Il recupero della foresteria di un'abbazia del XIII secolo

Il vecchio dormitorio dei monaci dell’Abbazia di Santa Maria di Follina, in provincia di Treviso, uno dei più importanti esempi di architettura cistercense, è diventato una foresteria per i pellegrini, riservata ai ritiri spirituali.

Un luogo sobrio ed essenziale, prettamente dedicato alla preghiera e al silenzio dove gli ospiti si autogestiscono. La struttura, aperta anche a coloro che non si riconoscono nella religione ma che hanno bisogno di un posto dove meditare e possono conoscere la storia dell’abbazia e del territorio, viene così restituita alla sua funzione originaria: accogliere e dare ristoro.

Inaugurata ufficialmente nel settembre 2017, la casa di accoglienza Foresteria Santa Maria è ora accreditata per il servizio nell’ambito di turismo religioso.

Un luogo misterioso e affascinante per le sue linee, forme e sculture e per il silenzio raccolto che avvolge il chiostro del 1268.

Per tutelare e valorizzare questo patrimonio culturale, la Diocesi di Vittorio Veneto, l’Ufficio Diocesano dell’Arte sacra e i Beni culturali Ecclesiastici, insieme alla Parrocchia della Madonna del Rosario e alla comunità dei Servi di Maria, hanno intrapreso un importante intervento di recupero dell’ala est.

Questa parte del complesso monastico era utilizzata originariamente come dormitorio riservato ai monaci.

Gli ultimi lavori di ristrutturazione risalivano al 1920 necessari per riparare i danni al chiostro e alla chiesa subiti in seguito alla Prima Guerra Mondiale.

 

Per i lavori di recupero, curati dall'architetto Fabio Nassuato, sono stati stanziati 1 milione e 200 mila euro, finanziati per la maggior parte dalla Regione Veneto.

Dalla riqualificazione delle ex celle del dormitorio è nata una foresteria di 450 metri quadrati con 9 camere da letto, ciascuna con bagno privato, e spazi comuni per ospitare in totale fino a 24 pellegrini.

Tutti gli arredi, i complementi e le finiture sono stati donati da aziende del territorio, tra cui Eclisse.

All’interno delle stanze, per rispecchiare la sobrietà degli arredi e la semplicità del luogo, sono state installate delle porte a filo muro.

L’estraneità, in origine, dei servizi igienici abbinati alle celle dei religiosi, ha comportato la volontà di creare dei contenitori che si differenziassero dal contesto storico, quindi un rivestimento in legno su tutti i lati del vano ha permesso di identificare il nuovo manufatto, che al contempo si integra nel nuovo assetto della foresteria.

L’assenza di finiture esterne e il rivestimento della porta con la boiserie in legno circostante ha permesso la completa integrazione dell’elemento con la parete, nascondendo l’accesso al bagno.

Questa soluzione è stata resa possibile grazie all’installazione del telaio dedicato Eclisse Syntesis Line battente. Altrove invece è stato utilizzato Eclisse Shodō battente, soluzione che si differenzia dalla precedente perché in questo caso sia la porta, sia le finiture esterne si presentano filo muro. Abbinato, il profilo in allumino Eclisse Shodō battiscopa che completa la realizzazione, dando la possibilità di avere anche il battiscopa integrato e a filo muro.