Che cosa crea innovazione nel disegno di una torre residenziale?
Antonio Citterio: L'innovazione parte dalla riflessione che nasce sempre prima del disegno esecutivo. La Bella Vita è un'opera interessante come tipologia sociale innanzitutto, perché si traduce nella proposta di una sorta di co-living all'interno di un compound, che rafforza il senso della condivisione e della comunità negli abitanti. La possibilità di avere nello stesso luogo dove c'è la tua abitazione degli spazi di grandissima qualità per lo sport e il wellness, per lo studio o per ricevere ospiti alla cena che viene preparata in cucine dedicate crea l'idea di piccolo villaggio, dove il senso di appartenenza e di identità diventa molto forte, soprattutto in chiave intergenerazionale. Per certi aspetti è la traslazione del valore dello spazio pubblico di un grande hotel all'interno di un building residenziale.
Quali sono le altre peculiarità distintive di La Bella Vita rispetto al grattacielo Treasure Garden da voi progettato e costruito nel 2018?
Patricia Viel: Sono differenti le domande alla base dei progetti e le problematiche, anche se gli edifici sono accostati nello spazio. Treasure Garden è una torre con un impianto relativamente classico declinato con un core centrale e due grandi unità abitative per piano. Un grattacielo di alto livello ma con una ratio di occupazione del suo lotto molto standard. La Bella Vita ha uno sviluppo dimensionale di 33 mila metri quadrati, molto più ampio, e insiste su un lotto leggermente arretrato rispetto alla via principale. La nostra invenzione è stata quella di scorporare, spaccare, disarticolare la massa complessiva in quattro torri che contengono le 168 unità abitative incolonnate una sopra l'altra intorno a un core centrale. Cercando un riferimento colto, il concept è quello esplorato da Le Corbusier nella Ville Verte (Città Verde), la sovrapposizione di volumi abitativi con tre lati esposti alla vista della natura e collegati da un cuore interno.
AC: La cosa estremamente significativa è che in questo caso il core, che è quasi sempre nascosto, è diventato l'elemento iconico, il landmark che segna l'edificio, dando un senso compiuto all'importanza riconosciuta agli spazi collettivi. Alto 128 metri si eleva rispetto alle quattro torri che collega, definendo nella sua pelle architettonica esagonale di color miele, ambrato con i riflessi della luce, una sorta di alveare che rafforza, esasperandola, la relazione con le fasce orizzontali di pietra che definiscono i terrazzi e la dimensione del verde in biofilia delle abitazioni.