Il 2013 era stato l’anno della celebrazione dei 75 anni dell’azienda. Il 2015 aveva invece segnato il centenario di Harry Bertoia. Nel 2016 cadono i 50 anni della celebre collezione in filo di acciaio saldato di Warren Platner. E nel 2017 sarà invece la volta del centenario di Florence Knoll.

Sono talmente tante le storie che hanno fatto la storia di Knoll, che risulta quasi difficile scegliere i progetti e i personaggi più rappresentativi di un marchio così ricco di contenuti. Ai già citati basta aggiungere qualche altro nome: Mies van der Rohe, Marcel Breuer, Eero Saarinen…

Architetti che con i loro prodotti simbolo hanno trasformato in realtà gli ideali della scuola del Bauhaus e il concetto di confluenza tra arte, industria e artigianato, gettando di fatto le basi del pensiero moderno del design.

Nello stabilimento Knoll di Foligno, in Umbria, dove si attesta la produzione per il mercato europeo, tutto parla di questa missione culturale che l’azienda, fondata a New York nel 1938 da Hans e Florence Knoll, ha costantemente rinnovato sino ad oggi collaborando con architetti e designer di fama mondiale.

Il confronto con la storia avviene già a scala dell’architettura: i capannoni di concezione ipogea che ospitano la fabbrica furono infatti progettati nel 1963 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni su commissione di Dino Gavina, che ai tempi stabilì qui la sua sede produttiva approfittando degli incentivi statali per lo sviluppo del sud Italia.

Nel 1968 il marchio venne acquisito da Knoll, che ancora oggi si avvale della sapienza degli artigiani del posto per sviluppare la parte di falegnameria dei suoi prodotti casa e dei contenitori destinati all’ufficio (dove il ‘su misura’ ha una parte sempre più preponderante), per effettuare l’assemblaggio delle sedute operative e direzionali, ma soprattutto per seguire la lavorazione dei tessuti e della pelle, realizzata con processi di alta manualità.

Non è un caso che la Barcelona® di Mies van der Rohe venga interamente prodotta qui per molti progetti internazionali. Il caratteristico rivestimento della sua seduta prende forma da 40 quadrati di pelle, di dimensioni impercettibilmente diverse tra loro, che vengono ritagliati uno a uno e poi cuciti a mano a ‘filetto’, una tecnica complessa che prevede la cucitura contemporanea di quattro pelli che arrivano a 16 nei punti di giunzione.

In questo luogo, che si completa con l’annesso showroom (uno spazio progettato negli anni Settanta da Cini Boeri che conserva intatta la sua forza espressiva), prendono vita i pezzi storici del catalogo Knoll, ma anche i nuovi classici con cui l’azienda ha volta per volta tenuto fede alla sua missione di innovare i linguaggi del vivere e dell’abitare.

Da questo principio ispiratore è nata, per esempio, la celebre collezione di Frank O. Gehry in legno curvato degli anni Novanta, così come il sistema di arredi disegnati da Rem Koolhaas nel 2012 o le ultime sedute progettate da David Adjaye e dal duo Barber & Osgerby.

Le novità 2016 comprendono due famiglie di sedute la cui peculiarità è quella di mettere in relazione lo spazio di lavoro con quello domestico. La prima, progettata da Marc Krusin, è una famiglia di sedie declinate in diverse varianti che rendono flessibile la sua funzionalità. La seconda nasce dalla collaborazione con Piero Lissoni, che con Knoll ha già all’attivo altri progetti a metà strada tra casa e ufficio, e consiste in un sistema di imbottiti di concezione molto tecnologica e innovativa, pensato anch’esso per spazi di funzione ibrida.

“Si tratta di un vero progetto industriale, molto complesso”, spiega il designer, “basato sull’idea di una trave strutturale in acciaio che, mediante una serie di balestre, regge elementi diversi che ne diversificano l’utilizzo: le sedute concepite come delle piattaforme, ma anche pianali di appoggio realizzati in materiali diversi. Di fatto è un prodotto che cambia la tradizionale concezione dell’imbottito e si configura come un alfabeto tecnologico ed estetico da comporre secondo le diverse esigenze”.

Il sistema verrà presentato in anteprima al Salone del Mobile di quest’anno e sarà affiancato da piccoli contenitori, ma nel prossimo futuro sarà arricchito da nuovi elementi che ne amplieranno progressivamente il significato funzionale.

“I miei riferimenti” prosegue Lissoni “sono Mies van der Rohe, Eero Saarinen, Florence Knoll. Nomi che pesano come macigni per chi fa il lavoro di designer. Penso, tuttavia, che non ci si debba nascondere dietro i maestri: bisogna confrontarsi sempre con la contemporaneità, senza fare dell’heritage l’unico valore su cui puntare per il futuro”.

