Inaugurata, nel Cortile d'Onore dell'Università degli Studi, l'installazione realizzata da Maria Cristina Finucci per One Ocean Foundation, una ferita sanguinante di magma incandescente

Con circa due tonnellate di tappi di plastica contenuti in sacchi di reti rosse per alimenti e all’interno di gabbioni PoliMac di Officine Maccaferri, l'artista Maria Cristina Finucci ha disegnato quattro gigantesche lettere che compongono la parola Help, un grido dell'umanità per frenare il disastro ambientale dell'inquinamento dei mari.

E' la terza occasione in cui Finucci lancia il suo grido di aiuto, dopo la performance Help a Roma al Foro Romano (2018) e sull’isola di Mozia in Sicilia (2016).

Nel corso di questi anni, durante i quali ho realizzato installazioni in varie parti del mondo per denunciare la plastica negli oceani, il mio progetto si è trasformato e non si limita alla impellente questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta. (Maria Cristina Finucci)"

Alle 22.30 l'installazione si è illuminata come una lava rosso sangue che fuoriusciva dal terreno. Contemporaneamente il grido straziante della Terra e dei suoi abitanti. Perchè la plastica è solo una faccia di un problema che ha tanti volti che si chiamano riscaldamento globale, inquinamento delle acque, disuguaglianze tra popoli, fame, guerre.

Testo di Danilo Signorello - Foto di Efrem Raimondi