Sul piatto, lato fruizione pubblica, durante la presentazione del progetto a cui erano presenti anche le istituzioni, è stato messo tantissimo: la riduzione di via Melchiorre Gioia tra sei a quattro corsie per fare spazio a filari di alberi e piste ciclabili, percorsi pedonabili in tutta la zona, che verrà trasformata in area verde, una nuova torre – quella residenziale, con i primi tre piani pubblici – che idealmente riprende la “logica botanica” della Biblioteca degli Alberi di cui diventerà, insieme al ponte-giardino botanico, una logica continuazione, aperta a tutti.
Il ponte, rialzato rispetto a quello attuale con una copertura a serra, diventerà un hub al servizio della città, con spazi aperti per eventi e mostre, aree per incontri e wellness, un laboratorio per la condivisione di informazioni sull’impatto climatico e ambientale. “Le serre del XXI secolo devono essere esperienze immersive, educative, interattive e innovative dedicate al racconto delle specie”, ha detto Liz Diller.
Al paesaggio è anche dedicata la nuova torre residenziale con i suoi 1.700 mq di vegetazione che assorbiranno 14 tonnellate di CO2 e produrranno 9 tonnellate di ossigeno l’anno (l’equivalente di un bosco di 10 mila metri quadrati). Ai cittadini, questo “giardino all’italiana verticale” offrirà lo spettacolo di cromie che cambiano con le stagioni grazie alle specie botaniche che lo allestiranno, scelte in base alle fioriture.
Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici la torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico. L’edificio prevede parti strutturali in legno che ne diminuiranno il carbon footprint, tra cui 1.800 metri cubi di legno dei pavimenti che consentiranno di risparmiare fino a 3.600 tonnellate di biossido di carbonio nelle fasi di costruzione.