La giovane startup Vaia ha creato un amplificatore porta smartphone utilizzando il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, recuperando così il materiale e dando lavoro agli artigiani locali. Per ogni prodotto venduto viene inoltre piantato un albero

Fondata da tre giovani under 30, la startup Vaia recupera il legno degli alberi abbattuti dall’omonima tempesta, che nel 2018 ha devastato alcuni dei più bei territori delle Dolomiti, per creare Vaia Cube, un amplificatore per smartphone 100% naturale, realizzato con la collaborazione di falegnamerie e artigiani delle zone colpite.

L’obiettivo? Far rivivere le foreste colpite piantando un nuovo albero per ogni amplificatore venduto. Ad oggi la startup, che ha venduto oltre 15mila prodotti, ha piantato 5mila alberi nelle valli di Veneto e Trentino.

Come rispondere in modo concreto alle conseguenze di un disastro climatico? È da questa domanda che nasce Cube, un oggetto piacevole ed evocativo con cui Vaia vuole contribuire alla rinascita delle foreste colpite e alla ripartenza della comunità e del territorio.

Cube è realizzato in modo artigianale ed privo di componenti elettriche. L’esterno è in abete della Val di Fassa, un tipo di abete rosso pregiato da sempre utilizzato per produrre i violini, mentre l’interno è in larice. Il design dell'oggetto è stato sviluppato in modo che la struttura incava del legno orienti il suono del telefono in un’unica direzione e che la particolare lavorazione ne amplifichi il timbro. A renderlo unico, la spaccatura incisa sulla parte superiore, come simbolo della ferita inflitta alle Dolomiti dalla tempesta.

In questo modo gli alberi sradicati dalla tempesta Vaia, la più grande catastrofe forestale avvenuta in Italia negli ultimi 50 anni, diventano amplificatori di design naturale al 100%. In un'ottica (completamente) circolare, per ogni cubo venduto la startup pianta un nuovo albero.

Fondatori della startup tre giovani, Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, che raccontano “Cube è realizzato artigianalmente, ogni pezzo è unico. Al di là del prodotto, quello che ci sta a cuore è contribuire a una visione per il futuro. La nostra mission è realizzare oggetti utili, sia per le persone sia per la natura, recuperando materie prime provenienti da luoghi colpiti da calamità naturali. A cominciare, appunto, dagli alberi abbattuti da Vaia sulle Dolomiti.

La startup si propone di contribuire al passaggio da un’economia verticale a una circolare, generando così benefici per l’intero ecosistema. “Il valore generato da un’impresa non può prescindere dalla dimensione sociale e ambientale in cui essa opera”, proseguono i tre imprenditori, un’azienda deve produrre un impatto positivo nel mondo: solo così crea valore. In Vaia cerchiamo di farlo ogni giorno.


La vivacità della community della startup e l’apprezzamento per il contributo alla sensibilizzazione circa la tutela ambientale sono emersi anche durante il Vaia Day, una giornata di confronto e riflessione che si è svolta domenica 8 novembre 2020 nell’ambito del progetto “Un Pianeta che Vorrei”, in collaborazione con l’associazione H2O+ e con il contributo di Fondazione Caritro – Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Durante i dibattiti on line è emerso il ruolo fondamentale della ricerca e dell’innovazione nel riuscire a coniugare profitto e impatto zero.