Antico e contemporaneo si confrontano in un bed & breakfast a Mantova con vista su Leon Battista Alberti, firmato dallo studio Archiplan. Una tensione continua di elementi opposti, tra affreschi e arredi che ‘parlano’

Ci sono case che evocano storie, altre che semplicemente le raccontano. Di questo secondo gruppo fa parte BrolettoUno, il bed & breakfast nel centro storico di Mantova firmato da Archiplan che qui, in un edificio del tardo Quattrocento appartenuto a Federico II Gonzaga, tra cicli della scuola di Giulio Romano, pitture dell’Ottocento e stratificazioni che arrivano fino agli anni Settanta, ha trovato il punto di sintesi di uno stile che fa dialogare antico e contemporaneo senza, però, voler sciogliere la tensione, al contrario alimentandola.


Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini
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Lo Studio Associato Archiplan nasce nel 1997 fondato da Diego Cisi con Stefano Gorni Silvestrini. Un contenitore di progettisti che svolge una continua attività di ricerca mirata a fornire soluzioni progettuali alle differenti esigenze del vivere contemporaneo. Lo studio ha realizzato negli anni edifici pubblici, privati, residenziali, e commerciali. Si è occupato inoltre di progetti territoriali e di valorizzazione del paesaggio. È attivo nel campo del disegno di interni e degli allestimenti.

“Il senso del nostro progettare”, spiega Diego Cisi, fondatore di Archiplan con Stefano Gorni Silvestrini, “va colto proprio nei contrasti, nelle relazioni ambigue, nel non voler affermare in maniera chiara da che parte stiamo”. BrolettoUno è una casa vacanze con vista sulla basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti, dove l’intuizione di fondo della distribuzione è stata abbattere il tramezzo che divideva il living dalla camera da letto, per generare un ambiente articolato in due parti da un separé in legno e paglia di Vienna. A quest’ultimo è affidato il compito di filtrare lo spazio e scandire la gerarchia tra zona notte e zona giorno.

L’ambiente, impreziosito da affreschi questa volta ottocenteschi, è punteggiato di arredi tutti disegnati su misura, che aggiungono ulteriori stratificazioni e arrivano a contemplare l’accostamento a elementi più recenti e non necessariamente di pregio. Un mondo di possibilità che va dalla poltrona realizzata artigianalmente ispirandosi ai disegni di Le Corbusier alla porta del bagno in legno tamburato, vetro stampato e maniglia in alluminio anodizzato, “che il gusto contemporaneo fatica davvero ad accettare, ma che negli anni Settanta aveva un senso e che per questo abbiamo deciso di tenere”, spiega Cisi.

Il senso del nostro progettare va colto nei contrasti, nelle relazioni ambigue, nel non voler affermare in maniera chiara da che parte stiamo."

“Tentiamo, in sostanza, di avvicinare due mondi, quello del vecchio e quello del nuovo, in un equilibrio in grado di garantire le identità di entrambi. Privilegiamo l’ambiguità e la contraddizione rispetto all’unitarietà stilistica”.

In questa dialettica degli opposti, gli arredi giocano un ruolo essenziale. Innanzitutto perché interamente su misura, a partire dal tavolo da pranzo Efelidi firmato dagli stessi architetti per Design Mood e eseguito in multistrato di pioppo placcato bianco a listoni trasversali giuntati a secco: un pezzo che mostra il laminato non nella parte più nobile, ma all’interno, come in una ‘poetica del rovescio’ che aggiunge ulteriore ‘conflitto’ alla scena.

Su misura anche l’armadio realizzato smontando i vecchi infissi della casa, serramenti con trecento anni di storia rinati a nuova funzione, mentre gli inserti di colore verde che ricorrono alle pareti sono il frutto di una campionatura del ciclo di affreschi della scuola di Giulio Romano fatta in cantiere, inseguendo la sfumatura perfetta, da un artigiano esperto, Giampiero Danzini. Unici pezzi non firmati da Archiplan sono i cubi di illuminazione in calcestruzzo di Davide Groppi, Q, poggiati per terra, e gli elementi in gesso, anch’essi luminosi, di Nicola Pianori.

Tentiamo di avvicinare due mondi, quello del vecchio e quello del nuovo, in un equilibrio in grado di garantire le identità di entrambi. Privilegiamo l’ambiguità e la contraddizione rispetto all’unitarietà stilistica."

“Qui gli arredi”, spiega Cisi, “compongono una sorta di bestiario: caratteri ora scorbutici ora raffinati che vogliono instaurare relazioni ibride con lo spazio”. Per esempio, su disegno è anche il lavabo in inox del bagno con un portascopino in cemento e ottone, sempre di Archiplan per Ever Life Design, premiato nel 2008 con il German Design Award, quasi un oggetto ‘parlante’, che rivendica la sua collocazione nell’ambiente più intimo della casa. Da Archiplan definiscono il loro un approccio all’architettura di tipo letterario: “Cerchiamo di trovare in ogni progetto questioni e temi in grado di renderlo comunicabile a prescindere dagli esiti formali”. Una casa con una storia, insomma. E che ha il piacere di raccontarla.

Progetto di Studio Archiplan - Foto di Davide Galli