Seguendo il profilo discendente del terreno, una villa di Parisotto+Formenton Architetti ad Arona costruisce un percorso visivo fatto di inquadrature sequenziali del paesaggio del Lago Maggiore, che viene attratto all’interno come se fosse materiale da costruzione

L’utilizzo sicuro e consapevole del linguaggio moderno è quello che più colpisce del progetto di Aldo Parisotto e Massimo Formenton per una villa su una collina di Arona, in provincia di Novara. Un uso elegante, senza tensioni, in perfetto equilibrio fra contestualismo, valenze tettoniche e astrazione.

L’intento, d’altra parte, è chiaro. È quello di creare un’architettura capace di attrarre il paesaggio all’interno, come se fosse materiale da costruzione, e contemporaneamente di portare lo spazio dell’abitazione all’esterno in modo naturale, senza scosse, attraverso la modulazione di una complessa continuità di atmosfere. Il tutto, però, senza perdere quella chiarezza compositiva che rappresenta la cifra linguistica essenziale dello studio.


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Aldo Parisotto e Massimo Formenton iniziano l'attività professionale congiunta nel 1990 e nasce a Padova lo Studio Parisotto + Formenton Architetti. Nel 2004 apre la sede di Milano. La loro ricerca si orienta verso molteplici temi progettuali, sviluppando esperienza in contesto nazionale e internazionale (Europa, Stati Uniti ed Estremo Oriente) in ambito architettonico, nell'architettura d'interni e nel design.

Per questo il progetto, che segue per due livelli il profilo discendente di un declivio davanti al Lago Maggiore, articola un volume puro di base in una serie di piani sfalsati, costruendo un ideale percorso visivo, fatto di inquadrature sequenziali della riva orientale e della Rocca di Angera.

Tutto inizia dalla strada a cui, però, l’edificio volta le spalle. Un profondo piano orizzontale bianco, appoggiato su due setti rivestiti da sottili listelli di pietra calcarea, segna la via di accesso, ancora invisibile. Squarci di cielo aperti nella copertura portano, con una seconda svolta, all’ingresso vero e proprio, dove il paesaggio inizia finalmente a rivelarsi.

Qui, dal volume intonacato del corpo principale, il piano orizzontale si estende fino a innestarsi nel volume in pietra del blocco dell’ascensore, unito al resto della casa da un corridoio vetrato che offre una prima inquadratura del lago e della sponda lombarda.

È solo all’interno, però, che la vista può aprirsi definitivamente. La zona giorno, infatti, al di là di un piccolo bagno di servizio, si sviluppa come un unico ambiente aperto e fluido, vetrato su due lati, in cui ogni scelta progettuale parla di una continuità fisica e visuale con l’esterno, in un chiaro riferimento miesiano.

Come gli esili profili dei serramenti a tutta altezza, per esempio, e la precisione con cui, incontrandosi a filo, schiudono l’angolo sudorientale su un ampio loggiato illuminato da bucature schermate. O come la snellezza dei pilastri circolari in acciaio tubolare dipinto di bianco, pensati per sparire nel panorama circostante.

Tutto è attentamente studiato, dalla posa dritta e accostata dei listoni di rovere, che disegnano il pavimento in grandi campi regolari, alla scelta di un sistema di arredo che reinterpreta la migliore tradizione italiana degli anni Cinquanta con un design raffinato e discreto.

Da qui, poi, il percorso si sdoppia. In un angolo del loggiato esterno, rivestito della stessa pietra dei setti, una leggerissima scala elicoidale, in acciaio bianco, fa da contrappunto alla doppia rampa curva interna, rivestita in rovere, che sembra quasi scavata nell’intonaco. Entrambe portano al livello inferiore, in un volume più ampio e decisamente più compartimentato, che ospita la zona notte. Qui, la distribuzione delle tre camere da letto e dei due bagni è più canonica, per evidenti necessità funzionali, ma nulla cambia rispetto all’atmosfera costruita al piano superiore.

Anzi, se possibile, la minor ampiezza delle aperture rende ancora più esplicito il tentativo di incorniciare il paesaggio in una serie di viste accuratamente selezionate. Senza contare che su questo stesso livello, al termine di un’ampia terrazza e di una scalinata di collegamento con il giardino sul fronte strada, si trova il punto di arrivo del percorso discendente, rappresentato da una grande piscina a sfioro, con una parete di contenimento in vetro.

Un’architettura capace di attrarre il paesaggio all’interno, come se fosse materiale da costruzione, e contemporaneamente di portare lo spazio dell’abitazione all’esterno in modo naturale."

È proprio, infatti, sul filo di questo orizzonte liquido che il progetto trova il suo senso più compiuto, in un doppio contatto indiretto con il lago, visivo e tattile allo stesso tempo.

Progetto di Parisotto+Formenton Architetti - Project manager Riccardo Bastiani architetto  Collaboratori: architetti Elisabeth Andreola, Daniele Garato - Strutture e DL ingegnere Fabrizio Barbieri - Foto di Giulio Ghirardi /courtesy P+F Architetti