Due nuove (sorprendenti) camere del Michelberger Hotel di Berlino

Il Michelberger Hotel a Berlino si arricchisce di due nuove camere progettate dai committenti Tom e Nadine Michelberger e dal designer Sigurd Larsen. Due camere che utilizzano, per le numerose e particolari porte che le contraddistinguono, le cerniere a scomparsa Simonwerk Tectus.

Tom e Nadine Michelberger, senza alcuna esperienza specifica ma con idee creative, alcuni anni fa hanno ideato un hotel hipster, dall’atmosfera trendy e decisamente artistica, nell’emergente quartiere di Friederichshain.

L’hotel Michelberger è situato in ex fabbrica di cui permangono le caratteristiche architettoniche del vecchio edificio industriale, come le ampie finestre, i soffitti alti e i mattoni visibili, volutamente utilizzati dal progettista Werner Aisslinger per connotare l’interior design dell’hotel con le sue oltre 100 camere, ristorante e sale riunioni.

Per permettere all’hotel di continuare a cambiare, alcune singole stanze, anno dopo anno, vengono riprogettate.

Sigurd Larsen ha recentemente reinterpretato due delle stanze. Non normali camere di albergo, ma vere e proprie unità abitative dai dettagli sorprendenti.

 

Room204 – The House of Doors è ricca di porte e finestre che una volta aperte rivelano sorprese. Un canyon come sauna, una vasca da bagno con vista, una camera da letto in posizione elevata, una cucina accogliente, una doccia in una grotta.

Room 304 – The Gardenhouse, dai soffitti molto alti, è connotata da una struttura a cubo a due piani: al piano terreno ci sono un bagno, una sauna, una camera da letto e una cucina che si apre su una sorta di giardino esterno. La scala interna al cubo conduce al piano superiore dove ci sono una camera da letto e una grande amaca con vista sul giardino interno. Inoltre ci sono una doccia esterna, vasca da bagno in stile piscina, una terrazza con un tavolo da pranzo e una zona salotto.

Decisive per l’effetto sorpresa delle due nuove stanze sono le porte filomuro dotate di cerniere a scomparsa Tectus della Simonwerk.