Il Padiglione della Svizzera alla Biennale 2023 ha come titolo Neighbours.
Il progetto illustra la vicinanza spaziale e progettuale tra il Padiglione svizzero e l’adiacente Padiglione venezuelano e il legame professionale dei rispettivi architetti, lo svizzero Bruno Giacometti (1907- 2012) e l’italiano Carlo Scarpa (1906-1978).
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I padiglioni attorno agli alberi protetti
Il Padiglione svizzero progettato da Bruno Giacometti aprì i battenti poco più di 70 anni fa nel giugno 1952. Quattro anni più tardi, nelle immediate vicinanze sorse il Padiglione venezuelano ideato da Carlo Scarpa. Siccome i vecchi platani ubicati su entrambi i lotti non potevano essere abbattuti, gli architetti progettarono i loro edifici attorno agli alberi protetti. Le mura, i tetti e gli spazi esterni delle costruzioni si incontrano creando una relazione di prossimità.
Il connubio delle planimetrie
I due curatori mettono in evidenza il connubio delle planimetrie che testimonia l’affinità creativa dei due architetti uniti anche da un rapporto di amicizia. “I Padiglioni svizzero e venezuelano formano un insieme di straordinaria qualità architettonica e sculturale. A causa della loro funzione rappresentativa, essi sono però concepiti come unità distinte e dunque anche allestiti di conseguenza. Abbiamo quindi cercato di ripensare le funzioni dei due padiglioni e del loro ambiente circostante e di superare i rispettivi confini mediante mezzi artistici. In questo modo ci interroghiamo sia sulle demarcazioni spaziali, culturali e politiche che sulle convenzioni della rappresentazione nazionale. Con un gesto utopico, al luogo contrapponiamo una realtà poetica che per un momento lascia posto a una nuova prospettiva”, affermano Karin Sander e Philip Ursprung.