono reali e flessibili dilatazioni della casa privata che diventano “dispositivi urbani” capaci di ripensare le categorie spaziali di pubblico e privato. Sono altresì stimoli per nuove idee su come vivere nelle città in futuro’.

Con il progetto dell’ampliamento del Museum of London e del padiglione estivo per la Serpentine Gallery nella stessa città, Asif Khan è solito passare di scala progettuale, da micro a macro, e occuparsi di spazi pubblici di condivisione.

“I piccoli progetti di architettura”, continua Khan, “permettono di sperimentare le relazioni umane in uno spazio circoscritto e testare alcuni fondamenti dell’architettura. Ti danno un punto privilegiato di osservazione sul modulo di una persona, potenzialmente scalabile. E ti permettono di capire come i rapporti umani si sviluppano al loro interno. L’arredo, pensato per essere prodotto in serie, è altrettanto stimolante perché ha il potere di ‘ricontestualizzare’, ovvero di acquisire le caratteristiche dell’utilizzatore e del luogo in cui è posto, o viceversa”.

Sulla tipologia museale, Khan osserva: “I miei progetti si collocano in città internazionali, pertanto fanno riferimento sia al contesto fisico che alla comunità globale. I visitatori si aspettano di non viverli passivamente, ma di farne l’occasione per incontrare altre persone, svolgere attività e non solo vedere le opere esposte.

Per il Museum of London abbiamo ideato un’architettura di due livelli sull’attuale cortile dell’edificio vittoriano, che vuole essere un ‘incubatore’, un luogo di incontro e scambio tra le persone che svolgono attività differenti all’interno della struttura. Lo spazio è aperto verso la città in modo che il contesto urbano diventi parte del nuovo edificio. Per il concorso dell’Aalto Museum, che ci ha visto tra i finalisti, abbiamo pensato a uno spazio di connessione – shop e caffetteria – con il Museum of Central Finland. Un piccolo luogo di decompressione per i visitatori, ‘introverso’, che si relaziona alla foresta circostante.

Mentre per il concorso del Guggenheim di Helsinki ci siamo concentrati sulla hall di otto metri: una pelle che avrebbe oscurato la vista dall’interno, facendo filtrare solo la luce e generando una condizione astratta. Di notte questo spazio di mezzo, né pubblico né privato, sarebbe diventato una lanterna verso la città. Il museo sta attraversando una fase di sviluppo tipologico, reinventandosi in favore degli utenti. Fino all’estremo di uno ‘spazio senza porte’ che accoglie in sé la città e si proietta in essa”.

Dopo l’esperienza di Forests, Mini Living ha aperto (fino alla fine dell’anno) a Brooklyn uno spazio permanente per la ricerca e il progetto sul futuro della vita urbana. Si chiama A/D/O ed è un luogo dedicato ai progettisti di tutte le professioni, che comprende una design academy, un acceleratore di start-up e uno spazio espositivo e per eventi. Non manca un ristorante. A/D/O vuole offrire un ambiente stimolante per la ricerca, l’innovazione e la produzione di idee che contribuiscano alla futura progettazione delle nostre città.

Testo di Valentina Croci

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Relax Space invita i visitatori a sedere con i piedi sospesi in mezzo alle piante. Le pareti in policarbonato laminato creano una barriera acustica e strutturale e inediti effetti visivi.
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Connect Space consente alle persone di godere di un momento di pace avvolti in una ‘bolla verde’.
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L’architetto londinese Asif Khan, a sinistra, e Oke Hauser, creative lead di Mini Living.
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Relax Space invita i visitatori a sedere con i piedi sospesi in mezzo alle piante. Le pareti in policarbonato laminato creano una barriera acustica e strutturale e inediti effetti visivi.
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Create Space, dove le piante sono situate sulla soglia protetta dal tetto aggettante.
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Forests sono parte di MINI Living, il programma che esplora soluzioni architettoniche e stimola la ricerca su una vita più radiosa nella città.
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Le panchine dell’unità Connect possono trasformarsi in un tavolo.
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Create Space invita i passanti a utilizzare lo spazio in modo creativo: le panche sono riconfigurabili e prese elettriche consentono di lavorare, anche in gruppo. Si possono pure schizzare disegni e pensieri.
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A/D/O è il nuovo spazio creativo a Greenpoint, Brooklyn, che aprirà entro l'anno. Sarà a disposizione di designer, professionisti e semplici curiosi.
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A/D/O è il nuovo spazio creativo a Greenpoint, Brooklyn, che aprirà entro l'anno. Sarà a disposizione di designer, professionisti e semplici curiosi.
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Il concorso per l’ampliamento del Museo Aalto a Jyväskylä, Finlandia, progettato da Asif Khan.
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L’espansione del Museo di Londra, progettata da Asif Khan con Stanton Williams Architects, gli esperti di restauro Julian Harrap Architects e lo studio di design del paesaggio J & L Gibbons.
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Il concorso per il nuovo Guggenheim di Helsinki, progettato da Asif Khan.