Pirelli HangarBicocca dedica una grande personale a Neïl Beloufa. Fortemente influenzata dalla dimensione del web, dei videogames, della reality tv e della propaganda politica, la ricerca dell'artista si confronta – e talvolta addirittura anticipa – le istanze più urgenti del contemporaneo. Le sue opere, attraverso film, video, installazioni e sculture, offrono rappresentazioni vivide della società e del modo in cui viene mediata dall’interazione digitale

Pirelli HangarBicocca, Milano, dal 17 febbraio 2021 al 18 luglio (le date della mostra potrebbero subire modifiche)

 

Presentata da Pirelli HangarBicocca, Digital Mourning è la prima grande personale in Italia dell’artista franco algerino Neïl Beloufa, acuto osservatore dei nostri tempi capace di offrire rappresentazioni vivide del mondo attraverso film, video, installazioni e sculture. Beloufa restituisce in maniera efficace una realtà talvolta scomoda a cui assistere, astenendosi dall’esprimere giudizi univoci, ma stimolando la riflessione su temi di stringente attualità come le relazioni di potere, il controllo tecnologico, l’insidia del data collection così come il possibile collasso nella gestione di una pandemia.

 

Neïl Beloufa (Parigi, 1985) è tra gli artisti più brillanti della generazione degli anni Ottanta. La sua ricerca si focalizza sulla società contemporanea e sul modo in cui viene rappresentata e mediata dall’interazione digitale, spesso con l’obiettivo di metterne a nudo i meccanismi di controllo. Attraverso video, lungometraggi, sculture e installazioni tecnologicamente complesse, l’artista gioca con l’esperienza sensoriale dello spettatore invitandolo a confrontarsi con le proprie convinzioni e stereotipi su tematiche del presente che spaziano dalle relazioni di potere alla sorveglianza digitale, dal data collection alle ideologie nazionalistiche, dall’identità alla lettura post-coloniale del mondo.

Il lavoro di Neïl Beloufa, fortemente influenzato dalla dimensione del web, dei videogames, della reality tv e della propaganda politica, utilizza il vocabolario dell’era dell’informazione per svelare il sistema di valori di una società pervasa dalla tecnologia digitale dove tutto, dalle scelte alimentari alle relazioni umane, è definito in base a un algoritmo. In questo processo l’artista si definisce un editor, un montatore che assembla informazioni attingendo a ciò che già esiste per poi scomporlo e ri-presentarlo senza alcun giudizio di natura morale.

L’intento è generare un cortocircuito all’interno di scenari consueti, mandare in tilt le supposizioni comunemente accettate come veritiere e restituire allo spettatore la libertà di costruire nuove relazioni e significati personali. Il pubblico si trova così all’interno di installazioni immersive che restituiscono una visione frammentata del reale, un universo popolato di pop-up e sistemi di telecamere a circuito chiuso CCTV studiati per rappresentare sia la libertà di un’organizzazione apparentemente casuale che la dimensione di controllo che vi si cela.

L’attualità del lavoro di Neïl Beloufa emerge tanto nei processi di produzione che elabora quanto negli scenari che costruisce. Le sue opere sono interamente realizzate in studio, con lo scopo di creare un modello alternativo di sostenibilità economica fondato sulla condivisione di competenze. Da questa fucina collettiva emergono opere che si confrontano e talvolta addirittura anticipano le istanze più urgenti del contemporaneo.

È il caso di Screen Talk (2020), un progetto sperimentale che trasforma il video Home Is Whenever I’m With You (2014) in una serie web. Nel video l’artista immaginava una pandemia globale e la corsa tra laboratori farmaceutici antagonisti nella ricerca di una cura. Questo scenario, concepito come pura fiction nel 2014, assume oggi un significato del tutto nuovo, che si arricchisce di riferimenti al modo in cui il nostro sistema di comunicazioni e relazioni umane sia stato quasi interamente trasposto in forma digitale.


Digital Mourning, a cura di Roberta Tenconi, nasce da una riflessione sul panorama attuale e sul concetto di vita nel mondo digitale. Fin dal titolo, la mostra allude a uno dei paradossi più evidenti della società contemporanea, l’esistenza in un mondo tecnologico e la sua parallela scomparsa. L’associazione dei due termini “digital” [digitale] e “mourning” [lutto] si risolve nell’incontro tra assenza di vita e contesto artificiale, una dimensione dove la vita stessa viene simulata attraverso modelli appositamente costruiti per comprenderne l’essenza.

Giocando sulla combinazione e sulla commistione di generi, Digital Mourning si configura come una nuova complessa installazione multimediale concepita appositamente per lo spazio dello Shed di Pirelli HangarBicocca, e al contempo fornisce una retrospettiva sulla produzione video di Neïl Beloufa. Il percorso è composto da un’ampia selezione di opere video che ripercorrono la carriera dell’artista, alcune delle quali proiettate all’interno delle installazioni multimediali originariamente pensate dall’artista a questo scopo. Nel loro complesso, queste divengono parte di un sistema computerizzato di attivazione e ri-montaggio che annulla qualsiasi gerarchia tra le informazioni.

Lo spazio, che emula lo scenario di un parco divertimenti, accoglie un’ampia selezione di installazioni e sculture di Neïl Beloufa. Tuttavia, analogamente a quanto accade oggi, la fruizione delle attrazioni’ non è consentita e la mostra sembra prendere vita unicamente in risposta a una serie di voci narranti che guidano lo spettatore. Presentando le opere e spiegando al visitatore cosa scoprirà in ogni area, i narratori introducono e mettono in discussione posizioni differenti, dalle aspirazioni utopiche alle opinioni delle nuove generazioni.

Nel realizzare una nuova opera d’arte totale a partire da lavori pre-esistenti, l’esposizione inoltre simula il modo in cui avviene il consumo culturale in questo periodo, giocando per esempio sul flusso di informazioni e sulla capacità media di attenzione dello spettatore o fornendo link per vedere film direttamente da casa.