La sera dell'11 dicembre 1980, a casa di Ettore Sottsass, nasceva il gruppo Memphis. Quarant’anni dopo, lo Studio Paradisiartificiali gli rende omaggio interpretando uno spazio abitativo contenuto ma traboccante di forme e decori geometrici, accesi da colori saturi e vividi. E un rebus

È la sera dell’11 dicembre 1980. Nel soggiorno di Ettore Sottsass si è riunito un gruppo di giovani designer e architetti, tra cui Michele De Lucchi, Aldo Cibic e Matteo Thun. Si discute in modo informale di design e nuove forme espressive. Mentre un disco suona ripetutamente il brano Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again di Bob Dylan, emergono idee, suggestioni (e rivoluzioni) creative e culturali.

È così che nasce Memphis, con un nome che si ispira sia al passato  a Melfi, antica capitale dei faraoni egizi – sia al presente – alla città natale di Aretha Franklin ed Elvis Presley in Tennessee. Di lì a pochi giorni viene discussa e progettata una collezione di oggetti di design sperimentale audace, da cui scaturirà il celebre movimento postmoderno.

Quarant'anni dopo, il collettivo anonimo Studio Paradisiartificiali, mentre sta realizzando un progetto di interior design per uno spazio abitativo di 15 mq a Milano, a lavori già iniziati, si imbatte casualmente nella pagina di Wikipedia dedicata a Memphis, venendo a conoscenza della storia sottesa alla nascita ufficiale del celebre movimento.

Come una folgorazione, la scoperta è fin da subito fonte di ispirazione e fervore creativo. Nonostante la richiesta del committente si limitasse alla progettazione di una nuova scala in sostituzione di quella originale, lo studio ha sentito il desiderio di trasformare questa rivelazione’ in qualcosa di speciale. Ha quindi deciso di interpretare lo spazio come una vera e propria celebrazione del significativo anniversario: una sorta di festa di compleanno a sorpresa per i 40 anni dalla nascita di Memphis

Come in un rebus, spazio segni si fondono: nasce così il progetto Tribute to E. Sottsass, in omaggio al Maestro.

Il progetto, iniziato con una richiesta limitata – la sostituzione di una scala a chiocciola ormai impraticabile che si avvitava per più di 4 metri tra un piano e l'altro , grazie al rapporto di fiducia istaurato con il proprietario dell'abitazione, un professionista attivo nel campo delle start-up, si è evoluto in una visione globale. Appurato che la necessità non era solo quella di sostituire una scala, bensì far nascere un luogo, è stato deciso di ripensare completamente il piano inferiore per creare uno spazio ibrido, pubblico/privato, che fungesse da living ma anche da lounge dove accogliere ospiti e clienti.

Nasce così un ambiente user-friendly, animato dalla presenza di pochi ma distintivi elementi, che donano un'anima estrosa e ludica. Uno spazio vivido dalla matrice autenticamente pop che omaggia Memphis con le geometrie, i segni e i colori saturi a contrasto che lo caratterizzano.

Perno dell'intero progetto, come da premesse, la scala realizzata grazie al contributo di CPR Scale: un segno sottile e dinamico in metallo verde salvia  simbolica rappresentazione dell'archetipo dello zigzag. La stessa lamiera è stata utilizzata per creare alcuni stencil che decorano le pareti come opera d'arte. Le nicchie, già esistenti, rivivono trasformate in geometrie all'interno di geometrie.

Anche gli elementi d'arredo emanano una forza enigmatica: come fosse un orecchio, la madia Caruso di Miniforms è pronta ad ascoltare cosa accade nella stanza, mentre le sedute Pipe di Moroso, dalle forme semplici e generose, quasi arcaiche, danno corpo al rito dell'ospitalità. Come fossero una manciata di sassolini bianchi, le lampade a parete Gregg di Foscarini, insieme a un birillo’ colorato che si erge, rigoroso, da terra, la Callimaco di Artemide, illuminano uno spazio che a nord ritrova la sua stella: Hsing, il vaso della collezione Ceramiche Pop disegnata da Ettore Sottsass e oggi rieditata da Alessio Sarri. In omaggio al Maestro, appunto.

Per il pavimento, Paradisiartificiali ha scelto la collezione Re-evolution in lastre ultrasottili della serie Slimtech di Lea Ceramiche. Dallo stile sobrio ed elegante, grazie ai delicati disegni sulla superficie grigio perla che rimandano alla spatolatura tipica della resina, la collezione ceramica diventa la cornice ideale per accogliere ed enfatizzare le forme, le geometrie e i colori saturi dei pochi e ben calibrati arredi e decori. Il tutto all'insegna della sorpresa, dell'energia e della leggerezza.

Il progetto Tribute to E. Sottsass cela – e poi svela tramite metafore  – e mischia – ingredienti eterogenei.

Ettore Sottsass raccontava che il suo cognome andrebbe pronunciato con l'accento sull'ultima sillaba  Sottsàss  che in dialetto trentino significa sotto i sassi” spiegano i progettisti dello Studio Paradisiartificiali che hanno scelto l'anonimato per veicolarsi come gruppo ad enfatizzare la natura di collettivo. “L'esistenza di significati che si nascondono dietro alle cose, o sotto i sassi’ appunto, ci ha stimolati a interpretare il nostro omaggio ispirandoci all'iconografia dei rebus, nei quali parole, segni e immagini si intersecano tra loro nel tentativo di costruire dinamiche di comunicazione a più livelli. Sentire che le ragioni di un luogo’ possano risiedere non solo nella logica delle circostanze che le fanno sorgere ma anche in un'identità meno apparente, più nascosta, crea le condizioni per concepire gli spazi come metafore. È questa natura segreta che caratterizza il nostro progetto.

E aggiungono “varrebbe la pena interrogarsi sul perché l'approccio pop di Memphis nel propone ensemble eterogenei di arredi, forme e colori, riesca ad essere ancora tanto attuale e diffuso nel modo di vivere contemporaneo. Probabilmente i motivi andrebbero ricercati nella sua capacità di affermarsi come collettore di un'inclusività non soltanto formale ma di sostanza e metodo. Con ironia e pragmatismo, Memphis seppe mettersi al riparo da moralismi e false coperture ideologiche, riuscendo a costruire una straordinaria occasione di pensiero al plurale sul progetto. Ha così promosso il valore di quella condivisione creativa che è diventata oggi un'eredità capace di superare il solo ambito della cultura estetica”.

Abbiamo infine chiesto se il rebus rappresentato sulle pareti abbia una soluzione. In realtà il nostro ispirarci alla tipica iconografia dei rebus non è un semplice gioco di natura grafica”, spiegano i progettisti, “al contrario, lo spazio assume una composizione corrispondente alla soluzione stessa del rebus. Ovviamente è poco importante riuscire o meno a risolverlo, ciò che conta è che il messaggio ha rappresentato per noi una mind map per la progettazione”.

E comunque al rebus (7  2  6  4+4) una soluzione c'è: Tribute to Ettore Sottsass. Ça va sans dire.