Nei dintorni di Pechino, una sofisticata casa su cinque livelli, con spazi teatrali e intimi, e un unico nume tutelare: il progetto italiano

Shadow Creek (letteralmente insenatura nell’ombra) è il nickname scelto dal committente per la sua nuova magione costruita lungo il corso di un ruscello nei dintorni di Pechino. In effetti in questa casa-palcoscenico si declinano con eleganza una luce crepuscolare toscana, dettagli studiati in modo compositivo, rimandi alla tradizione abitativa locale e arredi di design italiano selezionati per la loro grande sapienza realizzativa. In estrema sintesi, il piacere delle cose espresso dall’incontro armonioso tra due culture, Occidente e Oriente.


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L’attività di Mauro Lipparini nel design industriale comprende arredi per la casa e l’ufficio, tessuti e altri prodotti creati per aziende europee e giapponesi. Nell’ambito dell’architettura e dell’interior design, lo studio si è concentrato sull’edilizia residenziale e commerciale, su showroom e installazioni espositive. Lo stile di Lipparini, basato su forme essenziali e linee chiare ed energiche, sprigiona uno spirito gioioso, un senso di piacere estetico e creativo. Nel suo utilizzo di colori, trame organiche, idee visive, amplia la tavolozza del minimalismo, incanalando immediatezza e potenza verso una grande maturità e senso di benessere.

Da Firenze a Beijing, la ‘mano del pensiero’ dell’architetto Mauro Lipparini ha infatti lavorato sulla qualità dei materiali e su una complessità di sovrapposizioni per riattualizzare in modo rigoroso il layout di una generosa villa, cinque livelli di sviluppo, quattro fuori terra più uno interrato, ridefinita radicalmente a partire dagli elementi di facciata.

“Nella riuscita del progetto fondamentale è stata una triangolazione”, riconosce Lipparini, “l’interazione e i numerosi scambi attivati in loco con il cliente cinese, un tycoon della coltura idroponica, e, nella scelta degli arredi, la collaborazione con Domus Tiandi (dealer locale di Baxter, Minotti, Poliform e altri noti brand del design made in Italy).

“L’architettura originale, come spesso accade in Cina”, continua, “era un anonimo pastiche pseudo-classico su una struttura in cemento armato, con molte potenzialità. La prima volta che vi sono entrato sono stato quasi soggiogato dall’incredibile altezza degli spazi interni, dal seminterrato all’attico. Questi erano però parcellizzati in numerosi episodi chiusi. Li ho quindi riconsiderati come parti di un gigantesco volume vuoto da reinventare con linee compositive dinamiche, atte a conferire un carattere e un’immagine completamente differente all’insieme”.

Primo tema di riflessione è diventata la scala, elemento portante e midollo spinale delle connessioni verticali interne, alla quale si rapportano ora ambienti aperti in grado di interagire e conversare tra loro, con contrazioni e dilatazioni, doppie altezze, pieni e vuoti, trapassi di chiari e scuri in calibrate temperature cromatiche e luminose.

L’architettura originale, come spesso accade in Cina era un anonimo pastiche pseudo-classico su una struttura in cemento armato, con molte potenzialità. La prima volta che vi sono entrato sono stato quasi soggiogato dall’incredibile altezza degli spazi interni, dal seminterrato all’attico. "

“Volevo progettare una scala esteticamente forte”, spiega l’architetto. “Non solo un semplice elemento funzionale di transizione, ma una preziosa compagna di vita quotidiana, da contemplare da infinite prospettive, praticamente da ogni angolo”. Lipparini ne ha fatto un caleidoscopio geometrico di pedate e alzate in raffinato legno di palissandro con illuminazione integrata, che dilata in mille sfaccettature la percezione fisica dello spazio. Al piano terra, sono state riunite tutte le funzioni giorno.

Accanto al living, un maestoso portico alto otto metri funge da iconica soglia e filtro tra la facciata, gli esterni e gli interni. Il seminterrato, che si apre sul giardino sul retro, è stato trasformato in un’articolata agorà per la socializzazione, l’intrattenimento e il puro relax. È insieme salotto, spazio KTV, wine-cellar, sala da pranzo, area fitness e tradizionale sala per la cerimonia del tè.

“Per stabilire una continuità tra le differenti zone del paesaggio domestico e dall’esterno all’interno, dopo un’accurata fase di ricerca, abbiamo individuato e adottato un travertino italiano e un metallo antracite scuro bronzato”, illustra Lipparini.

Per stabilire una continuità tra le differenti zone del paesaggio domestico e dall’esterno all’interno, dopo un’accurata fase di ricerca, abbiamo individuato e adottato un travertino italiano e un metallo antracite scuro bronzato."

“Sono i leitmotiv, in nuance tabacco e cromie soft, che insieme costruiscono un forte statement, accanto a essenze esotiche, pannelli in palissandro o in rovere naturale. I rivestimenti donano calore visivo alla casa e ne amplificano l’atmosfera atemporale di rifugio intimo e accogliente, da condividere con familiari e amici”.

Il regno delle camere da letto, il bozzolo cocooning per eccellenza, si annida nei due piani centrali. All’ultimo, l’attico, si trova invece l’isola più personale: l’atelier-pensatoio, lo spazio dedicato alla meditazione, sotto una copertura a forti spioventi che evoca l’aura mistica di una chiesa romanica, sottolineata da intonaci strutturati, travi a vista e luci integrate.

Progetto di Mauro Lipparini/Studio Lipparini - Foto di Boris Shu e di Zhizhou Zhang/courtesy Domus Tiandi