Il palazzo Niemeyer, sede del Gruppo Mondadori, anche per chi lo frequenta ogni giorno, è fonte di stupore per la sua modernità visionaria, fatta di solidi elementi architettonici tradizionali in armonia con forme di straordinaria creatività, capaci di far “dialogare la luce naturale con il palazzo”.

 

Questa è la “base” da cui ha tratto ispirazione il maestro della luce, Mario Nanni, per compiere il suo restauro innovativo e poetico sull’illuminazione: il progetto ha previsto un sistema che si integra completamente nell’architettura, un’illuminazione dinamica permanente che, partendo dalla base dei pilastri portanti, ne illumina la monumentalità, evidenziandone la materia con la giusta resa cromatica e con temperature di colore capaci di variare con le ore della giornata e il passare delle stagioni.

 

La luce dialoga con le superfici dei 23 pilastri dell’edificio, un minuto per ogni pilastro, più una meridiana di luce, la ventiquattresima “fonte” che scandisce il tempo. 24 minuti a rappresentare le 24 ore: dall’aurora all’alba, dal risveglio del mattino al mezzogiorno, dal pomeriggio al tramonto, dal crepuscolo al buio della notte.

 

Il nuovo progetto della luce di Palazzo Mondadori è stato inaugurato ieri sera, in concomitanza con il solstizio d’estate, la notte più corta dell’anno, con “Sospeso, leggero ma non troppo”, un evento/poesia di luce firmata Mario Nanni e dedicata, da Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadori nel 110° anniversario, “a tutti coloro, dipendenti e collaboratori, che vivono la propria attività lavorativa all’interno di questa costruzione iconica”.