Fino al 18 luglio 2021 - Museo Novecento – Firenze

Henry Moore torna a Firenze. Il Museo Novecento decide di rendergli omaggio con Henry Moore. Il disegno dello scultore, mostra curata da Sebastiano Barassi, Head of Henry Moore Collections and Exhibitions, e Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento. La mostra, organizzata in collaborazione con la Henry Moore Foundation, vedrà il museo fiorentino ospitare una corposa selezione di disegni, circa settanta, assieme a grafiche e sculture.

Le forme naturali (rocce, ciottoli, radici e tronchi), gli animali, ma anche i teschi e poi la relazione tra il creatore e la materia, esemplificata dai disegni che ritraggono le mani dell’artista o l’artista al lavoro nel paesaggio, rappresentano il cuore della mostra. Traendo spunto da una rilettura di alcuni temi centrali nella produzione di Moore, l’esposizione intende proporre un approfondimento sul valore del disegno nella sua pratica e sulla sua relazione con la scultura.

Con questa mostra, si accende un faro sulla produzione grafica di un protagonista della scultura contemporanea, che nel corso della sua attività ha avuto modo di confrontarsi non solo con la scultura primitivista ed extraeuropea e con le sperimentazioni formali e linguistiche delle avanguardie storiche (su tutte le esperienze di Brancusi e Picasso), ma anche con la tradizione della grande arte italiana dei secoli precedenti, in particolare con quella dei maestri attivi a Firenze e in Toscana, i grandi artefici dell’umanesimo in arte.

Era tempo che la città di Firenze tornasse a rendere omaggio a Henry Moore, lo scultore moderno che più di ogni altro ha saputo interpretare e sviluppare la lezione dei grandi maestri del Rinascimento, dando vita a un’esperienza nuova, diversa anche se consequenziale per molti aspetti a quella di Masaccio e Donatello, di Brunelleschi e Michelangelo. “Un’arte che oggi è ancora più che mai esemplare in quanto al di là di argomentare sul suo astrattismo o meno si avverte sempre la presenza dell’uomo, nel suo rapporto con la storia e la natura, con i suoi tormenti e le sue inquietudini, con i suoi conflitti e le sue riconciliazioni”, ha dichiarato il direttore del Museo Novecento.

La mostra rinsalda il legame di Moore con il territorio, che tuttora ospita opere monumentali dell’artista e che ha accolto, oltre all’importante esposizione del 1972, una mostra nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio nel 1987. Va ricordato poi che Firenze ha rappresentato un momento saliente e forse cruciale nella formazione del genio artistico di Moore, giunto in città per la prima volta nel 1925, durante il suo primo viaggio di studio in Italia, realizzato grazie ad una borsa di studio messa a disposizione dalla Royal College of Art. Come evento collaterale, dil Museo Novecento ospita fino al 30 maggio 2021 nelle sale al secondo piano la mostra Henry Moore in Toscana. Il progetto nasce con l’intento di sottolineare il legame tra lo scultore e il territorio toscano e presenta una serie di opere provenienti da collezioni private che testimoniano, insieme a documenti e fotografie, l’intensa relazione artistica e affettiva che legò lo scultore alla città di Firenze e alla Toscana. Il viaggio di studio in Italia del 1925 rappresentò per Moore una sorta di rivelazione, l’osservazione dal vivo dei capolavori dei maestri toscani del Trecento e Quattrocento lo accompagneranno a lungo e segneranno la sua formazione artistica insieme allo studio della scultura primitivista ed extraeuropea, scoperta al British Museum di Londra, delle avanguardie storiche, di Brancusi e Picasso.