Nello showroom di Surcanapé, un piccolo scrigno della decorazione alle spalle della Scala, Patrizia Scarzella ha moderato una conversazione sulla creatività che ha rivelato numerose affinità tra cucina e creazione tessile.

I protagonisti: Andrea Dall’Olio, raffinato designer e autore di apprezzati quaderni di stile e tendenza, nonché art director dell’editore tessile brianzolo, e Christian Milone, classe 1979, chef della Trattoria Zappatori di Pinerolo (To), figlio d’arte e passato da ciclista. Due personaggi dalla fisicità carismatica, che si sono trovati a condividere valori e pensieri attorno ad alcune parole chiave.

Colore. “È l’aspetto fondamentale della mia ricerca”, afferma Dall’Olio, “amo trasformare tutto ciò che viene dal passato dando una couche, un velo di colore nuovo, anche osando, ma seguendo rigorosamente una mia disciplina. Più c’è colore, più sono contenuto nei motivi. Più c’è decorativismo, più scelgo tinte calme. È una questione di dosaggi di ingredienti”. In senso letterale, per Milone: “Seguo il dogma del colore naturale del cibo. Uno chef deve tenere vivo il colore degli alimenti, per invogliare il cliente. È un discorso di cultura, che ho appreso dal mio maestro Enrico Crippa e dall’approccio alla cucina giapponese Kaiseki, che rispetta ogni alimento a prescindere dal costo e dalla rarità”.

Storia e Tradizione. “L’ispirazione per il tessuto da decorazione è quasi sempre la storia reintepretata pensando al futuro. Ogni colore e accostamento parla di un periodo storico, ogni motivo e tratto parla di un’ispirazione o revival”, spiega il designer. Per uno chef piemontese la tradizione è un caposaldo da cui non si può prescindere. “Io rendo il dovuto omaggio al mio territorio, ma filtro le ricette tradizionali secondo il mio vissuto e, attraverso la testa e le mani, le porto nel futuro. La tradizione va trattata in maniera critica e non nostalgica”.

Armonia. “L’armonia c’è quando il fruitore si identifica immediatamente nel prodotto. Se un mio tessuto piace subito, indipendentemente dallo stato culturale o dall’età, vuol dire che ho raggiunto un universale. Armonia è anche sinergia e fusione di opposti”. Il sorriso come banco di prova dell’armonia è la filosofia invece di Milone: “Se sorrido quando un mio piatto esce dalla cucina significa che era armonico. Se il cliente mi sorride uscendo, si chiude il cerchio e significa che sono riuscito a dare qualcosa di personale”. Il pubblico, alla fine dell’incontro, sorrideva.

 

Foto di Saverio Lombardi Vallauri

 

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Da sinistra, Christian Milone, Patrizia Scarzella che ha moderato, e Andrea Dall'Olio
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Christian Milone
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Andrea Dall'Olio
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Andrea Dall'Olio e, a destra, Christian Milone