Paradigmatico in questo senso è stato il progetto di Le Grotte della Civita, un hotel diffuso concepito da Daniele Kihlgren e realizzato dal gruppo Sextantio nella parte più antica dei Sassi, la Civita appunto, a strapiombo sul torrente Gravina e di fronte alla maestosa scenografia del Parco della Murgia. Con la mission di onorare la primordiale essenza materica di questo genius loci, il gruppo Sextantio ha conservato gli spazi e le cubature originari di 18 grotte (stanze) e di un’antica chiesa rupestre (diventata spazio conviviale), integrandoli con contemporanei arredi minimali in un continuum simbolico e strutturale di grande fascino e genuinità. Ma c’è dell’altro nella piccola città della Basilicata, 63.000 abitanti, dove la luce è dominio dello spazio come l’ombra, e la terra non è solo quella aspra e scarna delle rocce. Le eleganti vie, scandite da monasteri, chiese barocche, palazzi seicenteschi e architetture razionaliste, riconducono infatti a un modello classico di sviluppo della morfologia urbana.
E proprio nel centro lucano, al piano, La Suite, facilmente accessibile anche in macchina e correlata a un parcheggio multipiano interrato, propone una forma di ospitalità atipica, cinque stelle, che dialoga con la storia del luogo, integrando in un’architettura di ispirazione modernista il ridisegno di una piazza in chiave di scenografia urbana destinata a spettacoli e intrattenimenti culturali. È stata realizzata da Rita Tamburrino, a guida della Tam.co, costola della più nota Cogem creata dal padre Egidio Tamburrino, e progettata dallo Studio Marco Piva.