Moderne, sostenibili e in grado di dialogare con il territorio. Nuovo trend per la logistica con il nuovo hub di Trecate progettato da The Blossom Avenue Partners

The Blossom Avenue Partners, studio di urbanistica e di architettura specializzato nel design di complessi innovativi, sostenibili e di rigenerazione del territorio, detta le regole dell’evoluzione del magazzino logistico e progetta il nuovo hub logistico a Trecate nel Novarese, tra i più grandi d’Italia. Costruire per la logistica, inventarsi un progetto per una funzione ad alto impatto visivo e di larga estensione può essere uno stimolo importante per declinare due paradigmi su cui sempre l’architettura deve lavorare: l’innovazione e la leggerezza.

Lo studio ha ribaltato il punto di vista sul progetto, con un personalissimo approccio architettonico: la composizione è nata articolando due sistemi di volumi, non soltanto gli edifici al centro dell’area ma anche i suoi contorni, considerati come un volume verde continuo, denso, alberato. Due volumi che hanno dialogano con il paesaggio. Un sistema di linee orizzontali con le quali la composizione del progetto è entrata in dialogo: disegnando due edifici che proprio nell’orizzontalità accentuata trovano la loro peculiarità, e che esaltano colorandosi di grigio scuro, appena alleggerito dai profili in acciaio.

La lettura dei sistemi costruttivi ci parla di leggerezza. Soltanto lo scheletro strutturale è tradizionale: travi e pilastri in cemento armato prefabbricato, per coprire con luci larghe uno spazio costruito così ampio. La pelle degli edifici è leggerissima e al contempo capace di garantire prestazioni nuove: un sistema di pannelli sandwich, composti da due pelli sottili, una esterna e una interna in alluminio, ma con al centro la vera anima del pannello, un pacchetto isolante che garantisce prestazioni energetiche rilevanti.

L’appoggio a terra è altrettanto leggero. L’interazione con il sottosuolo si limita ai plinti di fondazione sotto i pilastri, che solo per circa un metro entrano in profondità. Nessun altro elemento disturba ciò che sta sotto gli edifici: solo il pavimento industriale copre il suolo, chiedendogli di continuare a vivere al di sotto, senza interferenze. Le acque piovane che dal tetto vengono raccolte, scendono a vista con tubazioni interne all’edificio fino al suo piede, ed esternamente vengono raccolte e convogliate nelle vasche naturali di laminazione, create nelle aree verdi.

La copertura è un suolo riprodotto in quota, un mondo pieno di innovazione e sostenibilità: la superficie maggiormente utilizzata è destinata ai pannelli fotovoltaici, disposti in misura superiore alle necessità di legge per qualificare gli edifici al massimo livello (Platinum) delle certificazioni LEED. L’interno degli edifici racconta l’innovazione che l’automazione dei processi di stoccaggio e movimentazione delle merci ha ormai raggiunto. Conveyors, nastri, aree di deposito, computer e robot, creano un ambiente di lavoro ad altissima specializzazione, in cui gli operatori si ritrovano a lavorare in condizioni di comfort ambientale garantito dall’estensione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, dalla cura della progettazione dell’illuminazione, dai sistemi di prevenzione incendi.

Un progetto leggero e sostenibile, per riportare e ricreare in sito quelle risorse che il sito stesso consuma. Che non solo non spreca acqua, recuperandola, conservandola, riportandola in falda, ma produce tanta energia quanta ne consuma e riporta 80.000 mq di aree libere a bosco. Uno scambio continuo con l’ambiente permette al nuovo hub di essere sostenibile, appoggiato su un suolo che non contamina e integrato in un paesaggio con il quale dialoga, ogni giorno.

Ph. Giovanni Santarelli D’Arcangelo