Come i fiori di campo, la scultura luminosa sprigiona tutta la poetica spontanea e sussurrata di Alessandra Baldereschi. Un oggetto della memoria, dipinto a mano ma sviluppato grazie alla tecnologia 3D, che rilegge l’immagine delle porcellane floreali di Capodimonte mediante un processo associativo ed emotivo

“La memoria degli oggetti che tocchiamo e con i quali ci confrontiamo è il racconto più segreto delle nostre esistenze. Messi accanto, gli oggetti hanno una forza enigmatica, che è quella di interpretare, immediatamente, una storia, la nostra” scrive lo scrittore, premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk.

Ed è questa visione – narrativa e quotidiana, apparentemente inutile, in realtà colta e fortemente simbolica – che Alessandra Baldereschi cita nella sua ultima creazione.

La designer milanese che predilige il gesto lieve e attinge dal mondo della natura  a volte sono boschi e animaletti fiabeschi, altre sono orti domestici e rimedi della nonna  presenta Wild Flowers, una lampada da parete che pare disegnata a matita, dalla bellezza semplice e selvatica.

Come i fiori di campo, la scultura luminosa sprigiona tutta la poetica spontanea e sussurrata di Alessandra. Realizzata in resina di mais dipinta a mano e illuminata a led, rimanda a ricordi, luoghi e oggetti della memoria ma è sviluppata grazie alla tecnologia di stampa 3D.

Mediante un processo associativo ed emotivo, Wild Flowers cita le porcellane floreali di Capodimonte rileggendole con un tocco aggraziato – e incantato.

Un fiore disegnato, un fiore inventato: una specie che non esiste in natura ma in grado di evocare campi sterminati e punteggiati. E corse a perdifiato.