A Heilbronn, in Germania, l’ampliamento dello Science Center si declina in una seducente toolbox architettonica, ludica e tecnica, firmata dallo studio Sauerbruch Hutton

“Soltanto le stagioni contano, e le stagioni sono quelle che ti hanno fatto le ossa, che hai mangiato quand’eri ragazzo”, ricorda Cesare Pavese ne La luna e i falò. Il polo di ricerca e divulgazione scientifica Experimenta di Heilbronn, nella Germania del Sud, è nato nel 2009 grazie a una partnership tra la municipalità tedesca e la Fondazione Dieter Schwarz dentro un massiccio fabbricato ristrutturato in klinker, costruito nel 1936 come magazzino sulla Kranen Insel.


Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton
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Matthias Sauerbruch ha studiato alla Hochschule der Künste di Berlino e alla Architectural Association School of Architecture di Londra. Ha lavorato presso l'Office for Metropolitan Architecture di Londra come project manager per sei anni e partner per quattro anni. Louisa Hutton ha studiato presso l'Università di Bristol e l'Architectural Association. Ha lavorato con Alison + Peter Smithson per quattro anni. Nel 1989 hanno fondato Sauerbruch Hutton e da allora dirigono l'ufficio.

Nel 2013 lo studio berlinese Sauerbruch Hutton ha vinto il concorso internazionale per il suo ampliamento, realizzato tra il 2015 e il 2019. Operazione riuscita: sono cambiate le stagioni di questo luogo che accoglie ora le scintille di una nuova vitalità, le meraviglie di una scienza in grado di avvicinare in modo friendly, giovane e stimolante anche chi non è più un ragazzo.

In sostanza, nuovi 17.720 metri quadrati dilatano le possibilità per i visitatori di interagire ed eseguire esperimenti grazie a un apparato di oltre 275 installazioni in un complesso di circa 25.000 metri quadrati. Il nuovo edificio ideato da Sauerbruch Hutton ha un’architettura particolare e si relaziona al preesistente, dopo aver superato un piccolo ponte di approdo, tramite una piazzetta condivisa e con un collegamento a livello sotterraneo, che accoglie aree espositive speciali e locali tecnici.

Di segno scultoreo, insolitamente priva dei marcati cromatismi linguistici in facciata tipici di Sauerbruch Hutton, l’architettura si articola e si sviluppa per cinque piani fuori terra, ciascuno ruotato di qualche grado rispetto al sottostante. Il piano terra, dove si trova il foyer d’ingresso, è il regno della Science Dome, un grande spazio declinato come auditorium, teatro, cinema e planetario sotto la cupola autoportante in alluminio di 21,5 metri di diametro.

La complessa tecnica costruttiva dell’edificio ha consentito di ottenere planimetrie dalla spazialità il più possibile libera e ininterrotta. Questo fatto ha prodotto una ricchezza percettiva di scorci, prospettive, visuali, dilatazioni e contrazioni."

I quattro livelli superiori, sfalsati, sono dedicati invece per metà a spazio espositivo tematico e per metà ai percorsi di circolazione verticale sviluppati con un dinamico andamento elicoidale. La complessa tecnica costruttiva dell’edificio ha consentito di ottenere planimetrie dalla spazialità il più possibile libera e ininterrotta.

Questo fatto ha prodotto una ricchezza percettiva di scorci, prospettive, visuali, dilatazioni e contrazioni, scritte nella grammatica di gallerie tematiche (connotate da un acceso e uniforme colore rosso), percorsi di collegamento e laboratori sperimentali. Questi ultimi sono contenuti all’interno di prismi di vetro opalescente, gravitanti, come impilati, nel vuoto centrale a tutt’altezza, dove disegnano un’avvolgente forma a ferro di cavallo.

Effetti speciali integrati quali cortine d’acqua e spettacolari scariche elettriche amplificano l’esperienza immersiva proposta dal luogo, che ha un valore percepibile anche nell’opacità e nella trasparenza delle facciate, ritmate da tamponamenti alternati in alluminio e in vetro per potenziare dimensioni introverse (congeniali alla concentrazione sui contenuti in mostra) ed estroverse (ad abbracciare le vedute panoramiche).

Questo luogo che accoglie ora le scintille di una nuova vitalità, le meraviglie di una scienza in grado di avvicinare in modo friendly, giovane e stimolante anche chi non è più un ragazzo. "

In questo senso, il piano della copertura-terrazza, insieme all’osservatorio astronomico e a un auditorium, è quello che regala le viste belvedere migliori: sulla Valle del Neckar, il corso orientale del fiume e la campagna ricoperta di vigneti – il rurale contesto paesaggistico di riferimento e insediamento di Experimenta.

Progetto di Sauerbruch Hutton - Progettisti Matthias Sauerbruch, Louisa Hutton, Juan Lucas Young - Project manager Andrew Kiel, Peter Apel - Foto di Roland Halbe