Dopo le recenti richieste alle autorità in tema di Covid, abbiamo chiesto chiarimenti al presidente del Salone del Mobile Claudio Luti sulla fiera a settembre

Dopo la comunicazione di qualche giorno fa da parte del Salone del Mobile, con esplicite richieste di chiarimenti e rassicurazioni alle autorità sul tema della ripresa delle fiere nell'era Covid, in molti si stanno chiedendo cosa stia succedendo dietro le quinte della manifestazione di design più importante al mondo, pianificata dal 5 al 10 settembre 2021.

Il direttore di Interni, Gilda Bojardi, lo ha chiesto al presidente del Salone del Mobile.Milano, Claudio Luti.

 

Nella comunicazione dello scorso novembre, avete detto che l’edizione numero 60 riunirà per la prima volta tutte le categorie merceologiche, rappresentando un momento speciale.
Quali settori merceologici vedremo dunque al salone di settembre?

Trattandosi di un’edizione speciale apriremo a tutte le categorie merceologiche senza la consueta struttura in Saloni e Biennali. Sarà un’edizione speciale che non seguirà i canoni a cui siamo abituati, ma avrà una sua identità precisa con percorsi chiari e definiti.

Nel caso di Eurocucina, che poi sarà di nuovo a calendario ad aprile, in che modo l’evento di settembre 2021 impatterà quello di aprile 2022? È prevista un’eventuale modifica della partecipazione delle aziende del settore?

Premesso che la risposta dei produttori di cucine è stata positiva, stiamo lavorando per trovare una soluzione che consenta a tutti di sfruttare al meglio le opportunità di settembre 2021 e aprile 2022. È chiaro che le aziende dovranno operare delle scelte sul numero di novità da portare in fiera, ma non dimentichiamoci che dopo due anni di assenza della manifestazione ci sarà da parte dei visitatori professionali una grande voglia di ripartire e tornare a vedere dal vivo il meglio della produzione mondiale. Il management del Salone è in costante contatto con le realtà del comparto e sono sicuro che avremo una rappresentanza significativa in entrambe le edizioni.

Nel 1990, quando il Salone doveva essere a settembre ed è poi saltato, lo avete spostato ad aprile dell’anno successivo per evitare un ravvicinamento troppo serrato di due manifestazioni. Cosa c’è di diverso ora rispetto ad allora?

Direi il brusco e traumatico stop a cui ci ha costretti la pandemia e che ha obbligato tutti a rivedere i propri programmi. La scelta di posizionarci a settembre è nata dall’esigenza di dare una risposta alle aziende che, credendo nel valore del Salone, hanno chiesto di non perdere un’occasione unica e irrinunciabile. Lo spostamento a settembre è stato frutto di attente riflessioni che ci hanno visti impegnati quotidianamente con aziende, istituzioni e FieraMilano per trovare la soluzione più sicura alla luce di un anno di fermo.

Qual è stata finora la risposta delle imprese davanti alla calendarizzazione del Salone a settembre?

Buona. Come ho detto, la scelta di settembre non è stata un’imposizione estemporanea, ma il risultato di un lungo lavoro di ascolto e mediazione. Ora, però, servono segnali chiari e precisi per garantire lo svolgimento della manifestazione.

Al Governo chiedete una data sicura per la ripartenza delle manifestazioni fieristiche nonché certezze sui vaccini. Basterà la parola del governo su queste tematiche (necessariamente volatili) per far ripartire la manifestazione?

La situazione è complessa e non c’è bisogno che sia io a dirlo, ma il Governo e i ministri competenti hanno la possibilità di valutare oggettivamente i tempi di riapertura delle manifestazioni. Voglio essere chiaro: non chiediamo e non chiederemo mai al Governo di porre le esigenze del Salone prima della salute dei cittadini, ma a fronte del nuovo piano vaccinale in procinto di partire e di regole certe sui protocolli deve poter definire una data per la riapertura delle manifestazioni che rispettino tutta una serie di requisiti per garantire una visita in sicurezza. Stesso discorso vale per i voli internazionali e per il passaporto sanitario, aspetti su cui l’Unione europea ha garantito risposte entro la fine del mese. Come ho già avuto modo di spiegare attendiamo delle risposte che non dipendono da noi, se poi non dovessero arrivare non ci saranno i tempi tecnici per organizzare una manifestazione che abbia quelle caratteristiche di qualità e bellezza che il mondo ha avuto modo di conoscere negli anni passati.

