Spesso le imprese sono anche un po’ sorde rispetto alla formazione. Come le intercettate e in che modo vi proponete?
Stiamo lanciando un’iniziativa chiamata Bridge Lab che ha l’obiettivo di dimostrare cosa si possa fare per le imprese come sistema design del Politecnico di Milano (con Poli.design spesso come driver). Lo facciamo attraverso delle ricerche che individuano trend significativi. Non ci limitiamo ad essere dei trend monitor: la nostra idea è segnalare una serie di scenari possibili e individuare quali potranno essere le industrie influenzate da queste tendenze. È un’iniziativa di attrazione che costruisce percorsi formativi realizzati ad hoc. La nostra forza sta nell’essere dentro al sistema design del Politecnico di Milano: oltre che sui contributi del Dipartimento di Design, di cui siamo una diretta emanazione, e della Scuola del Design, con i suoi 4.000 studenti, contiamo anche sulle sinergie che mettiamo in atto con gli altri 11 dipartimenti, nel caso, faccio un esempio, avessimo bisogno di approfondire tematiche come quelle legate ai materiali chimici, all’industria aerospaziale o altro.