Carlo Colombo, l’instancabile. Intercettato prima di un decollo alla volta di Miami, gli abbiamo chiesto di raccontarci quest’ultima ‘appassionante fatica’ di alto profilo internazionale.

Un generoso attico (circa 300 metri quadrati) su due livelli nel cuore di Zurigo, in Svizzera, con suggestive viste lago e una strepitosa collezione di opere d’arte contemporanea.

Lo stimolo per riflettere su certe evoluzioni del suo intenso percorso professionale che all’attività di designer (siamo oramai quasi a quota mille come numero di pezzi realizzati a oggi per le major del settore) affianca in modo sempre più consistente quella di progettista d’interni. D’altronde Colombo non hai mai fatto mistero di non vedere differenze tra l’approccio al design, all’interior, all’architettura.

Opera per riduzione e progressive ‘limature’ fino a trasformare in forme e materiali l’essenza di un oggetto, di uno spazio, di un volume. “Esperienze tattili e visive”, le ha più volte definite, “precise e concrete al millimetro, nel rispetto delle relazioni logiche e funzionali richieste dal briefing”.

Ma, in questo nuovo teatro privato dell’abitare, costruito ex novo, sul piano strutturale-impiantistico, compositivo, del layout spaziale fino alla scala del più piccolo dettaglio, si coglie qualcosa di più. Si percepisce un’atmosfera (climatizzata) più calda ed empatica, lontana da certe sobrietà sofisticate ma distaccate del passato, una visione più matura.

Che cosa ha fatto la differenza?
“La presenza di oggetti d’affezione del committente, nientepopodimeno che opere di Luigi Ontani, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Andy Warhol, Matteo Basilé, quasi degli unicuum, autentici elementi di polarizzazione. Nelle loro figure, colori e densità, mi hanno stimolato a ‘dipingere un affresco’ che radicalizzasse l’interfaccia visiva e tattile affidata ai materiali di rivestimento di muri, soffitti e pavimenti e ai contrasti di luce sulle superfici.
Il progetto ha preso forma proprio nel confronto e nel dialogo tra questi contenuti e il contenitore. Non capita tutti i giorni di trovare un Ontani nell’ingresso, dei Warhol nel living e nella zona notte, dei Rotella e dei Basilé in altrettante isole dedicate. È stato necessario equilibrare con estrema cura i pesi tra le parti, anche in chiave di suggestioni estetiche e vocazioni narrative”.

Un progetto a misura di mise-en-scéne, in sostanza, dove il paesaggio esterno diventa una sorta di contraltare e sfondo scenografico degli ambienti inquadrato dal ritmo di generose aperture vetrate. Anche questa è una condizione di privilegio ma altresì impegnativa perché il luogo dà grande luce agli interni e ai quadri attraverso se stesso. Come è stato affrontato questo aspetto?
“La luce è la sorgente naturale della casa riconducibile nella sua nudità a una scatola di vetro permeabile a 360° perché disegnata da spazi fluidi e aperti. È stata opportunamente schermata da una cortina di tende e chiusure mirate, quando eccessiva”.

Siamo negli ultimi due piani di un palazzo vista lago. Ma la composizione dei due livelli abitativi sembra rimandare alla dimensione distesa e rarefatta di una villa appoggiata alla montagna e circondata da un’inaspettata  piccola area verde outdoor. È così? Com’è articolata la casa? “In effetti, è curiosa. Vi si può accedere da un ingresso secondario a ridosso della mulattiera sul versante a monte con la netta percezione di essere in un livello sospeso nel vuoto. Ma anche tramite l’ascensore che entra direttamente nel living, rendendo esperibile la continuità visiva del duplex. Sopra, ci sono la camera degli ospiti, una grande zona armadi e una di servizio (lavanderia e bagno); sotto, la master room, il living (in realtà due, uno per la conversazione e l’altro per la tv), la sala da pranzo e la cucina, un altro bagno e un’altra piccola zona ospiti. In più, c’è una lunga balconata di coronamento su cui si affacciano tutti i locali principali, belvedere montagna e giardino da un lato e lago dall’altro”.

Dare volume al vuoto, ai percorsi d’uso e all’abitabilità…quali sono stati gli elementi disegnati ad hoc emblematici di questa ricerca?
“Senza dubbio, il volume netto del corpo scala interno, in cemento armato grezzo, fulcro di geometrie essenziali intorno cui ruotano gli ambienti, ma anche i bagni e la cucina customizzati secondo una precisa tavolozza materico-cromatica, in termini di consistenza e finiture”.

Quale sensazione intendevi restituire a chi entra in casa?
“Una sensazione di pace, benessere, serenità, armonia, colori, forme, layout, proporzioni; l’idea che ogni movimento che fai ridefinisce una correlazione tra uno spazio e l’altro, in un continuo rimando di riflessi, contorni, luci, grigi dei muri in pietra serena o trattati a intonaco-pittura, e calore contrastante del rovere del pavimento, scelto in una tonalità particolare, quasi bruciata, virtualmente interrotto soltanto dalla presenza di un tappeto. Perché ovunque si possa sentire la forza vitale dell’arte e dei suoi protagonisti”.

Foto di Walter Gumiero – Testo di Antonella Boisi

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Nella spazialità aperta del piano principale, sottolineata dalla continuità della pavimentazione in rovere trattato, a sinistra, c’è la zona dining con tavolo su disegno, sedie Poliform, chandelier Flos; a destra la zona living con l’opera Ecce Homo di Luigi Ontani, i due cavalli in bronzo africani e la lampada Penta.
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Il corpo scala in cemento a vista con parapetto in cavi d’acciaio che dialoga con l’opera della serie Il Pensatore di Ontani.
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Pianta del piano principale.
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L’oasi del relax in blu con la chaise-longue Minotti.
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Sulla sinistra, l’oasi del relax in blu con la chaise-longue Minotti e le opere di Luigi Ontani (da Electric throne a San Paolo) e quella delimitata dalla ‘boiserie’ in pietra serena: Lounge Chair Vitra, lampada Arco di Flos, divani B&B Italia, tappeto Abc. La ‘boiserie’ in bronzo, invece, realizzata ad hoc dialoga con un Mao di Andy Warhol e un quadro di Mimmo Rotella.
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Disegno planimetrico della camera degli ospiti.
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Un bagno dell’abitazione, realizzato con prodotti disegnati da Carlo Colombo per Antonio Lupi e personalizzato.
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Un bagno dell’abitazione, realizzato con prodotti disegnati da Carlo Colombo per Antonio Lupi e personalizzato.
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Uno scorcio della master room (al livello inferiore). Il letto Sailor di Carlo Colombo per Flou è incorniciato da tre opere di Mimmo Rotella (Blank quella dietro il comodino ad hoc in marmo).