Al Governo chiedete anche una campagna di promozione internazionale per posizionare il Salone come momento vero del rilancio. Cosa serve esattamente, secondo voi, per convincere il pubblico internazionale a spostarsi? Quali sono i vostri desiderata?

Che il Paese sia sicuro grazie a un’ampia copertura vaccinale, che la fiera e la città siano visitabili in sicurezza, che i trasporti siano possibili a fronte di garanzie sanitarie. Il tutto per poter tornare a godere di un evento unico nel suo genere e dare un contributo fondamentale alla ripartenza economica e sociale del Paese.

Dal momento dell’inizio della pandemia a oggi, il Salone non ha comunicato in modo costante al suo pubblico, almeno esternamente. Perché questa scelta?

Una macchina complessa come il Salone richiede sempre equilibrio e moderazione nella sua gestione, soprattutto quando si parla di comunicazione. A maggior ragione in un periodo come questo dove le certezze sono veramente poche. Direi quindi che il Salone ha comunicato quando ha potuto dire qualcosa di concreto.

Si parla del Salone digitale dall’anno scorso e tutti attendono con impazienza notizie per capire di cosa si tratta. Ce lo può anticipare? Che tipo di contenuti avrà, come verrà organizzata la partecipazione delle imprese, la comunicazione? Quando verrà effettivamente lanciato?

Dopo mesi di analisi e confronti – che ha visto lavorare a stretto contatto sia la struttura interna sia i migliori professionisti del settore – stiamo sviluppando una nuova piattaforma digitale in grado di affiancare la manifestazione e le aziende che vi prenderanno parte. Un lavoro complesso, lungo, faticoso – non lo nascondo – ma anche ricco di stimoli ed elementi di crescita per tutti i soggetti coinvolti che hanno portato a dare vita a una piattaforma che offrirà la ricchezza e il patrimonio storico e umano racchiusi in sessant’anni di storia del Salone del Mobile.
La nuova piattaforma digitale creerà uno spazio potenzialmente infinito e lo estenderà al di là della stagione fieristica. Sintetizzando il concetto direi che il progetto digitale rappresenterà la “voce del Salone” magnificando – grazie a contenuti culturali di alto livello, sezioni interattive a disposizione degli espositori e aggiornamenti sulle novità inerenti alla manifestazione di settembre – la cultura del design nel mondo e offrendo una combinazione unica di contenuti, prodotti e servizi in sinergia con la settimana fisica che saranno a disposizione per tutta la community del design, professionisti e non.

Come avete previsto la messa in sicurezza sanitaria della manifestazione?

Stiamo lavorando con FieraMilano per mettere a punto un protocollo di sicurezza per chiunque acceda al quartiere fieristico durante la manifestazione: espositori, allestitori, visitatori... Ma come ho detto noi possiamo arrivare fino a un certo punto, poi intervengono le istituzioni con le quali siamo in stretto contatto e dalle quali ci aspettiamo risposte certe per garantire lo svolgimento corretto e sicuro del Salone.

Cosa succederebbe se il Salone di settembre saltasse?

Vorrà dire che dal Governo non avremo avuto le risposte ai quesiti che abbiamo posto per garantire l’organizzazione della rassegna e, conseguentemente, ci concentreremo con tutte le nostre forze per realizzare il Salone del Mobile.Milano più bello di sempre ad aprile 2022.

Qualora il Salone non si potesse tenere a settembre pensare alla possibilità di agire sulla città insieme al FuoriSalone?

Adesso siamo concentrati per ottenere speriamo risposte positive e organizzare la manifestazione a settembre.