Nel cuore della capitale, le geometrie e la luce del celebre tempio antico hanno ispirato il progetto di The Pantheon Iconic Rome Hotel, situato a poca distanza: uno spazio contemporaneo che rende omaggio alla cultura e allo stile italiano

Si respira l’aria colta e sospesa della città eterna in questo albergo cinque stelle della Autograph Collection Hotels (parte del gruppo Marriott International). In una posizione invidiabile, a pochi passi dal Pantheon, a cui rende omaggio nel nome, The Pantheon Iconic Rome Hotel porta la firma dello studio milanese di Marco Piva che, con un cronoprogramma serrato – 11 mesi di cantiere, dalla fase di ideazione alla realizzazione dell’opera – ha curato restauro, ristrutturazione e interior design del palazzo storico di via di Santa Chiara, prima albergo e poi sede degli uffici del Senato della Repubblica, decaduto nel tempo.

“Per restituirlo a una nuova vita, dopo averlo riportato a nudo, ripulito e recuperato negli elementi salienti, mi sono ispirato proprio al patrimonio storico e architettonico della Roma antica e, in particolare, alle geometrie, alla luce e ai materiali del tempio vicino”, racconta Marco Piva.


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Emozionante, fluido, funzionale. Questo è il linguaggio che distingue le creazioni architettoniche di Marco Piva, il design di prodotto e l'interior design. Lo sforzo nella ricerca e tecnologia dei materiali, il valore della differenziazione, l'innovazione del design, portano alla costituzione di Studiodada Associates, la cui produzione diventa una delle più rappresentative del periodo del Radical Design. Negli anni '80 apre lo studio Marco Piva, il cui lavoro spazia dai grandi progetti all'architettura d'interni, al design industriale. Viaggiatore e designer, innovatore educato all'approccio razionale, Marco Piva studia e crea soluzioni progettuali pervase dalla libertà stilistica e dalla sobrietà compositiva.

Forme circolari, archi e volte, marmi e pietre, ottone e bronzo, insieme a un utilizzo sapiente della luce, costituiscono infatti gli elementi chiave di una costruzione scenografica contemporanea volta a stimolare un senso di sorpresa e onorare l’identità culturale, estetica ed emozionale di un luogo che, interpretato dalla particolarissima luce romana, muta nel corso della giornata.

La materia è protagonista del progetto. Si parte dalla lobby, dove gli archi della galleria-promenade che accompagnano al blocco ascensori-scale-collegamenti verticali sono stati realizzati in bronzo e incorporano un sistema di luci a led che disegna un’illuminazione architettonica come cornice geometrica di matrice classica di tutta l’area del piano terra, riflessa nell’uniforme pavimentazione in marmo lucido Sahara Noir.

“La luce è generata dalle forme della struttura, mentre alcuni lampadari si propongono come raffinati oggetti iconico-luminosi per caratterizzare alcuni spazi comuni, quali il ristorante gourmet e il lounge bar”, spiega l’architetto. L’atmosfera rilassante e accogliente degli spazi comuni al piano d’ingresso, che comprendono un ristorante (il secondo è al sesto piano), è infatti valorizzata anche dalla presenza di un piccolo bar connotato da una luce circolare che richiama l’oculo zenitale del Pantheon.

In chiave di massima personalizzazione sono state invece concepite le camere dislocate sui cinque piani superiori, che regalano viste spettacolari sul Pantheon, piazza Sant’Eustachio e via di Santa Chiara. Ciascuna delle 79 stanze, che integrano 20 suite, è arredata con mobili customizzati. Gli armadi, per esempio, sono unità minime e autonome, aggregate in blocchi verticali su una base comune, come colonne su un unico basamento.

Ça va sans dire che grande cura è stata dedicata al disegno degli esclusivi rivestimenti e alla scelta della palette materico-cromatica, che nelle sale da bagno dedicate sperimenta la texture delle pietre della tradizione ‘lavorate’ dal tempo con l’accostamento di marmo e vetro.

Un altro plus: in ogni suite è prevista una selezione di artwork disegnati ad hoc da Marco Piva, inseriti in apposite teche di vetro, e di oggetti riferiti agli eventi culturali di Roma, mostre e manifestazioni in corso, così da immergere ancora di più l’ospite nel genius loci storico e contemporaneo.

In questa luxury experience non poteva mancare un’offerta culinaria curata dallo chef Luca Ludovici, in una cornice d’eccellenza. Il Ristorante Dionysus al piano terra si presenta come un ambiente strutturato sotto la copertura a volta, impreziosito con oggetti d’arte in bronzo di squisita fattura artigianale locale e con una cucina a vista dalla vetrata a led, opacizzabile a comando, che permette ai commensali di osservare la preparazione dei piatti.

La luce è generata dalle forme della struttura, mentre alcuni lampadari si propongono come raffinati oggetti iconico-luminosi per caratterizzare alcuni spazi comuni, quali il ristorante gourmet e il lounge bar."

Infine, al sesto piano, il rooftop dell’hotel, la terrazza panoramica e il Divinity Terrace Lounge Bar (50 posti, 30 esterni) arredati con divani e poltrone eseguiti a mano: questi rappresentano gli episodi più forti della stimolante narrazione di Marco Piva orientata al godimento del contesto, che spazia dai tetti circostanti alle numerose cupole della città.

Quando poi le condizioni atmosferiche non dovessero essere buone, si può usufruire, sullo stesso livello, di un’area interna, connotata da pavimenti in marmo bianco statuario e arricchita da un’installazione a parete in ottone, che viene riservata anche a eventi privati. Cool, flessibile e dinamica, of course.

Progetto Studio Marco Piva - Foto di Andrea Martiradonna/courtesy Studio Marco Piva