Un locale ricavato all'interno delle scuderie dello storico Palazzo Martinengo

Ganea – che in latino significa taverna, osteria, luogo di ristoro – è l’antico nome di Villagana, località di campagna in provincia di Brescia.

La Ganea è anche il nome del locale ricavato nelle scuderie di Palazzo Martinengo, risalente al XVI secolo.

Il progetto di ristrutturazione curato da Studio Mabb rimanda alla storia della tenuta, che, sottoposta ai vincoli della soprintendenza dei beni artistici-culturali, ha mantenuto la distribuzione originaria degli spazi. Ad emergere sono materiali: il ferro, il cotto e il legno di conifera.

Il telaio in ferro è il fil rouge del progetto, l’elemento ricorrente in tutte le sale. I pavimenti, in cotto realizzato a mano, mostrano con leggere variazioni cromatiche, le diverse epoche di posa che si sono susseguite nei secoli. Le antiche travi sabbiate e l’intonaco rustico enfatizzano la peculiare connotazione materica del bistrot, dal design lineare e sofisticato.

Nella sala principale, le grandi vetrate con telaio in ferro che affacciano sul giardino sono originali, accuratamente restaurate e riportate alla loro originaria conformazione, mentre i serramenti degli altri ambienti sono in legno di larice. Molti elementi e arredi dalle forme scultoree sono stati ideati ad hoc dallo studio di progettazione milanese e realizzati da artigiani locali.

Protagonisti delle sale più raccolte sono le panche in legno spazzolato e i grandi tavoli conviviali importati dall’Oriente, come a voler rimarcare il collegamento storico con l’Asia. Nell’antichità, infatti, Villagana aveva un porto sul fiume Oglio che, collegando la Repubblica Veneta al Ducato di Milano, serviva per traghettare svariate merci, tra cui la seta, come documentano numerose carte, prima conservate all’interno della biblioteca del palazzo, ora esposte all’interno del locale.

Alle pareti vecchie mappe del feudo dei conti Martinengo si alternano ad illustrazioni dell’artista ceco Vlastimil Košvanec, al quale è dedicato il museo situato al piano nobile del Palazzo.

 

 

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Ph. Carola Merello
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