Nasce un nuovo sito museale che riunisce in un progetto unitario la riqualificazione a fini culturali di due edifici storici nel cuore di Rimini

Apre a Rimini (l'inaugurazione è il 14 marzo con una grande festa) il PART, la nuova 'piazza' museale che si colloca all'interno del complesso monumentale medievale costituito dal duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà, i due edifici contigui di notevole rilevanza storica e architettonica che, insieme a Palazzo Garampi, al Teatro Galli e alla Pescheria, si affacciano sulla Piazza Cavour, cuore della città.

All'interno di questi due preziosi palazzi trova 'casa' la Collezione della Fondazione San Patrignano, eclettica raccolta di opere donate da affermati artisti contemporanei, collezionisti e galleristi di statura internazionale alla comunità di recupero dalla tossicodipendenza per rafforzarne la sostenibilità.

Il restauro e il riadeguamento funzionale degli edifici che compongono PART - Palazzi dell’Arte di Rimini sono stati realizzati dallo studio AR.CH.IT guidato da Luca Cipelletti, che firma anche la messa in scena e l’allestimento della collezione ad oggi formata da 64 opere dal carattere disomogeneo, con la responsabilità del coordinamento curatoriale di Clarice Pecori Giraldi.

Questo intervento di riqualificazione e di rigenerazione urbana che riconosce all'arte e alla cultura un valore di volano in un sistema virtuoso di crescita e riscatto (individuo-territorio-collettività) è stata resa possibile attraverso un intenso lavoro sinergico tra pubblico e privato sociale: l'intesa tra Comune di Rimini e Fondazione San Patrignano ha permesso di dotare la città di un innovativo museo pensato per essere al tempo stesso occasione di avvicinamento all'arte contemporanea per il pubblico e strumento per valorizzare al massimo le donazioni ricevute dalla comunità (che potranno essere cedute solo in caso di esigenze straordinarie per soddisfare prioritarie necessità degli ospiti in percorso di recupero).

Tra l'altro, il PART vanterà di un’opera site-specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi dei laboratori artistici di San Patrignano.

“Ringrazio la città di Rimini e il suo sindaco Andrea Gnassi per aver creduto fin dall’inizio in questo progetto di alleanza virtuosa a cui San Patrignano contribuisce con la propria collezione d’arte, nata dall’idea, mutuata dalla tradizione delle fondazioni anglosassoni, di dotarsi di una risorsa patrimoniale per eventuali progetti di natura straordinaria” ha commentato Letizia Moratti.

Sul piano progettuale, “la principale sfida è stata quella di mettere in relazione un contenitore storico che versava in uno stato di degrado a causa di un processo di ‘normalizzazione’ che ne aveva offuscato gli elementi architettonici interni di pregio originali, come la sequenza di capriate palladiane, le grandi polifore, i materiali, e una collezione d’arte contemporanea disomogenea” ha spiegato Luca Cipelletti.

“Gli interventi di ammodernamento tecnico e impiantistico, le tinteggiature, i materiali delle pavimentazioni e i nuovi serramenti, sono diventati così opportunità per esprimere una sintesi tra contemporaneità linguistico-funzionale e rispondenze storico-culturali”,  ha continuato. “Evitando la rigidità della ‘scatola nella scatola’ e inserendo nello spazio dei setti liberi, sono state favorite la reversibilità, la percezione dell’architettura e una libera collocazione delle opere, in modo che siano in dialogo soprattutto con lo spazio, più che tra loro. Per aumentare la superficie espositiva, nelle stanze già decorate a parete, sono stati poi progettati dei supporti secondo una logica di pieno per vuoto, in relazione alle finestre. I basamenti, come i pavimenti, sono stati realizzati in pietra di San Marino, un materiale locale già presente in numerosi dettagli originali, non più estratto, ma di cui sono stati trovati alcuni blocchi di cava. La sostituzione dei serramenti, particolarmente complessa, è stata invece risolta utilizzando un profilo minimo, effetto bronzo, ad altissima prestazione, che ridisegna le geometrie delle polifere. Con l'architetto e lighting designer Alberto Pasetti Bombardella abbiamo poi definito un apparecchio realizzato appositamente, che permette sia la valorizzazione delle opere sia la definizione di scene luminose d’ambiente nelle diverse sale”.

Il significato di tutta l'operazione è molto importante: la comunità di recupero di San Patrignano diventa parte di una comunità più ampia e di una città Rimini, 200.000 abitanti e 15 milioni di presenze turistiche all'anno che guarda al futuro in modo propositivo.

La principale sfida è stata quella di mettere in relazione un contenitore storico che versava in uno stato di degrado che ne aveva offuscato gli elementi architettonici di pregio originali e una collezione d’arte contemporanea disomogenea"