Alla guida di Fiera Milano da meno di un anno ha già ben chiare le sfide e le priorità: Corrado Peraboni, ad di uno dei più importanti poli fieristici internazionali da aprile 2015, ci racconta il futuro di Homi, il Salone degli stili di vita in programma quest’anno a Fieramilano dal 29 gennaio al 1 febbraio 2016.

Qual è secondo lei il Dna di una manifestazione fieristica vincente? Deve essere un laboratorio di idee, un luogo di incontri, un palcoscenico di tendenze, un facilitatore di business…

Questo ed altro, ma vorrei concentrarmi soprattutto su due aspetti. In primo luogo, il tasso di internazionalità, ‘carattere’ irrinunciabile per poter essere competitivi: negli stand fieristici il visitatore deve incontrare aziende che diversamente non avrebbe occasione di poter conoscere. In secondo luogo, la capacità di mostrare tutto quello che è prossimo a venire.

Ma come si fa a guardare nel futuro?

Andando a caccia della creatività italiana per portare alla luce quelle ‘miniere’ di idee di cui l’Italia è ricchissima. Lì sta il futuro. Non è, infatti, possibile competere con le grandi aziende internazionali del settore casa e della decorazione senza avere la capacità di offrire alle imprese espositrici e ai visitatori un tratto distintivo, d’eccellenza, diverso da tutti gli altri perché forte e ben visibile. E noi lo possiamo fare, come del resto il passato ci ha insegnato…

A quale passato fa riferimento?

Alla storia e alla peculiarità di una fiera che ha visto crescere molte aziende. Consideri che molti importanti brand internazionali hanno iniziato il loro cammino di successo proprio grazie a Macef: oggi, la nostra ambizione è far crescere ‘i nuovi campioni’ del made in Italy, dando loro occasione di trovare l’ambito giusto per farsi conoscere e incontrare produttori e buyer internazionali.

Quindi si tratta di portare a Homi nuove idee, per farle crescere…

Esattamente. In modo nuovo, naturalmente, rispetto al passato e con strumenti tecnologicamente evoluti. Dobbiamo diventare una fucina di talenti nel settore del design ed entrare nei ‘garage’ della creatività italiana. Perché i nostri laboratori d’artigianato, le nostre start up e anche le nostre scuole si trasformino in botteghe d’innovazione proprio come lo sono stati ‘i garage’ della Silicon Valley californiana, dove è nata l’informatica del futuro. Con una differenza però: che i nostri ‘garage’ sono tantissimi e pertanto maggiore è anche il potenziale di ricchezza.

Ma come trovarli sul territorio?

Qui entra in campo un’altra novità di Homi: la partnership con soggetti pubblici e privati per scoprire realtà imprenditoriali di valore e qualità. Inizierei dagli importanti collaborazioni e sinergie realizzate con CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, con ARTEX, il Centro per l’Artiginato Artistico e Tradizionale della Toscana, e poi ancora con Art, Anima e SMI.

Nell’edizione di fine gennaio 2016, Homi ‘si è legata’ anche ad ADI e Unioncamere, per dare spazio ai giovani creativi lombardi, sostenendo ‘Design Competition’, il concorso realizzato da Regione Lombardia che proseguirà anche nei successivi appuntamenti fieristici.

Questo per quanto riguarda il lavoro di scouting a livello nazionale. E sul campo internazionale quali sono le mosse vincenti di Homi?

Oggi la parola d’ordine è: re-emerging markets, che significa riscoprire mercati tradizionali che hanno ripreso a crescere, come Stati Uniti, Canada e Giappone; senza, però, tralasciare anche realtà internazionali nuove e dinamiche come, per esempio, l’Iran e la Colombia. E, ancora una volta, una partnership importante come quella che ci ha offerto ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, ci ha consentito di affrontare questa nuova sfida.

Obiettivi per il futuro?

Portare Homi ad elevati standard di eccellenza, anche per quanto riguarda l’offerta di servizi. Mi piace dire che dovremmo diventare ‘un campione TripAdvisor’, cioè avere come fiera recensioni eccellenti come quelle di un albergo 5 Stelle. Per esempio, stiamo pensando di realizzare negli aeroporti accordi per offrire ai nostri visitatori il servizio di fast-track; a breve, potremmo disporre di una ‘Buyer Lounge, qui in Fiera, e di ‘stazioni’ informatiche sparse per gli stand fieristici per offrire agli espositori servizi online. Insomma si tratta di rendere la Fiera ‘bella e facile’.

Bella lo è già: il ‘contenitore’ è un’opera architettonica di grandissimo valore (è firmata da Massimiliano e Doriana Fuksas, ndr) e sul ‘contenuto’ stiamo ottenendo eccellenti risultati per qualità e innovazione. Ma anche l’accessibilità ha avuto una accelerazione in senso positivo, grazie ad Expo che ci ha regalato una iniezione di credibilità davvero importante.

Nella gallery, immagini tratte dall’edizione autunnale 2015 di Homi.

Testo di Laura Ragazzola