David Chipperfield alle Procuratie Vecchie di Venezia

I lavori di costruzione possono iniziare, con il benestare del Comune di Venezia, dopo quello della Soprintendenza giunto lo scorso gennaio.

Lunedì 10 giugno, durante una conferenza stampa a Ca Farsetti, è stato annunciato il prosieguo operativo del cantiere nelle Procuratie Vecchie, uno dei palazzi più importanti e belli di Venezia, completato da Jacopo Sansovino nel Sedicesimo secolo, che delimita il lato nord di piazza San Marco.

Il palazzo di 152 metri che ospitò i Procuratori di San Marco durante la Serenissima Repubblica, caratterizzato dal portico di 50 arcate e 100 finestre in stile veneto-bizantino, struttura complessa e stratificata, modificata più volte nel corso dei secoli, diventa la sede del Gruppo assicurativo Generali (al primo e al secondo livello) e della fondazione filantropica ad esso correlata Human Safety Net (al terzo). Con uffici da affittare anche ad altre associazioni ed enti pubblici.

La deadline dei lavori è stimata nel 2021 che coincidono con i primi 190 anni delle Generali, proprietario dell'immobile, abbandonato per decenni, da quasi due secoli.

Il team di David Chipperfield Architects Milano, che ha vinto il concorso internazionale del progetto nel 2017, si è impegnato a riconsolidare la struttura storica e restaurare, in modo rispettoso e filologico, gli spazi interni del palazzo che ha l'ingresso al piano terra, confinante con l'infilata dei negozi affacciati sulla piazza (tra cui quello iconico di Olivetti progettato da Carlo Scarpa).

Ad oggi sono stati eseguiti 'interventi chirurgici' di silenzioso recupero delle tracce originali del luogo: preziosi dettagli per ridare dignità e coerenza a spazi con valori differenti, tra stanze danneggiate nell'apparato decorativo, stucchi e affreschi, soffitti a travi lignee, soglie in legno e muri in mattoni gotici. Ora inizia la parte più complessa negli oltre 12.000 metri quadrati delle Procuratie Vecchie.

“La sfida più grande: quella di adattare a nuove fruibilità pubbliche un edificio che ha 500 anni, non costruito per queste necessità, e che si relaziona nelle aperture con la piazza più amata, quella di San Marco”, ha commentato l'architetto britannico David Chipperfield, non nuovo a imprese di tale portata e notorietà mondiale (ha firmato tra gli altri l'acclamata trasformazione del Neues Museum di Berlino).

Venezia è una città unica”, ha continuato, “dove architettura e natura si assimilano in modo organico ovunque, tranne che in piazza San Marco, un luogo che esprime una qualità radicale. La straordinaria facciata delle Procuratie Vecchie sembra un unicum ma dietro l'apparente uniformità esterna cela tante micro-città stressate dai cambiamenti negli ultimi 200 anni. Dobbiamo riorganizzare negli interni un edificio a tipologia frazionata riconducendolo a connessioni orizzontali-verticali necessarie a un nuovo funzionamento e renderlo permeabile nell'accessibilità e nei collegamenti che la nuova configurazione sui diversi livelli comporta”.

Per ora l' ingresso resta quello discreto dalla corte interna, dove è in via di recupero il corpo-scale dei primi Novecento con il lucernario centrale. A questo si affiancheranno due nuovi corpi-scala, che affacciano sulle corti interne di sansoviniana memoria rinascimentale. Al terzo piano destinato alla casa di Human Safety Net, questi innesti di collegamento consentiranno la creazione di due nuove corti in quota sui tetti. Proprio l'ultimo livello del sottotetto, segnato dall'infilata storica degli oculi su piazza San Marco, che sarà parzialmente aperto al pubblico, con spazi flessibili per conferenze, talks, esposizioni – secondo la direzione artistica di Davide Rampello –, è quello che restituisce negli elementi preesistenti molta più libertà d'intervento.

Qui era già stato previsto ai primi del Novecento un auditorium, uno spazio con capriate brutaliste in cemento che sono state restaurate” spiega l'architetto Giuseppe Zampieri. “Su queste abbiamo innestato delle capriate in metallo e altresì previsto un'infilata di aperture ad arco che consentiranno una circolazione fluida e ininterrotta al piano, integrando anche le due corti che corrispondono alle coperture del corpo scale. Quanto alle pareti del Sansovino, una volta ripuliti tutti i mattoni saranno finiti con una scialbatura di intonaco a calce, una patina trasparente che ne restituisce la storia. Unitario sui tre piani d'intervento, il mantra”, continua Zampieri, “resta quello di rispettare colori chiari, pavimenti in pastellone o terrazzo alla veneziana già esistenti in certe stanze, soffitti con travi lignee lasciate a vista, e dove queste mancano nuove controsofittature con un sistema di doghe essenziali simili ai modelli originali”.

Essenzialità all'ennesima potenza. Tutti gli impianti, studiati con Arup Italia, saranno nascosti nei controsoffitti. Solo al terzo livello il riscaldamento è previsto a pavimento, mentre al primo e al secondo viene mimetizzato in elementi copri-fancoil in legno in via di definizione, come gli arredi. L'esecuzione di questo progetto ambizioso e innovativo è stata affidata a imprese locali: un altro dato interessante, in un'ottica di valorizzazione di tecniche, lavorazioni, materiali che costituiscono patrimonio del saper fare della manodopera veneziana.

“È una scelta che sviluppa occupazione nel centro di Venezia”, ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro, “pragmatica come quella di aprire alla comunità il palazzo, un investimento ad alto valore sociale, che dà un significato diverso anche al turismo e al futuro della città”.

Catalizzatore di potenziale umano, The Human Safety Net è infatti un hub filantropico strutturato per il supporto delle comunità più vulnerabili (famiglie povere, rifugiati e neonati in primis), attivo dal 2017 in 19 Paesi con una rete di oltre 25 partner.

“C'è lo stemma del Leone, issato nel 1932 sulle Procuratie Vecchie. Qui le Generali aprirono il primo ufficio nel 1831. Quasi 200 anni dopo il Leone ritorna al fianco di quello di San Marco, riportando al centro la vita di una rete globale e restituendo ai 25 milioni di persone che visitano la piazza non più solo una bellezza universalmente riconosciuta ma armonia e sostenibilità”, ha ricordato Philippe Donnet, CEO del Gruppo che sta investendo anche per il recupero di altre parti dell'area Marciana e degli adiacenti Giardini Reali.

 

Antonella Boisi