Ospitato all'interno della Chiesa di San Lorenzo a Venezia, Ocean Space presenta l'esposizione multimediale ideata dagli architetti di Territorial Agency: uno degli studi più dettagliati sullo stato degli oceani dell’Antropocene, risultato di un progetto di ricerca durato tre anni

Ocean Space, Chiesa di San Lorenzo

Campo San Lorenzo, Castello 5069, Venezia

27 agosto - 29 novembre 2020

Ocean Space riapre al pubblico la Chiesa di San Lorenzo a Venezia con la mostra Territorial Agency: Oceans in Transformation, curata da Daniela Zyman. L’esposizione è frutto di una ricerca interdisciplinare durata tre anni e commissionata da TBA21–Academy a Territorial Agency, lo studio fondato dagli architetti John Palmesino e Ann-Sofi Rönnskog.

Hub e forum dedicato ad arte e ricerca, aperto nel 2019 per sensibilizzare e sostenere la tutela degli oceani, Ocean Space è ora più che mai un attore importante nel dibattito internazionale sul tema dell’impatto dell’attività umana sugli oceani, viste le conseguenze dovute all’acqua alta che ha colpito la città lagunare a novembre dello scorso anno, raggiungendo il livello più elevato in oltre mezzo secolo. Territorial Agency: Oceans in Transformation rappresenta un concreto contributo alla discussione sul tema dell'era dell’Antropocene.

Sette sono le traiettorie alla base della ricerca – dal Mare del Nord al Mar Rosso, il Medio Atlantico, la Corrente del Golfo, il Pacifico Equatoriale, l’Asia Metropolitana, il Vortice dell’Oceano Indiano e la Corrente di Humboldt. John Palmesino Ann-Sofi Rönnskog tracciano infatti lungo queste traiettorie spaziali, le interconnessioni dei processi ambientali ed economici in atto negli oceani, minacciati costantemente dalle attività umane come la pesca intensiva, l’estrazione mineraria in alto mare e altre forme di estrazione e inquinamento, che ne modificano le correnti, le energie e l’ecologia.

“Parliamo degli oceani sempre al plurale, sebbene esista un unico vasto specchio d'acqua con circolazioni interconnesse, la conoscenza in materia è spesso frammentata” spiegano i progettisti.“Pertanto, l'intenzione principale di Oceans in Transformation è quella di riunire tutte le modalità di comprensione dell'oceano e farlo divenire uno spazio collaborativo”.

All’interno della Chiesa di San Lorenzo, le elaborazioni dei big data presi in esame della ricerca sono mostrati su trenta grandi schermi che invitano i visitatori a prendere consapevolezza dell’impatto delle attività umane sul sistema oceanico. Attraverso questo studio ad ampio spettro, Oceans in Transformation si prefigge lo scopo propositivo di individuare nuove forme di collaborazione per unire ambiti che immaginiamo separati. Le componenti vitali del sistema terrestre, sempre più alterato dal riscaldamento globale, vengono riarticolate attraverso composizioni stratificate che associano, per esempio, l’inverdimento dei deserti africani e la deforestazione dell’Amazzonia.

Tutto questo è ancora più evidente sulla facciata della Chiesa su cui si staglia la scenografica installazione When above…: una luce led indica il livello dell’innalzamento del mare  + 6 m nel prossimo secolo – che verrà raggiunto a causa dell’azione dell’uomo sull’ambiente, richiamando così l'attenzione sulla vulnerabilità dell’oceano e delle popolazioni dipendenti dal suo benessere.

Il progetto di ricerca mostra un modo diverso di immaginare gli oceani, pensati come componente fondamentale di un pianeta vivente, proponendo di limitare le attività umane, quali la pesca, il trasporto e l’estrazione d’alto mare, e ripristinando gli ambienti marini. Le soluzioni per far fronte a questa minaccia sono note, ciò che manca è il pensiero di poter intervenire.