Organizzata da Madec (Material Design Culture) – Research Center, Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, si è tenuta ieri presso l’Aula Castiglioni del Campus Bovisa di via Candiani 72 a Milano la lectio Mario Botta. I materiali nell’architettura.
Mario Botta, architetto svizzero noto a livello internazionale per le sue architetture caratterizzate da una accurata ricerca di stili e materiali, ha intrattenuto il pubblico parlando non solo di materiali, ma di come questi sono stati utilizzati nei suoi progetti più importanti.
“Parlare di materiali significa parlare di architettura”, ha spiegato. “Oggi, la generazione di progettisti cui appartengo sta conoscendo trasformazioni epocali a causa del progresso tecnologico e anche a causa di nuove discipline che stanno entrando con forza anche nel campo del progetto”.
Accade che l’architettura, per sua natura stanziale e legata a un luogo, si scontra con questi repentini cambiamenti. E la rapidità di trasformazione è proporzionale all’oblio: più le cose cambiano con velocità, più si è portati a a dimenticarle.
“Ecco, i materiali contemporanei hanno questa caducità”, ha proseguito Botta, “sono enigmatici: vediamo sì delle forme, ma non riusciamo ad avvertirne la struttura. Alla fine sembra che non sia neanche importante sapere di che cosa sono fatti”.
“Per questo oggi ho voluto portare qui materiali antichi, che parlano del passato . Ma soprattutto esprimono in modo chiaro la loro natura: la pietra ci parla di gravità, il cotto di fuoco e terra, il legno della morbidezza…”.
In questo modo, al mondo contemporaneo “virtuale”, Botta ha contrapposto la matericità degli elementi costruttivi del passato, grazie alla quale è possibile ripercorrere e ritrovare la storia dell’uomo.

