Il processo produttivo richiama l’antica tecnica di forgiatura con stampi e fusione di un corpo solido; il risultato finale estetico è di grande impatto visivo, ma allo stesso tempo il design risulta pulito e minimal.

Un’essenzialità resa ancora più marcata dal progetto del designer Alessandro Dubini che ne ha curato ogni aspetto: la rosetta, che ne completa la composizione, viene nascosta dalla struttura della maniglia stessa, ora pensata più larga per regalare un profilo asciutto.

La matericità del cemento sembra sparire grazie al trattamento con nanotecnologie che lo rende omogeneo alla vista e al tatto, quasi fosse un materiale confortevole e duttile.

A essere indagati sono nuovi valori estetici e nuove prestazioni: da qui nasce Juno, il cui nome è ispirato alla parola “luna” e a Giunone, divinità della mitologia romana legata al ciclo lunare, e forse anche all’aspetto della superficie lunare che ricorda l’effetto di questa inedita maniglia.