Dopo il Farewell Tour con il quale ha salutato tutti i campi che lo hanno visto protagonista fino alla stagione scorsa, Kobe Bryant ha iniziato un tour mondiale con l’intento di diffondere la sua Mamba Mentality a giovani e appassionati di basket.
Dopo la tappa di Hilversum (Paesi Bassi), venerdi 22 luglio Kobe è stato a Milano, 5 anni dopo la sua ultima visita ufficiale.
Kobe non ha solo cambiato il gioco del basket, con il suo stile e il suo talento, ma ha anche portato grandi innovazioni in fatto di design e tecnologia, collaborando per 20 anni con Eric Avar – Nike‘s Creative Director e Vice President of Innovation – per la realizzazione della sua signature line fino alla ultima nata: la Kobe XI.
A Milano, una mostra temporanea allestita presso il Salone d’Onore della Triennale di Milano in via Alemagna, ha messo in vetrina una rassegna dei modelli realizzati con Nike.
Interni era presente all’evento e ha raccolto alcune battute del campione americano.
Siamo a Milano, la Capitale internazionale del design: qual è per te il valore del design nelle scarpe che sviluppi con Nike, oltre alla performance? Il nostro obiettivo quando progettiamo una scarpa sono le prestazioni: per quanto riguarda il design, le linee devono raccontare questa stessa storia, che è una storia d’innovazione. Quando iniziamo a lavorare a un nuovo modello accade sempre in un momento particolare e unico della mia vita personale e sportiva che condiziona la filosofia del progetto. Il design deve raccontare questa storia, che è una storia vera. Ci ispiriamo molto anche a quello che ci circonda: ad esempio, guardiamo alla natura, agli animali. Credo che il design debba essere molto semplice, in grado di poter comunicare l’emozione in maniera chiara e definitiva.
Quale di queste scarpe incarna maggiormente la tua visione? Tutte, perché sono tutte differenti. Mi riconosco in ogni scarpa perché è stata prodotta in un determinato momento della mia vita ed è espressione della mia Mamba Mentality: che significa crescere, crescere, crescere! E non fermarsi mai.
Sei superstizioso? No. Quando ero giovane mi succedeva di dire: non mi sono allacciato la scarpa così, non ho mangiato questo e così via. Queste cose mi entravano nella testa. Poi a un certo punto ho detto: basta. E ho smesso. Perché ti devi preoccupare esclusivamente delle cose di cui hai il controllo.
Dopo la kermesse milanese, Bryant è partito alla volta di Parigi, terza e ultima tappa del suo Mamba Mentality Tour europeo.