Il numero di luglio-agosto di Interni è in edicola

Mai prima d’ora ci eravamo occupati di social distancing. L’emergenza sanitaria ci ha costretti a ripensare le modalità di relazionarsi, di lavorare, di muoversi fuori e dentro la casa. In queste mutate condizioni, la cultura del progetto ha messo in atto un serie di riflessioni focalizzate sulla gestione degli spazi: luoghi pubblici, open space e ambienti privati necessitano di essere rimodulati in funzione di nuovi criteri di praticità, sicurezza e privacy.

Queste le ragioni per cui i ‘fundamentals’ dell’architettura - per dirla alla Rem Koolhaas - assumono una nuova importanza. Porte, finestre, pareti, divisori - ma anche gli stessi elementi d’arredo - diventano strumenti preziosi per puntualizzare le funzioni degli spazi e renderle più flessibili, nella loro concezione di elementi strutturali pensati per chiudere, aprire, dividere, proteggere e riorganizzare gli ambienti in tutta libertà.

Sono questi i temi centrali affrontati nel numero di Interni luglio-agosto a cui fa da contraltare il nostro nuovo magazine digitale, Interni Design Journal. Ha debuttato a giugno in edizione quotidiana e adesso prosegue in edizione settimanale, per tornare alla versione originaria dal 28 settembre al 4/10 ottobre e in altre occasioni speciali. Si tratta di un nuovo format che utilizza il linguaggio e l’immediatezza del digitale ma che ha la stessa missione della rivista cartacea: osservare quanto succede intorno a noi attraverso la lente del design. Dunque, due diversi strumenti di comunicazione che in modo complementare affrontano i temi più attuali del mondo del progetto.

Quello del social distancing, per esempio, ma anche quello dell’architettura come invito alla fuga in luoghi da sogno, proposto appunto in questo numero. A rappresentare tale dimensione sono Villa Dolunay, un paradiso privato sul Mar Egeo progettato da Foster + Partners, e il resort costruito da Peia Associati sull’isola corallina di Miriandhoo alle Maldive. E ancora a Paraggi, in Liguria, un’ex foresteria reinventata dallo studio m2 atelier nelle sfumature smeraldo della baia su cui si protende. Il viaggio nell’architettura prosegue a New Canaan, nel verde Connecticut, con i due padiglioni anni ’50 di Philip Johnson restaurati da Craig Bassam e Scott Fellows.

Per tornare infine in Italia e all’attualità più stretta con un focus su Venezia e sui temi della 17ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale, posticipata al 2021. Ne parliamo con Hashim Sarkis, curatore della manifestazione, Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia, e Alberto Cavalli, curatore di Homo Faber, l’evento culturale dedicato al ‘saper fare’ che rinnova il suo appuntamento in Laguna a settembre dell’anno prossimo.