Una produzione sostenibile e con un impiego sempre minore di risorse di origine petrolchimica è l’imperativo posto dall’ambiente. Quali sono, dunque, i materiali del futuro? Lo chiediamo a Sascha Peters, fondatore del centro Haute Innovation Agentur für Material und Technologie di Berlino che raccoglie la ricerca di progettisti e università nel mondo in merito ai materiali ‘bio-based’, ovvero derivanti da sostanze organiche o da scarti di natura biologica, e materie da processi di crescita organica.

Il centro svolge un’attività editoriale (ultima la pubblicazione Material Revolution II, New Sustainable and Multi-purpose Materials for Design and Architecture, Birkhäuser Verlag, Basel/Berlin) e un’attività di consulenza e formazione per aziende finalizzate a una produzione più consapevole.

Secondo Peters, l’innovazione nasce dalla combinazione di materie prime, assemblaggio strutturale e tecnologie di costruzione. A fare da esempio è un materiale composito a base di bambù, sviluppato da Dirk E. Hebel con il Future Cities Laboratory in Singapore, che consente di realizzare lastre da impiegarsi al posto del cemento armato o dell’acciaio.

Oppure il pannello a sandwich da 36 mm dell’azienda Conbou, realizzato con anelli sezionati di bambù che, assemblati con colle di origine naturale, hanno una portata pari a quella di una lastra d’acciaio da 6mm. Si studiano strutture cave, con ossature interne portanti, che consentono un minore impiego di materiali e una maggiore leggerezza. Molte applicazioni sono nell’ambito dell’edilizia e nel furniture design.

L’innovazione che passa dalla tecnologia è rappresentata dalla stampa 3D. Esistono macchinari dal costo accessibile che consentono di realizzare elementi di oltre un metro. Ampie prospettive si stanno aprendo nel settore architettonico comportando non solo una produzione di pezzi su misura e senza sfridi, ma anche la possibilità di realizzare componenti in situ a mezzo di robot industriali (progetto RoboFold). Il designer Daniel Buening ha sviluppato una colonna portante per architettura con la stampa digitale, la cui struttura interna a celle può arrivare fino a otto metri d’altezza.

Nonostante ci appaia lontano è più che futuribile l’impiego di materiali derivanti da processi di crescita organica. Designer e industrie chimiche stanno sviluppando varianti e applicazioni, come la schiuma proveniente da funghi EcoCradle, in grado di rendere tra loro solidali materiali organici di scarto senza l’utilizzo di collanti da petroli.

I funghi trasformano le parti di cellulosa o lignina presenti nei componenti naturali che così vanno a incollarsi tra di loro. Analogamente, la Delft University of Technology ha sviluppato un cemento contenente batteri che, nel caso di fessurazioni in opera del materiale e di infiltrazioni d’acqua, attivano la produzione di calcite che va a consolidare le fessure. Gli impieghi sono svariati e ancora da ipotizzare. Molta ricerca, attualmente, la sta facendo l’industria del packaging per l’evidente vantaggio di avere materie compostabili e biodegradabili nell’ambiente.

Nell’ambito della casa, ci spiega Peters, la tendenza è l’utilizzo sempre maggiore di materiali privi di sostanze petrolchimiche. Il tema della riduzione non si limita però soltanto all’ammontare di risorse e materiali impiegati, ma anche al numero degli oggetti fisici presenti.

Stiamo assistendo all’integrazione della funzionalità nei materiali come ‘smart material’ o ‘smart surface’ capaci, ad esempio, di condurre elettricità incorporando, così, le tecnologie e divenendo multifunzionali. Ridurre l’ingombro e il numero degli oggetti negli ambienti domestici è un diktat, soprattutto se si pensa ai Paesi in forte crescita come Cina o India, in cui il modello abitativo della vecchia Europa non è più sostenibile.

 

Valentina Croci

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Su progetto di Daniel Buening, Natural Column è la prima colonna architettonica portante realizzata in stampa digitale. La struttura interna è alveolare e la forma segue le linee di forza e la simulazione dei carichi strutturali. Esteticamente il risultato richiama la forma organica di un albero.
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Il progettista Wassilij Grod ha ideato per Conbou un materiale da costruzione a base di canne di bambù sezionate e poste all’interno di pannelli a sandwich, generando un sistema leggero che utilizza poco materiale. Cambiando l’orientamento degli anelli sezionati, variano le proprietà strutturali
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L'architetto di Zurigo Beat Karrer ha utilizzato un collante a base proteica per convertire le fibre naturali di rifiuti industriali in un materiale leggero (FluidSolids), impiegabile sia in allestimenti che nell’arredamento, lavorabile con le tutte le tecniche a stampo.
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Raúl Laurí trova impieghi di serie per il materiale brevettato a base di fondi di caffè. Le particelle organiche del materiale sono amalgamate da un collante naturale, rendendo il prodotto biodegradabile.
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Tubi composti da sottili strati compressi e incollati di legno conferiscono leggerezza e una resistenza pari al massello. Prodotti dalla LignoTUBE sono stati impiegati dalla Nemus per la bicicletta Cajalun che ha vinto il Red Dot Award.
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Prodotti da Dukta, i pannelli di legno e materiali da esso derivati risultano flessibili come cartone grazie al particolare processo di taglio longitudinale. Possiedono anche capacità fonoassorbenti.