Ideato da Maurizio Lai, AJI, marchio di asporto e consegna di cucina giapponese e asiatica di alto livello, interpreta la ripartenza post Covid attraverso un’originale gestione dello spazio, ponendosi come un innovativo modello di business

Il mondo del food si confronta con inediti scenari, vincoli, sistemi normativi e abitudini di consumo. Nuove opportunità si aprono per chi sa offrire agli ospiti esperienze originali, inventando nuovi format.

È il caso di AJI, il marchio di asporto e consegna di cibo asiatico ideato da Claudio Liu (titolare anche di Iyo e Iyo Aalto), a cui l'architetto Maurizio Lai ha dato forma, profondità e dimensione tattile, con il sofisticato e funzionale progetto di interior design ideato per lo spazio di via Piero della Francesca a Milano.

Quello di AJI è un ambiente pensato per restituire alla clientela il senso di velocità, esattezza, misura e qualità che contraddistingue la proposta gastronomica.

Per l'area di attesa, Maurizio Lai ha ‘disegnato il tempo’ che le persone trascorrono mentre il cibo viene preparato, creando un'atmosfera materica ed emozionale.

La luce espande l’ambiente: il soffitto si trasforma in una tela tridimensionale, elementi pendenti si affiancano a un pattern geometrico di riflessi, la parete è composta da ripiani e superfici in tessuto metallico retroilluminato.

La superficie dell’unico grande tavolo riflette la luce, amplificandone l’effetto per dare vita a una ‘texture visiva’ vibrante. Il banco è un monolite in marmo bianco calacatta; sul retro si intravede la cucina scandita dai profili metallici semilucidi.

Superfici satinate in gres a effetto travertino ed elementi di arredo su misura, impreziositi dai giochi di luce, rendono l'ambiente, solitamente progettato per essere prettamente funzionale, ricercato. Lo spazio integra, senza discontinuità di linguaggio stilistico, l’ampia ed elegante cucina su strada, dove si consuma a vista dei passanti, il rituale di preparazione di piatti raffinati.

Un solo tavolo, un unico ambiente, una sofisticata esperienza visiva: il modello di AJI si pone come una risposta innovativa al periodo di ripartenza post Covid e distanziamento forzato.

L'inedito format propone specialità asiatiche di alta qualità che vengono lavorate in una cucina ad alto tasso tecnologico e consegnate rapidamente.

AJI offre non solo servizio di asporto, ma anche di consegna: gestita direttamente dal marchio, con mezzi e personale dedicato, assicura la massima cura di ogni dettaglio, dalla cucina a casa. Per perfezionare la sicurezza del delivery, i box verranno presto dotati di uno speciale film antibatterico.

Maurizio Lai da anni si confronta con il settore della ristorazione, sviluppando una ricerca non solo in ambito d'interior design, ma che sviluppa soluzioni esperienziali per sostenere il modello di business dei brand che lo scelgono.

Con le sue riflessioni sul futuro della ristorazione, Maurizio Lai ha contribuito alla definizione di DesignTech for Future, il White Paper promosso dal DesignTech Hub di MIND Milano Innovation District.

“Il fenomeno del food delivery, di cui già negli ultimi anni si è registrata una forte diffusione e il debutto nel mondo dell’alta cucina, come nel caso di AJI, ha di fatto anticipato il mutamento in atto” afferma Maurizio Lai. “Ghost Kitchen o Cloud Kitchen, dedicate alla distribuzione del cibo esclusivamente all'esterno della struttura, andranno a crescere, mentre per gli imprenditori più organizzati e le start up sarà il momento di lanciare soluzioni innovative”.

Lai riflette sulla ripartenza del mondo del food non solo dal punto di vista del business: ambiente, distanze, comfort ed experience saranno elementi sempre più cruciali nella definizione dei nuovi spazi della ristorazione e del food.

L’architetto prevede processi di sanificazione attiva per purificare gli ambienti in completa sicurezza, nuove tecnologie per favorire operazioni touchless e liberare spazi. Oltre a una rinnovata organizzazione degli ambienti per garantire un senso di privacy e comfort.