A ribadire il concetto in termini strategici è  Andrew Cogan, Ceo di Knoll, che proprio in occasione del Salone di Milano 2013 annunciò il grande ritorno del marchio in Europa e la sua nuova sfida nel settore domestico, dove l’azienda poteva individuare maggiori margini di crescita rispetto al già consolidato settore dell’ufficio.

Una scelta risultata vincente, che nel giro di soli tre anni ha permesso a Knoll Europe di rafforzare la propria posizione, facendo registrare una crescita costante di fatturato a doppia cifra, sia per quanto riguarda il mondo office che per quanto riguarda il residenziale.

“Guidiamo un business mondiale di successo basato sul design”, spiega Cogan, “che ha prodotto una cultura e una riconoscibilità del marchio uniche. Knoll è sinonimo di design moderno. Tre anni fa abbiamo introdotto una strategia di diversificazione ed espansione del nostro business.

Questo ci ha condotti a diverse acquisizioni tra cui quella di Holly Hunt e siamo anche molto soddisfatti della continua crescita del nostro business in Europa, che è profittevole e suddiviso equamente tra ufficio, casa e rivenditori.

Siamo ben posizionati per raggiungere e servire i mercati in tutto il mondo, tanto più che i confini tradizionali tra domestico e contract sono sempre più sfumati e l’esigenza di una proposta di ambiente totale mette in secondo piano il singolo elemento”.

A fare da guida al progetto di consolidamento del marchio in Europa è Demetrio Apolloni, che grazie a oltre 30 anni di esperienza manageriale nel mondo del design italiano conosce le specificità del mercato del vecchio continente, nonché quelle di un prodotto che rappresenti l’eccellenza del progetto.

“L’obiettivo che mi sono prefisso” spiega Apolloni, presidente di Knoll Europe dal 2013 “è stato dare nuovo vigore al marchio mediante un atteggiamento proattivo. Che ha voluto dire: presentarsi nuovamente al Salone del mobile con uno stand progettato da OMA e poi aggiornare gli strumenti di comunicazione per consentirci di raccontare in modo puntuale e contemporaneo la storia e l’offerta produttiva dell’azienda.

Ci è sembrato inoltre importante far conoscere da vicino cosa è veramente Knoll e come si lavora in azienda, organizzando training e visite nella sede di Foligno. L’intento è trasmettere l’unicità del brand, comunicare la qualità del fare da cui nascono i suoi prodotti iconici, nonché la voglia dell’azienda di avere un ruolo di protagonista anche in Europa. La vera mission è portare avanti il valore e la responsabilità dell’heritage di Knoll: ciò che abbiamo ereditato dal passato è ciò che ci prefiggiamo per il futuro per onorare e preservare la nostra eredità culturale”.

Una sfida – e una responsabilità – certo non facile, tenuto conto del grande patrimonio che Knoll rappresenta. Non a caso, il suo motto è ‘Modern Always’, che vuol dire proporre prodotti dai contenuti innovativi ma al di fuori delle mode e delle tendenze, capaci di durare nel tempo.

E su quale potrebbe essere il segreto per mettere a punto progetti che reggano il confronto con quelli iconici del passato, Andrew Cogan commenta: “Hans e Florence Knoll hanno creato un’azienda fondata su un impegno incrollabile per il buon design. Per Knoll, moderno significa affrontare le sfide di un mondo in continuo cambiamento per consentire ai propri clienti di creare ambienti domestici e spazi di lavoro stimolanti.

Di fatto, non c’è un segreto per realizzare prodotti che abbiano la stessa forza iconica di quelli progettati da Hans e Florence Knoll. Assieme ai loro collaboratori hanno immaginato un mondo che potesse trasformare in meglio la società attraverso principi di progetto integrato. Anche se lo scopo del nostro lavoro è mutato rispetto ai loro tempi, adattandosi ai cambiamenti del mondo, a guidarci è sempre un processo rigoroso, l’esperienza condivisa e una specifica sensibilità per la modernità.

L’obiettivo della nostra innovazione è sempre l’idea di un prodotto senza tempo e adattabile – rifiutando le tendenze a breve termine e anticipando i cambiamenti inevitabili. Il nostro compito è quello di garantire che Knoll rimanga una realtà dinamica, un marchio sinonimo di buon design per le generazioni a venire. Knoll è ‘Modern Always® because modern always works’”.

Testo di Maddalena Padovani – Foto di BHM Studio