Luis Arturo Garcia, anima e founder delle studio EDAA, acronimo che sta per Estrategias para el Desarollo de Arquitectura (strategie per lo sviluppo dell’architettura) chiarisce già nel nome il suo (ambizioso) obiettivo: scoprire e suggerire un possibile itinerario di ricerca per l’architettura contemporanea.

Che, nel caso di Casa Maztitla, pubblicata in queste pagine, significa dare una nuova interpretazione della residenza: non più semplice riparo dalla natura ma spazio integrato con essa. Ci troviamo a 90 chilometri a Sud di Città del Messico, nella provincia di Morelos, ai bordi del parco naturale El Tepoztlàn, la montagna dalla roccia rossa (è ricca di rame), che nella cima conserva i resti di un antico tempio, famosa meta turistica.

Un paesaggio forte, selvaggio, primordiale, che diventa il cardine attorno al quale ruotano tutte le scelte progettuali della casa, in uno scambio ininterrotto di dialogo con la natura. Chiarisce il progettista: “Casa Meztitla è innanzitutto un intervento architettonico in uno scenario naturale: mostra il valore del relax e del tempo libero, del clima tropicale, degli odori della natura, della luce intensa del sole, dei terrazzamenti che hanno 500 anni di storia, e della roccia della montagna El Tepozteco”.

La casa così, ‘cede’ al paesaggio, ma non a soluzioni mimetiche: l’architettura si fonde con la natura (la roccia è il principale banco di prova del progetto) in un equilibrato rapporto simbiotico, che azzera, con grande originalità interpretativa, la soglia fra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori.

Costruito in pietra grezza (soluzione eco a km zero), il volume è aperto, accessibile: curiosamente non c’è modo di andare da una zona all’altra senza passare dall’esterno, che diventa così parte integrante del layout della casa.

Quattro le aree funzionali: uno spazio sociale con soggiorno, area pranzo, cucina open e portico; la zona notte con due camere principali e due per gli ospiti, tutte accessibili dal cortile; lo studio, al secondo piano, con ingresso dalla terrazza sul tetto. Simbiotico anche il rapporto fra progettista e committenza (illuminata), che desiderava legare il proprio relax alla magia della natura.

Per questa scelta la padrona di casa, Lilia Bazàn, filantropa e figura di spicco dell’imprenditoria messicana, si è guadagnata un premio internazionale dedicato alla committenza di architettura (Dedalo Minosse International Prize for Commissioning a building – OCCAM under 40).

“Quando abbiamo finito la casa”, ha dichiarato Lilia Bazàn in occasione della premiazione lo scorso giugno, “io e mio marito abbiamo deciso che il luogo migliore della casa non era dentro ma fuori, in un posto qualunque fra gli alberi, dove potevamo osservarla, nascosta nella natura…”.

Foto di Yoshihiro Koitani – Testo di Laura Ragazzola

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Il volume in pietra locale rende la casa un tutt’uno con la montagna, che fa da scenografica cornice. Nella foto si scorge l’area pranzo aperta sul garden.
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L’area della piscina, che si allunga davanti al soggiorno
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Nel soggiorno lo spazio si apre sul giardino grazie a maxi vetrate che ruotano su un perno centrale; sullo sfondo si scorge l’area pranzo
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Un cambio di livello crea un’area relax open che si affaccia sul tranquillo cortile interno.
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L’area doccia a servizio delle due camere da letto del piano terreno.