Con il titolo Terra [Earth], il Padiglione del Brasile alla Biennale Architettura 2023 propone di ripensare il passato per tracciare un futuro possibile
Parte da una riflessione sul Brasile di ieri, di oggi e del futuro il progetto Terra [Earth] per il Padiglione del Brasile alla Biennale.
L’installazione prende in considerazione la terra sia come elemento poetico sia come elemento concreto nello spazio espositivo.
Per mettere il pubblico in contatto diretto con la tradizione dei territori indigeni, delle abitazioni di Quilombola e delle cerimonie di candomblé, l'intero padiglione sarà riempito di terra.

Il Brasile come terra

Affermano i curatori: "La nostra proposta curatoriale si basa sul pensare al Brasile come terra. Terra come suolo, fertilizzante, territorio. Terra in senso globale e cosmico, come pianeta e casa comune della vita, umana e non.
Terra come memoria e anche come futuro, guardando al passato e al patrimonio per ampliare il mondo dell'architettura nell’affrontare le più pressanti questioni urbane, territoriali e ambientali contemporanee".

Il simbolo Sankofa

Alcuni elementi di abitazioni popolari brasiliane - le recinzioni con il simbolo sankofa - posti all'ingresso del padiglione contrastano con le caratteristiche moderniste del padiglione progettato da Henrique Mindlin, costruito nel 1964.
Questo simbolo, utilizzato per le recinzioni della maggior parte delle città brasiliane, significa "guardare ai nostri antenati per costruire un futuro migliore" e proviene dal popolo Akan dell'Africa occidentale.

Il padiglione è suddiviso in due parti

La prima galleria del padiglione modernista è stata denominata Decolonizzare il canone dai curatori, per mettere in discussione l'immaginario che circonda la versione secondo cui Brasilia, la capitale del Brasile, è stata costruita in mezzo al nulla.
Con “l'imposizione” della città modernista i suoi abitanti indigeni e Quilombola furono infatti spinti ai margini.
La seconda galleria si intitola Luoghi di origine, archeologie del futuro e accoglie con la proiezione del video di Ayrson HeráclitoThe Shaking of the Casa da Torre e The Shaking of the Maison des Esclaves in Gorée, del 2015.

I curatori

Architetta e urbanista afro-brasiliana, Gabriela de Matos è vicepresidente del São Paulo Department of the Brazilian Institute of Architects, e fondatrice del progetto Arquitetas Negras, che mappa la produzione degli architetti Brasiliani neri.
I suoi progetti multidisciplinari hanno l'obiettivo di promuovere la cultura architettonica e urbana brasiliana dal punto di vista della razza e del genere. Laureata presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica della PUC Minas, è specializzata in Sostenibilità e Gestione dell'Ambiente Costruito presso UFMG.
Paulo Tavares esplora le interfacce tra architettura, culture visive, curatela, teoria. Operando attraverso più media e mezzi, il suo lavoro si concentra sulla giustizia ambientale e sulle contro-narrazioni in architettura.
I suoi progetti e testi sono stati presentati in varie mostre e pubblicazioni nazionali e internazionali.

Padiglione del Brasile, Biennale 2023, in breve

• Titolo: Terra [Earth] 
• Curatori: Gabriela de Matos e Paulo Tavares
• Commissario: José Olympio da Veiga Pereira, presidente della Fundação Bienal de São Paulo
• Espositori: Ana Flávia Magalhães Pinto, Ayrson Heráclito, Day Rodrigues con la partecipazione di Vilma Patricia, Fissura, Ilê Axé Iyá Nassô Oká (Casa Branca do Engenho Velho), Juliana Vicente, Leandro Vieira, Mbya-Guarani Indigenous People, Tukano, Arawak e Maku Indigenous Peoples, Tecelãs do Alaká (Ilê Axé Opô Afonjá), Thierry Oussou, Vídeo nas Aldeiascommissario: José Olympio da Veiga Pereira, presidente della Fundação Bienal de São Paulo
• Per saperne di più Fundação Bienal de São Paulo www.bienal.org.br