“La sfida più grande: quella di adattare a nuove fruibilità pubbliche un edificio che ha 500 anni, non costruito per queste necessità, e che si relaziona nelle aperture con la piazza più amata, quella di San Marco”, ha commentato l'architetto britannico David Chipperfield, non nuovo a imprese di tale portata e notorietà mondiale (ha firmato tra gli altri l'acclamata trasformazione del Neues Museum di Berlino).
“Venezia è una città unica”, ha continuato, “dove architettura e natura si assimilano in modo organico ovunque, tranne che in piazza San Marco, un luogo che esprime una qualità radicale. La straordinaria facciata delle Procuratie Vecchie sembra un unicum ma dietro l'apparente uniformità esterna cela tante micro-città stressate dai cambiamenti negli ultimi 200 anni. Dobbiamo riorganizzare negli interni un edificio a tipologia frazionata riconducendolo a connessioni orizzontali-verticali necessarie a un nuovo funzionamento e renderlo permeabile nell'accessibilità e nei collegamenti che la nuova configurazione sui diversi livelli comporta”.
Per ora l' ingresso resta quello discreto dalla corte interna, dove è in via di recupero il corpo-scale dei primi Novecento con il lucernario centrale. A questo si affiancheranno due nuovi corpi-scala, che affacciano sulle corti interne di sansoviniana memoria rinascimentale. Al terzo piano destinato alla casa di Human Safety Net, questi innesti di collegamento consentiranno la creazione di due nuove corti in quota sui tetti. Proprio l'ultimo livello del sottotetto, segnato dall'infilata storica degli oculi su piazza San Marco, che sarà parzialmente aperto al pubblico, con spazi flessibili per conferenze, talks, esposizioni – secondo la direzione artistica di Davide Rampello –, è quello che restituisce negli elementi preesistenti molta più libertà d'intervento.