Sul piano progettuale, “la principale sfida è stata quella di mettere in relazione un contenitore storico che versava in uno stato di degrado a causa di un processo di ‘normalizzazione’ che ne aveva offuscato gli elementi architettonici interni di pregio originali, come la sequenza di capriate palladiane, le grandi polifore, i materiali, e una collezione d’arte contemporanea disomogenea” ha spiegato Luca Cipelletti.
“Gli interventi di ammodernamento tecnico e impiantistico, le tinteggiature, i materiali delle pavimentazioni e i nuovi serramenti, sono diventati così opportunità per esprimere una sintesi tra contemporaneità linguistico-funzionale e rispondenze storico-culturali”, ha continuato. “Evitando la rigidità della ‘scatola nella scatola’ e inserendo nello spazio dei setti liberi, sono state favorite la reversibilità, la percezione dell’architettura e una libera collocazione delle opere, in modo che siano in dialogo soprattutto con lo spazio, più che tra loro. Per aumentare la superficie espositiva, nelle stanze già decorate a parete, sono stati poi progettati dei supporti secondo una logica di pieno per vuoto, in relazione alle finestre. I basamenti, come i pavimenti, sono stati realizzati in pietra di San Marino, un materiale locale già presente in numerosi dettagli originali, non più estratto, ma di cui sono stati trovati alcuni blocchi di cava. La sostituzione dei serramenti, particolarmente complessa, è stata invece risolta utilizzando un profilo minimo, effetto bronzo, ad altissima prestazione, che ridisegna le geometrie delle polifere. Con l'architetto e lighting designer Alberto Pasetti Bombardella abbiamo poi definito un apparecchio realizzato appositamente, che permette sia la valorizzazione delle opere sia la definizione di scene luminose d’ambiente nelle diverse sale”.
Il significato di tutta l'operazione è molto importante: la comunità di recupero di San Patrignano diventa parte di una comunità più ampia e di una città Rimini, 200.000 abitanti e 15 milioni di presenze turistiche all'anno che guarda al futuro in modo propositivo.