Per creare una playlist per qualcuno bisogna ‘entrare in contatto’ con l'altra persona, proprio come accade quando si progetta qualcosa di personalissimo come l’interno di una casa

* Lorenzo Palmeri, industrial designer e musicista. Per Interni Design Journal ha realizzato questa playlist

La costruzione di una playlist ha qualcosa di compulsivo e allo stesso tempo rassicurante. Essendo di fatto un elenco, ci permette di mettere sotto gli occhi, tutte per bene e in fila, le cose che ci piacciono.

I miei ascolti, come spesso accade ai musicisti, sono monomaniacali e funzionano a periodi. Sono capace di ascoltare tre o quattro brani a ripetizione per qualche mese e poi spostarli nel grande magazzino della memoria cui in seguito attingerò alla bisogna.

Per questo compongo playlist solo per gli altri, offrendo una specie di forma di servizio che è anche, allo stesso tempo, una comunicazione privata e molto intima. Come si faceva una volta con le cassette.

Liza from Bastien Dupriez on VimeoAnimazione: Bastien Dupriez. Musica: Liza (Gershwin) - Jean-Michel Pilc, piano solista. Dal cd Parallel’ (Challenge records, 2018). Tecnica: film 35 mm. 2020. Liza è un ‘film astratto’ che prende il nome da una composizione di George Gershwin: una sorta di trascrizione visiva di quella musica, interpretata da Jean-Michel Pilc.


Ho usato la parola intima’ non a caso. Può sembrare un’esagerazione ma per creare una playlist per qualcuno bisogna in qualche modo entrare in contatto’ con l'altra persona, proprio come accade quando si progetta qualcosa di personalissimo come l’interno di una casa. Deve piacere a noi – dopotutto siamo i deus ex machina e quel lavoro parlerà di noi agli altri per i tempi a venire – ma poi ci dovrà abitare qualcuno.

È vero che di una playlist ci si può disfare in quattro secondi però almeno una volta la si ascolterà e qualcosa di questa rimarrà nel cuore di chi l’ha ricevuta. Se piace, il contatto tra me e la persona che la riceve c’è ed è solido. Se non piace, qualcosa è andato storto nel mio ascolto, prima di tutto, dell’altro.

Il rischio di farsi male c’è.  Perché ci sono playlist felici che potrebbero far bene a qualcuno che è momentaneamente giù. Ma, e questo lo si capisce solo conoscendo bene la persona, che dire di alcune frasi che potrebbero evocare fantasmi che sarebbe meglio lasciare dove sono? O di pezzi che riportano alla luce ricordi dolorosi? E che dire della scoperta? Quanta musica conosciuta è giusto inserire e quanta da scoprire? Meglio qualcosa di orecchiabile, che si attacca in modo immediato alla memoria, o di sofisticato? È facile rispondere a queste domande solo se esiste una curiosità e una conoscenza sincera della persona per la quale componiamo la playlist.

Aérobie from Bastien Dupriez on VimeoDirezione/animazione: Bastien Dupriez. Musica: Antoine Zuccarelli. Tecnica: pittura e scratch su pellicola 35mm. 2017.


La lista potrebbe andare avanti a lungo. Ma quello che è certo è che soppesare i vari elementi e le emozioni che evocano è fondamentale quando si progetta una lista di canzoni: che sia per se stessi o per gli altri.

Mi piace molto, e credo sia un bel gesto tout court, inviare un brano musicale o una canzone a qualcuno. O un’intera playlist. E ormai è chiaro quanto la condivisione di musica possa stabilire una profondissima comunione tra le persone.

Dopotutto, la musica è anche una delle poche cose che ha continuato a spostarsi liberamente in questo periodo. Ha riempito le stanze, gli spazi tra le case e le persone, per non parlare dei luoghi interiori di ognuno, cucendo le distanze. E dimostrando, ancora una volta, il suo potere salvifico.

In apertura, un'immagine dal cortometraggio Sillon 672. Nel testo anche Liza e Aérobie; tutte opere di Bastien Dupriezartista che trasforma composizioni musicali in animazioni astratte dalle linee colorate e immaginifiche.

Sillon 672 from Bastien Dupriez on VimeoDirezione/Animazione: Bastien Dupriez. Musica: Antoine Zuccarelli. Autoproduzione, 2014.